LIERNA – “Denunciate, denunciate, denunciate!”. E’ finito con un invito, o per meglio dire con una esplicita sollecitazione, l’incontro pubblico che si è tenuto mercoledì 25 giugno in sala civica a Lierna. Un’assemblea “caldissima”, non tanto per il clima quanto piuttosto per l’argomento oggetto di discussione, ossia la vicenda dei “risparmi scomparsi” dall’ufficio postale del paese.
Un caso, come è facile intuire, scottante anche perché – come è stato fatto notare dagli esponenti del gruppo consiliare “Vivere Lierna” che aveva promosso l’incontro – a esserne coinvolto “pare sia almeno metà paese”. E la sala civica gremita ne è stata un’eloquente testimonianza.
Tutti volevano sapere, tutti volevano (e vogliono) capire cos’è realmente accaduto dentro l’ufficio di via della Libertà dopo l’accertamento di considerevoli ammanchi dagli investimenti finanziari dei cittadini (si parla di 2, forse addirittura di 3 milioni di euro “spariti”).
Per cercare di dare se non una risposta ai molti interrogativi sollevati quanto meno un contributo che potesse fare un po’ di luce su una vicenda dai contorni che rimangono per molti aspetti oscuri (e oltremodo preoccupanti) il gruppo consiliare liernese di minoranza aveva chiesto a Federconsumatori di scendere in campo. E oggi pomeriggio a Lierna si è presentato Carmine Leva, responsabile provinciale dell’associazione attiva a tutela del cittadino e per difenderne i legittimi interessi.
“A inizio giugno avevamo avuto sentore che qualcosa era accaduto – ha premesso il capogruppo di “Vivere Lierna”, Nunzio Marcelli, che era affiancato da Massimiliano Craia e da Alice Bianchi – e di conseguenza ci siamo attivati per capire cosa si poteva fare per percorrere strade destinate a portare possibilmente a una soluzione del problema”.
“Abbiamo subito pensato a una class action – ha aggiunto – dunque a un’azione collettiva e nel frattempo abbiamo anche scritto a Poste Italiane, dalle quali ancora oggi stiamo aspettando una risposta, che pure riteniamo doverosa di fronte a una situazione simile e all’incredibile legnata ricevuta da molti cittadini”.
“Ciò che è accaduto qui a Lierna è qualcosa di grave, anzi di molto grave – ha affermato subito dopo Carmine Leva – anche perché si potrebbe essere in presenza di una truffa vera e propria, dunque di una vicenda con possibili risvolti penali e con la magistratura chiamata a intervenire”.
“Una cosa è certa – ha aggiunto il responsabile della Federconsumatori lecchese – e cioè che Poste Italiane non può chiamarsi fuori ma deve rispondere. E le risposte devono essere chiare, serie e precise. Noi siamo disponibili a fare la nostra parte, ossia a proporre un’azione di assistenza e tutela legale dei cittadini con il nostro pool di avvocati attraverso una procedura di carattere collettivo e facendo valere fin dove possibile la nostra esperienza e competenza”.
“Ma la denuncia ai carabinieri va presentata assolutamente da parte di chiunque abbia accertato ammanchi finanziari – ha detto sempre Leva – così da avere un quadro il più possibile completo della vicenda”.
Le note più dolenti riguardano, come è facile intuire, i risarcimenti e i tempi degli stessi. “Chi ha pezze giustificative da presentare – non ha mancato di far presente l’esponente di Federconsumatori – sarà certamente avvantaggiato rispetto a chi non può documentare i versamenti effettuati, ma anche questo dovrà essere uno degli aspetti da chiarire con le Poste”.
Carmine Leva ha quindi manifestato la disponibilità sua e dell’associazione da lui rappresentata a dar vita a momenti di confronto con i cittadini possibilmente anche a Lierna e non soltanto presso la sede lecchese di Federconsumatori “per venire incontro alle esigenze di chi, per svariate ragioni, non può spostarsi dal proprio paese o avrebbe comunque difficoltà a farlo”.
“Ovviamente ognuno di voi – ha aggiunto rivolgendosi direttamente ai liernesi presenti in sala civica – è libero di agire, se lo ritiene opportuno, a titolo personale, dunque rivolgendosi a un proprio legale di fiducia”.
Quindi il fuoco di fila delle domande, dei dubbi e delle richieste, le accuse dei cittadini alle Poste (“Non hanno vigilato sui nostri conti e evidentemente a non avere funzionato è un intero sistema, perché altrimenti non sarebbe potuto accadere ciò che invece si è verificato”) e, soprattutto, la rabbia di chi si è sentito raggirato e ha visto “sparire” nel giro di una settimana – per citare soltanto un caso personale sollevato da un liernese – qualcosa come 30.000 euro investiti nel 2008.