Forse Sergio Pradella non ce l’avrebbe comunque fatta, anche se avesse raggiunto il traguardo di arrivare al pronto soccorso del nosocomio bellanese. L’infarto che aveva in corso era ad uno stadio avanzato. E’ quanto è emerso dall’autopsia eseguita dal medico legale Paolo Tricomi ieri mattina giovedì.
Una storia tragica come ha giustamente commentato il colonello Marco Riscaldati, titolare dell’inchiesta sul decesso del giovane ristoratore di Gravedona: “Mi colpisce dal punto di vista umano – ha detto il comandante provinciale della compagnia lecchese – Pradella è uscito dalla superstrada a Bellano mentre era in rientro a Colico per poi crollare a pochi metri dal soccorso”.
Una morte naturale dunque quella di Sergio Pradella, abbinata a una terribile fatalità. Grande lavoratore, viveva per il suo ristorante e forse si è sentito male per strada, conosceva l’ospedale di Bellano e ha pensato di poterlo raggiungere da solo in autonomia. Le telecamere infatti lo hanno visto parcheggiare all’interno dell’ospedale.
Ora sono in corso gli esami istologici, dopo i risultati dei quali la vicenda dovrebbe essere archiviata.
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