Carletto Fumagalli, 87 anni, è stato investito ieri, domenica, mentre attraversava la Provinciale a Merate
l ricordi commossi del sindaco Toto e del capogruppo degli alpini Longoni: “Per anni ha portato con orgoglio il gonfalone del Comune”
CERNUSCO – Aveva quasi finito di attraversare la strada per raggiungere gli amici al bar quando è stato investito da un’auto che l’ha travolto sbattendolo violentemente a terra. E’ morto sul colpo Carlo Fumagalli, per tutti Carletto l’alpino, conosciuto e stimato in tutto il territorio per il sorriso sempre aperto e la disponibilità con cui non mancava mai alle iniziative promosse nella “sua” Cernusco.
Residente in via Verdi, nel quartiere situato oltre la Statale, Fumagalli aveva parcheggiato nel tardo pomeriggio di ieri, domenica, la sua auto davanti alla concessionaria d’auto per poi attraversare a piedi, sotto l’ombrello, la Sp 54 e raggiungere il bar Girasole per incontrare gli amici. Mancava praticamente un passo per raggiungere l’altro lato della strada quando è stato investito da una Fiat Stilo, guidata da un pensionato, in marcia da Merate in direzione dell’incrocio semaforico di Cernusco. L’impatto è stato violentissimo e per Fumagalli non c’è stato purtroppo nulla da fare. A nulla sono valsi infatti i soccorsi tempestivi degli operatori del 118, intervenuti sul posto insieme ai carabinieri della compagnia di Merate a cui sono affidati i rilievi del caso.
Presente sul luogo della tragedia anche il sindaco di Cernusco Gennaro Toto, accompagnato dal consigliere con delega alla Sicurezza Antonio De Luca, vicino di casa di Fumagalli. “Carletto c’era sempre e la sua morte lascia in tutti noi un vuoto incolmabile – racconta il sindaco, profondamente scosso dall’accaduto -. Era un alpino convinto, sempre a disposizione, sempre presente. Per anni aveva portato, a tutte le cerimonie del 4 novembre, il gonfalone del Comune e per questo, durante lo scorso anniversario del giorno dell’unità nazionale e delle forze armate, avevamo voluto elogiarlo pubblicamente per quanto fatto per anni, sempre con il sorriso e senza chiedere mai niente in cambio. Anche quel giorno Carletto si era commosso, quasi a voler dire di non aver fatto niente di importante”.
Schivo eppur efficace e concreto, capace di creare una sintonia con gli altri nel suo essere “semplicemente” una brava persona.
Uomo di fiducia del conte Lurani, Fumagalli era per tutti Carletu de Castel ed è così che lo vuole ricordare l’attuale capogruppo Felice Longoni in una commossa e sentita testimonianza: “Non avrei mai pensato di dover scrivere per la tua partenza verso il Paradiso del Generale Cantore. Solo ieri sera ci siamo incrociati in via Verdi scambiandoci il nostro consueto saluto alzando la mano reciprocamente senza dire una parola, per noi bastava quel gesto. Anche in questo tuo ultimo viaggio ci hai lasciati sbalorditi e sicuramente avrai visto quanto tutti i componenti del Gruppo Alpini di Cernusco Lombardone sono stati colpiti nell’apprendere la triste notizia che ho comunicato poco dopo l’incidente. Tu sei stato uno dei primi Alpini di Cernusco L. che ho conosciuto nel lontano 1992 all’Adunata di Milano dove per la foto di gruppo mi hai chiesto, quasi scusandoti, di mettermi dietro perché non avevo ancora la camicia del Gruppo. Nei miei pensieri riaffiora il ricordo di quando l’allora capogruppo Alberto Bonfanti, ormai infermo nel suo letto, ti mandò a casa mia per chiedermi di scrivere la storia del Gruppo che sarebbe servita per fare un libretto dei Gruppi Alpini della Zona Bassa Brianza”.
Fu l’inizio di una collaborazione intensa e di un’amicizia sincera: “Siamo andati assieme a casa di Alberto diverse volte, mi venivi a prendere e arrivati ti sedevi in un angolo della stanza ascoltando quanto mi raccontava di quello che aveva fatto il Gruppo sino al 2007 – continua Longoni, tratteggiando un ritratto ancora più personale di Carletto -. Non ho mai dimenticato e non dimenticherò mai le tue espressioni per nascondere la commozione e la contentezza che avevi quando siamo venuti a trovarti in ospedale a Monza dopo l’operazione ai calcoli. Ricordo ancora i venerdì sera in sede quando intervenivi con i tuoi modi un po’ bruschi ma efficaci se si accendevano un po’ gli animi per discussioni sul calcio o su amenità di poco conto”.
E poi, quel gonfalone del Comune issato in cielo sempre con fierezza e dignità: “Non dimenticherò mai il tuo orgoglio nel portare il Gonfalone Comunale nelle varie manifestazioni e quando ti chiedevo se andava tutto bene perché ti vedevo un po’ affaticato mi rispondevi sempre “pensa de rivà alla fin ti””.
Tanti, tantissimi ricordi in cui trova spazio anche la cerimonia per l’85esimo di fondazione del gruppo alpino cernuschese: “Ricordo il tuo vero spirito alpino quando ti sei complimentati per i festeggiamenti del nostro 85° e con quanta amarezza hai rinunciato a venire con noi al Rifugio Cazzaniga Merlini quest’estate. Solo un mese fa abbiamo passato una bella serata in compagnia dopo la processione dell’Immacolata a casa del nostro Vecio e hai voluto fare una fotografia insieme seduti sulla panca in taverna dicendomi che volevi una copia stampata e “non con quella diavoleria che usi tu”riferendoti a Whatsup”.
Un rapporto fraterno, da vecio a bocia: “In questi trenta anni di amicizia, stima reciproca, di consigli, di attività nel Gruppo e di tante ore passate insieme sei sempre stato attivo e ti sei sempre prestato a dare il tuo contributo alla comunità e penso che tutti noi ti ricorderemo così. Ma i ricordi che rammento più volentieri sono le tue storie di quando andavi come autista del conte Lurani Cernuschi ai gran premi di F1 a Monza e a Monte Carlo e di quando tornando da naja l’allora capogruppo Tanini (come lo chiamavi tu) ti aveva iscritto subito nel Gruppo Alpini. Ciao Carletto, anche se non sarai più con noi di persona, sono sicuro che ci terrai sotto controllo e a tuo modo ci darai ancora una mano; così come facevi tu con chi è andato avanti alzeremo i calici ricordandoti”.
La data del funerale non è stata ancora fissata perché la Procura di Lecco ha predisposto l’autopsia sul corpo di Fumagalli, al fine di ricostruire nei dettagli la dinamica di quanto avvenuto, alla luce anche del fatto che l’automobilista alla guida della Fiat coinvolta nell’incidente non si sarebbe subito fermato ma sarebbe tornato poco dopo sul luogo della tragedia.