LECCO – Cinquant’anni di sacerdozio di monsignor Roberto Busti (dal 2007 vescovo di Mantova e per sedici anni prevosto di Lecco), 45 di monsignor Franco Cecchin e 25 di don Enzo Barbante. Inoltre vent’anni di diaconato di Armando Comini e 25 di professione religiosa di suor Cristina Fumagalli. Con loro monsignor Cesare Bonivento, missionario del Pime, vescovo di Vanimo in Papua Nuova Guinea, da sempre vicino alla terra lariana e alla sua comunità e in particolare al Laboratorio missionario.
L’odierna ricorrenza del Corpus Domini ha assunto un significato ancora più solenne per la parrocchia di San Nicolò e in generale per la città Lecco per la concomitanza con i vari anniversari sacerdotali, oltre appunto che per la presenza di padre Bonivento.
“Il 1° giugno abbiamo festeggiato gli anniversari di matrimonio – ha detto il prevosto monsignor Franco Cecchin introducendo il rito – e la settimana successiva ha celebrato la sua prima messa don Luca Parolari, un giovane della nostra parrocchia. Oggi è il giorno della “messa d’oro” di monsignor Roberto Busti, che come sappiamo ha Lecco nel cuore, e di altri anniversari significativi. Per la nostra Chiesa è dunque un grande giorno di festa”.
“Grazie, don Franco, per la tua accoglienza”, sono state le prime parole pronunciate da monsignor Busti, per molti lecchesi ancora e sempre “don Roberto”, che all’omelìa si è soffermato sulla liturgia della festività, ricordando che “soltanto dentro le braccia della misericordia è possibile andare avanti” e insistendo sull’esigenza di seguire il Signore e di “avere lo stesso atteggiamento di quei discepoli che non hanno visto Gesù con i loro occhi”.
Quindi un interrogativo: il nostro cuore è aperto ogni volta alla somiglianza più vera con Gesù? E la risposta del prelato: “Dipende soltanto da noi lasciarci assomigliare a Lui e allora non avremo più paura neppure della morte”.
“Il Signore scolpisce il suo volto nei nostri cuori – ha aggiunto l’ex prevosto di San Nicolò – e soltanto il dono di Dio può dare senso e gioia alle nostre fatiche quotidiane. Usciamo allora da noi stessi e doniamo agli altri ciò che abbiamo ricevuto, pur vivendo in una società che guarda quasi esclusivamente all’affermazione dei diritti individuali”.
A conclusione della celebrazione eucaristica in una Basilica di San Nicolò gremita di fedeli ai sacerdoti e alla religiosa festeggiati sono stati consegnati i doni della comunità parrocchiale. Significativo quello destinato a monsignor Busti: una croce pettorale simbolo della fede e segno visibile del legame con Cristo in tutto simile a quella indossata da Papa Francesco. “E’ un augurio…”, ha detto simpaticamente a don Roberto il diacono Armando Comini mentre don Franco gliela donava.
A monsignor Cecchin è stato invece fatto dono di una stampa antica con San Giovanni Battista, accompagnata dal ringraziamento rivoltogli dallo stesso diacono a nome dell’intera comunità “per la tua sapienza e il servizio alla parola”. “Ne abbiamo bisogno – ha aggiunto – ma devi prometterci che alle prediche non ci interrogherai più, perché qualcuno potrebbe avere il cuore debole…”.
In precedenza il diacono aveva anche detto, rivolto sempre al prevosto: “Visto che di recente hai scritto un libro sui fioretti, noi te proponiamo alcuni. Corri pure, in bicicletta, ma ricorda che a noi sta a cuore la tua incolumità. Non dimenticare inoltre che qualche sosta per tirare il fiato farebbe bene pure a te e infine, anche se gli impegni sulla tua agenda sono sempre numerosi, pensa che anche il Signore qualche volta si è fermato per riposare”.
Dopo che suor Cristina aveva espresso pubblicamente il “grazie” alla sua famiglia per averla consacrata alla fede, l’ultimo saluto alla comunità di San Nicolò l’ha rivolto padre Cesare Bonivento. “Grazie a Lecco e grazie al vostro Laboratorio missionario per l’aiuto che ha sempre assicurato a me e alla Papua Nuova Guinea”, ha detto semplicemente. Per poi aggiungere: “Che il Signore vi benedica”.