I militari dell’Arma, nel corso della notte di ieri, nell’ambito dei servizi predisposti dal comandante provinciale dei carabinieri di Lecco, ten. col. Marco Riscaldati, per prevenire e reprimere i furti di motori delle imbarcazioni ormeggiate nel ramo lecchese del lago di Como, dopo un lungo inseguimento sono riusciti a bloccare un’autovettura con tre cittadini moldavi a bordo, due dei quali sono stati immediatamente arrestati poiché trovati in possesso di documenti falsi, mentre un terzo soggetto è stato denunciato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per detenzione di armi.
Nel primo mattino di ieri intorno alle 2,00, alcuni carabinieri in borghese – che stavano pattugliando le rive con ormeggi a Colico – hanno notato tre persone in abbigliamento insolito per le temperature ormai fresche nelle ore notturne, ma certamente comodo se si deve entrare e uscire dall’acqua: il terzetto infatti indossava pantalocini corti e infradito. E si aggirava tra le imbarcazioni.
Quando i militari hanno deciso di entrare in azione, il gruppetto si è dato alla fuga fino a raggiungere un auto parcheggiata un po’ lontano con la quale si è allontanato di gran cacciata.
Ma i carabinieri alle calcagna hanno immediatamente segnalato l’autovettura, una Volkswagen Sharan, ai colleghi di Colico di pattuglia, appostati nei pressi, che in effetti sono riusciti a intercettare i fuggitivi e alla fine bloccarli. Nel corso dei conseguenti controlli, i militari dell’Arma constatavano le gambe bagnate dei fermati, che facevano pensare a una recente entrata nel lago.
Nel veicolo sono stati rivenuti, come nei precedenti fermi, due navigatori satellitari, con memorizzati numerosi “punti di interesse”, una sega, un tubo in gomma, abitualmente utilizzato per “svuotare i serbatoi”, nonché altro materiale di interesse operativo. Insomma quello che gli inquirenti ritengono la dotazione standard per effettuare furti di motori nautici.
Nel corso degli accertamenti, anche tramite le impronte digitali, i documenti d’identità intestati a VADIM YELEV e NIKOLAI STOILOV, entrambi moldavi di 26 e 23 anni, clandestini, domiciliati a Pioltello (MI), sono risultati abilmente falsificati, motivo per cui sono scattati gli arresti in flagranza di reato per possesso di documenti falsi, in violazione dell’art. 497 bis c.p., mentre il terzo soggetto V.A., 31enne moldavo, in regola con le norme sul soggiorno, residente a Sesto San Giovanni, veniva denunciato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e possesso ingiustificato di armi, in particolare di un coltello di grosse dimensioni rinvenuto all’interno della sua autovettura, che è stata sequestrata unitamente a tutto il materiale rinvenuto, che è al vaglio dei militari.
Gli arrestati, quindi, sono stati trattenuti all’interno delle camere di sicurezza fino all’udienza in tribunale di Lecco, per la celebrazione del processo con rito direttissimo.
Per debellare i furti di motori fuoribordo il comando di Lecco ha potenziato, negli utlimi mesi, l’attività di controllo. Così alcuni gruppi criminali attivi nel ‘ramo’ sono stati fermati e arrestati grazie al lavoro coordinato tra la motovedetta, le stazioni carabinieri rivierasche (Valmadrera, Lecco, Mandello del Lario e Colico), il nor (nucleo operativo e radiomobile).
In particolare, già lo scorso 18 giugno, i carabinieri avevano fermato due cittadini ucraini, sorpresi nella baia di Parè, muniti di navigatore satellitare e un notevole numero di arnesi giudicati da scasso, probabilmente in procinto di entrare in azione. Non solo, nel corso della stazione estiva ormai quasi conclusa, i controlli dei militari dell’Arma sono proseguiti senza soluzione di continuità, tramite il fermo, controllo, e l’allontanamento di diversi cittadini provenienti dall’est Europa, trovati in situazioni “ambigue”, proprio nei pressi di imbarcazioni.
L’ultimo episodio di furti di motore, risale al 26 agosto, sempre a Colico, quando ignoti avevano asportato due motori, poi rinvenuti all’interno di una autovettura anch’essa rubata.
Quindi, gli sforzi dei militari dell’Arma si sono concentrati nell’alto Lario, dove sono stati intensificati i servizi, anche con l’impiego di militari in abiti civili che a volte si fingevano pure surfisti e utilizzavano imbarcazioni civili per controllare e osservare gli stazi di ormeggio.
Le indagini dei Carabinieri sono tuttora in corso per accertare eventuali responsabilità in merito ai furti di motore commessi nell’ultimo periodo nel ramo lecchese del lago di Como.