Sgominata la banda di ladri accusata di ben 47 furti nel Meratese: in manette anche un ex poliziotto

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Importante operazione dei Carabinieri della Compagnia di Merate: 5 persone arrestate

In manette anche un ex poliziotto penitenziario che dall’agosto 2020 percepiva il reddito di cittadinanza

 

MERATE – Su di loro pende l’accusa di ben 47 furti in abitazione, tra consumati e tentati, avvenuti dal novembre 2020 e per diverse settimane in vari comuni del Meratese e della vicina Bergamasca. La famosa escalation di microcriminalità che, soprattutto durante le festività natalizie, aveva preoccupato e impaurito i residenti dei Comuni di Merate, Imbersago, Montevecchia, Olginate, Calco, Valghegrentino, Garlate, Calolziocorte, Carenno e Villa d’Adda, portando gli stessi sindaci a chiedere con urgenza e fermezza provvedimenti non solo alle forze dell’ordine ma anche ai parlamentari eletti sul territorio.

A preoccupare era stata non solo la sistematicità con cui i malviventi agivano, ma anche la sfrontatezza e l’assoluta mancanza di scrupoli, come evidenziato anche nel faccia a faccia con i ladri che aveva visto suo malgrado protagonista il sindaco di Merate Massimo Panzeri. Lo stesso primo cittadino che aveva sottoscritto e promosso la campagna #questaècasamia per chiedere più sicurezza e tutela nelle proprie abitazioni. Ora, dopo mesi di indagini e ricerche, gli investigatori sono riusciti a risalire all’identità della banda di ladri, arrestando un cittadino italiano e 4 albanesi con l’accusa di furto.

 

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata eseguita, su disposizione della Procura della Repubblica di Lecco, nella notte tra martedì e mercoledì a Verona e a Canonica d’Adda dai Carabinieri della Compagnia di Merate.

Tre degli indagati sono stati fermati in autostrada, nei pressi di Verona, mentre si stavano allontanando in macchina per recarsi temporaneamente all’estero, mentre altri due sono stati sorpresi in una delle abitazioni in uso.

Altre 3 persone, un uomo ed una donna albanesi ed una rumena, sono state invece deferite in stato di libertà perché, pur essendo ritenute complici in alcuni episodi, hanno svolto ruoli minori.

Le indagini dell’Aliquota Operativa della Compagnia, in collaborazione con i colleghi della Stazione di Merate, sono partite proprio lo scorso novembre dopo i furti consumati a Merate. Mesi e mesi di lunghi appostamenti, affiancati da accertamenti di tipo tecnico, che hanno permesso ai militari di ricostruire il modus operandi della banda e individuarne ruoli e responsabilità. Fondamentale è risultato anche il supporto delle Squadre d’Intervento Operativo del 3° Reggimento CC “Lombardia”, con accertamenti su mezzi sospetti parcheggiati in zona, utilizzati per compiere i furti, seppur non direttamente riconducibili ad alcuni degli indagati.

Di età compresa tra i 29 e i 56 anni, i cinque arrestati risultano tutti senza fissa dimora anche se sono state individuate delle abitazioni in appoggio, site in Comuni non distanti dalle zone verso cui poi si dirigevano per compiere le loro razzie.

Gli orari preferiti per i furti erano quelli tardo pomeridiani in inverno, in cui si poteva approfittare dell’oscurità e dell’assenza delle persone da casa, e, con l’approssimarsi dell’estate, della notte fonda. Nonostante il timore di essere controllati dalle Forze dell’Ordine, i fermati hanno più volte sfidato il lockdown dettato dal Covid-19 e non si sono fatti troppi scrupoli di essere scoperti dai proprietari che dormivano in casa.

Classiche le modalità d’azione. Una volta individuato l’obiettivo, i ladri cercavano di farvi ingresso mediante l’utilizzo di vari attrezzi da scasso, che poi, al termine dei furti, venivano nascosti in diversi luoghi per eludere i controlli di polizia.

Durante il blitz compiuto la scorsa notte dagli uomini dell’Arma sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro numerosi arnesi da scasso e la somma totale in contanti di circa 5mila euro, ritenuta parte del provento delle attività illecite. Sono in corso accertamenti sui canali di ricettazione della merce rubata. E’ stato stimato che, approssimativamente, il valore della refurtiva asportata si aggiri intorno agli oltre 100mila euro.

Nella vicenda si aggiungono anche due particolari singolari. L’italiano destinatario dell’ordinanza, il 56enne A.D., in passato era stato un poliziotto penitenziario, poi tratto in arresto poiché accusato di essere colluso con alcuni detenuti a cui venivano procurati cellulari e stupefacente. Lo stesso, da agosto 2020, percepisce il reddito di cittadinanza. Verranno avviate le procedure con la competente Direzione Provinciale dell’Inps per l’immediata revoca del beneficio. Gli arrestati sono stati condotti nei carceri di Verona e Bergamo, in attesa dell’interrogatorio di garanzia da parte del Giudice per le Indagini Preliminari.

Gli arresti disposti dall’autorità giudiziaria hanno permesso di interrompere una spirale di furti che sarebbe continuata ad andare avanti e si sarebbe potuta acuire con il periodo vacanziero estivo atteso che, oltretutto, le persone individuate, non ricercando una stabile attività lavorativa regolare, si erano dedicati in questa attività a tempo pieno.