ABBADIA LARIANA – Si svolgeranno giovedì prossimo, 19 giugno, con inizio alle ore 15.30 presso la Basilica di San Nicolò a Lecco i funerali di Adele Croci e Franco Gianola, i due coniugi di Abbadia Lariana morti nell’incidente aereo dello scorso 9 giugno mentre sorvolavano la Valvarrone a bordo dell’idrovolante pilotato dal comasco Pietro Brenna, che a sua volta non ha avuto scampo.
Intanto si allunga la catena dei ricordi dell’affiatata coppia (68 anni lei, 72 lui). A loro va il pensiero di don Tullio Salvetti, originario di Colico, per tredici anni (dal 1982 al 1995) parroco ad Abbadia Lariana e oggi prevosto di Monte Olimpino, dove vive un figlio dei coniugi Gianola.
Proprio ad Abbadia don Tullio aveva conosciuto Adele e Franco. “Un gruppo di ragazze e di ragazzi cresceva con me – dice il sacerdote ricordando gli anni trascorsi nel Lecchese – con una frequentazione assidua dell’oratorio, della chiesa, della mia casa e della casa al Pian dei Resinelli. Il contatto con le loro famiglie era costante e costruttivo e tra queste vi era la famiglia di Adele e Franco Gianola”.
“La loro casa – aggiunge l’ex parroco di Abbadia – era un po’ come quella di Betania: accogliente, ospitale, luogo di incontro, di dialogo e di scambio di opinioni. La visione positiva delle cose permetteva di creare sempre un clima di allegria e di ottimismo. Contagiavano anche noi con la loro passione per Premana, dove ci invitavano nella stagione estiva per qualche escursione sugli alpeggi”.
“Abbadia ci sembrava troppo piccola – osserva sempre don Tullio – e il nostro sguardo andava lontano, al mondo che ci circondava e che volevamo conoscere più profondamente. Il primo grande viaggio lo facemmo con nove parrocchiani, tra i quali c’erano Adele e il figlio Giovanni, in Brasile, dove svolgeva la sua missione don Battista Cossali. Fu un’esperienza indimenticabile, che ci mise in contatto con i problemi del Sud America”.
Il prevosto di Monte Olimpino ricorda la visita alle maggiori capitali europee alla ricerca e alla scoperta di cattedrali, monumenti, musei e culture diverse dalla nostra. Poi, due anni fa, un viaggio indimenticabile con Franco Gianola in Patagonia, per godere di panorami unici.
“Nel frattempo i figli crescevano – afferma sempre don Tullio – Sergio si è sposato e ha messo casa a Lecco. Anch’io ho lasciato Abbadia per approdare nella parrocchia di Monteolimpino, dove ho potuto celebrare le nozze di Paola, mia nuova parrocchiana, con Giovanni. Per ultimo si era sposato anche Sandro, con Chiara. Poi la nascita dei primi nipoti (che oggi sono 14, ndr) e la gioia, oltre che dei genitori, anche dei nonni”.
Il sacerdote continua: “Giovanni, papà di cinque figli e imprenditore, non ha più il tempo libero che aveva quando era ad Abbadia per stare in compagnia e parlare delle novità del giorno, ma se non altro la vicinanza fisica ci dà modo di vederci a messa, alle riunioni per la preparazione ai sacramenti dei figli, agli incontri di Azione Cattolica. E’ stato proprio lui, lunedì 9 giugno, a darmi la notizia del tragico incidente dell’idrovolante su cui volavano i suoi genitori”.
Quindi una riflessione conclusiva: “Il dolore per la perdita è grande, ma la speranza dell’altra vita e di rivederci non viene meno. Non so perché il Signore li ha chiamati a sé in maniera così improvvisa e traumatica, ma so che sono morti insieme, come sono vissuti insieme. E sono morti mentre andavano a Premana, il loro rifugio sognato, attraverso la via del cielo. Ora la loro casa è ancora più grande e accogliente perché ormai sono nel banchetto del cielo”.
Giovedì prossimo, al termine dei rito funebre in Basilica a Lecco, le salme di Adele e Franco Gianola saranno tumulate nel cimitero di Abbadia Lariana.