DOLZAGO – Se gli ultimi arresti per ndrangheta legati all’inchiesta “Metastasi” hanno sconvolto una città come Lecco, già turbata in passato da altri arresti e inchieste, figuriamoci un paesino di due mila anime come quello di Dolzago, dove martedì sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di tre residenti con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso.
A finire in carcere sono stati Albano Panuccio, operaio 33enne, e lo zio Antonio, 57enne originario di Giffone e dolzaghese acquisito.
Arresti domiciliari invece per Michelangelo Panuccio, 61 anni padre di Albano; durante la perquisizione nella sua casa, i carabinieri del ROS hanno rinvenuto una pistola che l’uomo deteneva illegalmente.
I tre sono indiziati di appartenere al “locale” di Calolzio del clan di Giffone nell’ambito dell’inchiesta “Insubria” che all’alba di martedì ha portato all’esecuzione di 39 ordinanze di custodia cautelare tra lecchese e comasco, di cui 18 in provincia di Lecco ed in particolare nell’area di Calolzio. Le indagini sono affidate ai pm milanesi Paolo Storari e Francesca Celle, coordinati dal capo dell’antimafia Ilda Boccassini.
Dolzago, il paese dove i tre arrestati risiedono, confina con Castello Brianza, scelto dal “locale” calolziese per le proprie riunioni o “mangiate”, come vengono definite in gergo mafioso. Il gruppo calolziese aveva infatti trovato in un rustico di Castello il luogo ideale per ritrovarsi e “battezzare” i nuovi affilati, come emerge da un video registrato dai carabinieri, il primo realizzato dall’antimafia italiana a testimoniare con immagini e audio i rituali dell’ndrangheta. Lì sarebbero avvenuti incontri anche con i “locali” dell’ndrangheta di Cermenate e Fino Mornasco (vedi articolo)
Michelangelo, Antonio e Albano Panuccio erano conosciuti in paese e alle scorse elezioni amministrative Albano si era candidato nella lista dell’ex sindaco Adelio Isella, guadagnandosi otto preferenze; non abbastanza per sedere in consiglio comunale. Isella fa sapere di essere totalmente estraneo alle attuali vicende e che per ora preferisce non rilasciare altre dichiarazioni.
L’attuale sindaco, Paolo Lanfranchi, ha saputo della notizia dai giornali: “Certo sono sorpreso da quanto appreso in queste ore, non dobbiamo però stupirci che tutto ciò succeda anche sul nostro territorio. Al contrario di come diceva qualcun altro, la mafia esiste anche al Nord. Prima di etichettare le persone coinvolte è giusto che la giustizia faccia il suo corso. Da sindaco e da cittadino, però, non posso che restare di sasso”.