DOLZAGO – Un’intera lista elettorale indagata per diffamazione: succede a Dolzago, paese di duemila anime della Brianza oggionese, dove la denuncia di un candidato sindaco sconfitto alle scorse elezioni amministrative ha fatto scattare l’inchiesta della Digos.
Al centro dello scontro politico, sfociato poi in un’indagine giudiziaria, ci sarebbe un volantino diffuso da una lista concorrente e recapitato nelle case dei dolzaghesi, secondo i riscontri delle forze dell’ordine, la sera del 23 maggio, a poche ore dalla mezzanotte e quindi dal silenzio elettorale; un manifesto che, secondo il denunciante, riporterebbe affermazioni volte a screditare la propria reputazione.
Per questo Pier Giorgio Panzeri, già sindaco del paese nel quinquennio 2004-2009, si è presentato agli uffici della Digos per fare un esposto contro la lista capitanata dall’attuale sindaco Paolo Lanfranchi, vicesindaco nella passata giunta Isella, e vincitore delle ultime elezioni.
Il volantino, secondo quanto riferito dal denunciante alla Digos, stigmatizzerebbe “con toni taglienti aspetti e scelte relative alla precedente azione amministrativa dei due candidati concorrenti di cui evidenzia per esteso il cognome” con due affermazioni ritenute da Panzeri come diffamatorie.
La prima sosterebbe che, rivela la nota della Questura, “essendo il denunciante residente a Monza, avrebbe percepito, come rimborso per le spese di viaggio, la somma di 9.854,34 euro di cui 1.408,44 euro negli ultimi cinque anni”, attribuendo così all’ex sindaco Panzeri “un uso illecito delle risorse pubbliche”; una attribuzione di responsabilità sostenuta nel testo da frasi quali “alla faccia del risparmio”, “la bella somma di…” a dire dell’ex sindaco volte ha rafforzare nel lettore un giudizio negativo nei confronti della sua persona”.
La seconda affermazione, sempre secondo quanto riferito dalla Questura, sostanzialmente sosterebbe che Panzeri avrebbe dichiaratamente mentito riguardo ai nuovi insediamenti residenziali di Dolzago in quanto “….quelli realizzati sino ad oggi li aveva decisi lui durante il suo mandato”.
Nella sua articolata e documentata denuncia, Panzeri avrebbe inoltre evidenziato che luglio scorso in una seduta del Consiglio comunale avrebbe chiesto pubblicamente ai consiglieri di maggioranza ed al neo eletto sindaco Lanfranchi di dare contezza delle affermazioni giudicate lesive del suo onore contenute nel volantino, senza ottenere, a suo dire, alcuna delucidazione alcuna.
Per questo ad agosto è partita la denuncia e le indagini degli investigatori che hanno acquisito in più riprese tutta la documentazione necessaria negli uffici del Comune di Dolzago e le testimonianze di persone che hanno dichiarato di aver visto i volantini distribuiti dai membri della lista avversaria nelle cassette postali dei dolzaghesi la sera della chiusura della campagna elettorale.
Ad esito delle indagini, sarebbe emerso non solo che Panzeri come consigliere di minoranza “aveva percepito come rimborso la somma di 128,64 euro anziché 1.408,44 euro come dichiarato nel volantino”, spiega la Digos, “ma che di questo dato il neo eletto sindaco ne era a conoscenza già dal 13 maggio 2014, giorno in cui il personale del Comune di Dolzago ne aveva reso edotto il Sig. P.L – Paolo Lanfranchi – rispondendo formalmente ad una richiesta in tal senso”.
Anche per quanto riguarda i nuovi insediamenti residenziali, gli inquirenti avrebbero trovato conferma che l’ex sindaco Panzeri non solo non avrebbe “mai assunto, durante il proprio mandato, la responsabilità e la direzione dell’ Ufficio Tecnico” ma che gli ultimi piani regolatori e di governo “erano stati approvati dalla giunta Crippa, prima del 2004, e dalla giunta Isella , dopo il 2009”, e in quest’ultima amministrazione era vice sindaco proprio Paolo Lanfranchi che, secondo la Digos, “ne era chiaramente a conoscenza, nonché gli attuali Assessori”.
Gli ispettori hanno convocato tutti i candidati della Lista vincitrice per definire le responsabilità sia del committente del volantino, sia di eventuali altre persone, visto che il documento oggetto di denuncia riportarebbe come simbolo quello della lista guidata da Lanfranchi.
Le 10 persone componenti la lista, tutte elette tranne due, avrebbero sostanzialmente confermato di aver tutti partecipato alla campagna elettorale, di riconoscere il volantino oggetto di indagini, di aver preso parte alla stesura del volantino, di averne condiviso i contenuti e di averlo distribuito ai concittadini.
Così, sia il sindaco Lanfranchi che i 10 componenti della lista, otto dei quali siedono su banchi della maggioranza, sono stati indagati per il reato di diffamazione a mezzo stampa; reato per cui è prevista la reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a 526,00 euro.