Silenzioso saluto ad Alessio Scerelli
a Ballabio

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Due generazioni e due lutti espressi nello stesso modo, senza rumore. Nelle sedie al centro i capelli grigi, ai lati – dietro in fondo-  quasi come guardia d’onore, in piedi, i coetanei di Alessio Scerelli, il 32enne mancato domenica mattina a causa di un aneurisma celebrale a Lecco.

Il ragazzo era lecchese e viveva nel capoluogo, benché i propri genitori da vent’anni si fossero spostati a Ballabio, dove è stata celebrata la cerimonia funebre e tumulata la salma nel cimitero della parte superiore del paese.

Sull’altare don Alfredo Comi ex parroco di Barzio e don Achille Gumier, parroco di Ballabio che nell’omellia ha ricordato come le parole umane anche quando vengono espresse per consolare chi rimane sono prive di significato davanti alla morte di un uomo: “Giovane, pieno d’entusiasmo, sportivo, positivo”. Solo la parola divina può spiegarlo. E’ il progetto divino e il sacerdote invita a fermarsi davanti a una volontà superiore. “Dio vuole con sé i giusti” . E non a caso la prima lettura è stata tratta dal libro della Sapienza dove si dice che: “Il giusto anche se muore prematuramente troverà riposo”.

E nel silenzio è stato salutato Alessio, gli amici -qualche centinaia – erano commossi ma in un modo dignitoso,  i colleghi con il giubetto fluorescente, che evidentemente anche lui usava quando lavorava nelle nostre gallerie come elettricista.

In mezzo alla chiesa tra i banchi una ragazza bionda sostenuta da una amica ha seguito tutta la celebrazione con una intensità superiore, dagli omaggi ricevuti dagli altri ragazzi, pare di capire l’amica più cara. Anche lei nel silenzio, con lo sguardo duro di chi ha subito un furto.

E’ fuori dalle mura sacre che le emozioni prendono il corso naturale, gli amici con un saluto semplice ma urlato: “Ciao Alessio” e un fragoroso applauso quasi a dirgli che per loro era ancora lì. e la madre Teresa che finora allora aveva tenuto davanti allo scippo dell’unico figlio. Lei, sostenuta da papà Bruno, ha cominciato prima a sussurrare le parole dolci che una madre dice a un figlio e poi la voce si è alzata. I genitori dietro al feretro, quasi in una bolla, dove gli altri non c’erano più, questa fosse ancora l’ultima occasione per parlare con Alessio.

Poi al cimitero di Ballabio superiore l’ultimo saluto. Quei tanti ragazzi che apprezzavano Alessio Scerelli forse si rivedranno a Ballabio per una parola di conforto ai genitori e al loro dolore inconsolabile.