Cernusco: vandalizzata l’auto dell’assessore Santoro

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Due gli episodi, avvenuti entrambi settimana scorsa: l’assessore ha presentato denuncia ai Carabinieri

Sullo sfondo la vicenda dell’intitolazione della biblioteca: ” Non mi sono mai sottratto al confronto politico di tono, ma fuggo dalla dialettica degradante e dalla macchina del fango”

CERNUSCO – Prima la rottura dello specchietto retrovisore. Poi, i danneggiamenti, inferti probabilmente con un cacciavite, al parabrezza. Ha deciso di sporgere denuncia ai carabinieri l’assessore alla Cultura Pietro Santoro, vittima nei giorni scorsi di due episodi, distinti, ma probabilmente accomunati dalla stessa matrice, di vandalismo.

A segnalare l’accaduto, esprimendo sgomento e incredulità per la vicenda, è lo stesso giovane assessore che settimana scorsa aveva lasciato l’auto, una Cinquecento di colore azzurro, parcheggiata nel posteggio vicino al Municipio per aiutare a preparare la scena per la seconda serata di Teatro in Villa, rassegna che anche quest’anno ha colto nel segno richiamando molti spettatori.

L’assessore Pietro Santoro

“Al primo episodio, successo giovedì, non avevo dato peso: avevo attribuito la rottura della scocca dello specchietto a una deformazione per il caldo perché non non avrei mai potuto credere che oggi potessero succede questo tipo di azioni in Brianza. Quando sabato scorso ho allertato i carabinieri dopo il danneggiamento del parabrezza, ci siamo però resi conto che i due episodi potevano essere correlati”.

Una segnalazione, quella ai militari dell’Arma, a cui è seguita poi la denuncia: “L’ho fatto non tanto perché spero in una punizione dei responsabili, ma perché una persona onesta si rivolge alle Forze dell’Ordine. Sono una persona onesta, vivo del mio lavoro e vivo una vita realizzata. Mi pongo obiettivi, studio per raggiungerli e li raggiungo”.

Lo specchietto aggiustato

Anche in politica, con un impegno nato nel 2021 candidandosi nel gruppo Identità Futuro Nostro Cernusco con cui Gennaro Toto ha conquistato la fascia di sindaco. “Non mi sono mai sottratto al confronto politico di tono, ma fuggo da quella dialettica degradante e da quella macchina del fango, tipica di una certa politica stantia e anacronistica. Lo ripeto ad alta voce: per me questa esperienza non è un gioco e non lo è mai stata. Cerco di amministrare seriamente, approfondendo, proponendo, realizzando e lavorando in prima persona. Ci meravigliamo perché i giovani non entrano in politica? Siamo solo ciechi. Queste polemiche, questi gesti sono alimentati anche da persone che hanno amministrato la cosa pubblica e che spesso, oggi, si lamentano della poca voglia dei giovani nel fare politica. Se il dibattito politico sfocia in queste parole e in questi gesti posso solo che capire i “famosi giovani” che non scendono in campo perché l’esempio attuale di chi lo ha già fatto non è dei migliori. Questi sono gli stessi che scrivono sui giornali con la presunzione di volerti insegnare qualcosa e poi per strada fanno fatica a rispondere al mio educato saluto. A voi dico: prima di qualsiasi “dibattito” politico, non dimentichiamo mai il rispetto della persona”.

Il riferimento, neanche troppo velato, è alle polemiche scaturite in merito all’intitolazione della biblioteca comunale: la Giunta ha infatti scelto di dedicare la struttura a Luigi Rusca anche se gli utenti avevano espresso la preferenza per Alda Merini: “Una questio che ha acceso molto gli animi, anche se i voti scrutinati al momento della formazione e della terna – e non della classifica come qualcuno vuole far credere o si ostina a non capire – sono stati pochi. Un ex politico della zona mi ha detto: “E’ il gioco delle parti” e questo tipo di gioco lo posso anche capire, ma voglio assolutamente starne fuori: se per lui/lei la politica è un gioco, per me no”.
Santoro vuole poi ringraziare i colleghi della maggioranza che in questi giorni hanno fatto da scudo, in primis il sindaco Gennaro Toto e la vice Renata Valagussa oltre a tutte le persone che gli sono vicine, manifestando solidarietà e vicinanza per quanto accaduto: “Detto questo, si va avanti! Non saranno di certo due o tre commentucci sgarbati, sgrammaticati e infamemente anonimi a fermare una persona che cerca nel meglio delle sue possibilità di fare bene il bene, davanti alla sua coscienza, supremo giudice del bene”.