Frode fiscale: implicata un’azienda di Valmadrera

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guardia di finanza (3)VALMADRERA / ERBA – Quattro società “cartiere” , rette da prestanomi, create appositamente per emettere false fatture per acquisti inesistenti di materiale ferroso in favore di due società con sede a Valmadrera e ad Erba: questo quanto emerso nell’operazione della Guardia di Finanza di Como che nella mattinata di giovedì ha fatto scattare gli arresti nei confronti di sette persone per reati fiscali e sequestri di beni mobili ed immobili per un ammontare complessivo pari a 63 milioni di euro.

Secondo le indagini e la ricostruzione dell’autorità giudiziaria, i sette soggetti raggiunti da misura cautelare sono i promotori e organizzatori di un’associazione a delinquere di tipo transnazionale dedita alla commissione numerosi reati di natura fiscale, mediante il noto fenomeno della “frode carosello”, basato sull’interposizione fittizia di prestanome in operazioni commerciali e sull’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Le società cartiere , caricavano su di se il debito fiscale relativo all’iva sulle operazioni, senza però ottemperare ai versamenti dell’imposta e agli altri obblighi fiscali, le due società con sede a Valmadrera ed Erba avrebbero utilizzato tali fatture al fine di evadere le imposte dirette e l’IVA, giustificando contabilmente acquisti di merce di rilevante entità, a prezzi concorrenziali, grazie all’annotazione di costi fittizi, documentati dalle fatture per operazioni inesistenti, con il conseguente indebito abbattimento del reddito.

Gli amministratori coinvolti avrebbero prelevato poi in prima persona ingenti somme di denaro dai conti correnti intestati alle società amministrate, denaro che in parte tornava al destinatario delle fatture, ed in parte serviva per pagare la merce venduta in nero.

I reati contestati sono: associazione per delinquere (caratterizzata dal requisito della transnazionalità), emissione di fatture a fronte di operazioni oggettivamente e soggettivamente inesistenti, illecito utilizzo di tali fatture, omessa dichiarazione dei redditi, distruzione di documentazione contabile. L’ammontare della frode, così come è stato accertato circa 50 milioni di euro E’ stato altresì disposto il sequestro di beni corrispondenti al profitto della frode fiscale.

Nella frode sono state coinvolte imprese sia nazionali che estere aventi sede negli Stati Uniti (con fittizie domicilio fiscale a Milano), nonché a Como, Pero e Brescia (in tale ultima località presso un indirizzo risultato essere un semplice recapito postale), su cui venivano fatti confluire i corrispettivi provenienti dalle false fatture emesse dalle “cartiere”, in modo da ottenere lo spostamento e la disponibilità di denaro in territorio estero in completa elusione dei sistemi di monitoraggio nazionali, evidenziando in tal modo il carattere di transnazionalità dell’associazione a delinquere.

Da rilevare il particolare ruolo assunto, nella realizzazione delle attività illecite, da un commercialista di Como che, nella sua qualità di consulente delle due principali “cartiere”, ha messo a disposizione il proprio studio per la contabilizzazione delle fatture inesistenti e per la gestione degli ingenti prelievi di denaro contante.

Delle sette persone sottoposte ad indagini, cinque sono destinatarie della custodia cautelare in carcere, una delle quali non ancora tratta in arresto, e due della misura cautelare degli arresti domiciliari.

In base agli accertamenti svolti dalla GdF e suscettibili di ulteriori approfondimenti nella frode sarebbero coinvolte nove imprese “cartiere”, cinque imprese realmente operanti e beneficiarie di fatture per operazioni inesistenti, una impresa realmente operante destinataria di cessioni in totale evasione d’imposta di materiale ferroso.