Oggi la deposizione in aula dei due agenti della Polizia Locale di Ballabio sulla vicenda della giovane che aveva raccontato di aver subìto vere e proprie vessazioni dalla matrigna, un po’ come nella famosa favola. E agli assistenti sociali che si sono presi cura di lei aveva detto che la matrigna la costringeva ad alzarsi al mattino presto per lavare i piatti della sera prima.
Il racconto dell’adolescente di origine ivoriana, dodicenne all’epoca dei fatti contestati (2007), ha portato al rinvio a giudizio per maltrattamenti del padre e della compagna di questi, entrambi residenti a Ballabio e a loro volta originari della Costa d’Avorio. Al processo in corso, davanti al giudice Gianmarco De Vincenzi hanno deposto questa mattina i due vigili urbani di Ballabio inviati all’epoca dei fatti dagli assistenti sociali a controllare l’appartamento dove la coppia di immigrati viveva coi figli. “Abbiamo trovato la casa in ordine, senza problemi particolari” hanno riferito in aula i due vigili.
Centrale nella vicenda (Il titolare dell’inchiesta è il sostituto procuratore di Lecco Luca Fuzio) l’attendibilità delle dichiarazioni rese dalla giovane oggi sedicenne che, secondo Caterina Busellu, legale lecchese degli imputati, soffrirebbe di disturbi della personalità precedenti agli episodi oggetto del procedimento penale.
A detta dell’avvocato, alla ragazza sarebbe stata diagnosticata “una personalità borderline, tanto che adesso è ospite di una comunità protetta. Sembra che risenta ancora dei traumi subìti quando viveva nel suo paese di origine, dove ha assistito a una sanguinosa guerra civile”.