Cristiani e musulmani uniti nell’addio
al piccolo Nathan

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VERCURAGO – Commozione, solidarietà, vicinanza. Era piena la piccola chiesa parrocchiale di Vercurago, dove nel primo pomeriggio di mercoledì si sono svolti i funerali del piccolo Nathan Compaore, il bimbo di soli due mesi morto nella mattinata di venerdì 13 novembre, in seguito ad un arresto cardiaco (vedi articolo).

Oltre ai giovani genitori, Laura e Yaya, alla sorellina Amira e ai loro familiari, tanti tra amici e cittadini hanno voluto stringersi intorno alla famiglia, per l’ultimo saluto a Nathan.

Una tragica scomparsa, per la quale “non esistono parole umane”, come ha detto Don Roberto Trussardi, parroco di Vercurago, all’inizio della celebrazione religiosa.

Io non ho la capacità di dare una risposta di fronte a questo mistero così grande, dove le parole umane sono incapaci. Ma uomini e donne di fede, qualunque sia la loro religione, si rimettono in Dio per avere conforto di fronte a tanto dolore”.

 

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Durante l’omelia numerosi sono stati i riferimenti e gli inviti a rimanere uniti nonostante la diversità, anche religiosa: “Viviamo giorni difficili – ha detto Don Roberto – ma io credo tanto nei nostri amici musulmani, perché so che i veri musulmani non sono come quelli protagonisti delle tristi cose che ascoltiamo. Nathan è morto nel giorno della disgrazia di Parigi – ha continuato il parroco ricordando le stragi che lo scorso venerdì hanno colpito la capitale francese – e oggi sta unendo cristiani e musulmani del nostro piccolo paese di Vercurago e dei dintorni. Ci sta dicendo che ci vuole uniti e non divisi. Nathan, piccolo e fragile, oggi ci consegna il senso dell’essere uomini veramente umani, che lasciano perdere le diversità e mettono al centro il bisogno dell’amore. E questo è meraviglioso”.

“Il Signore, Allah, comunque vogliate chiamarlo – ha proseguito Don Roberto rivolgendosi ai genitori di Nathan – dice a Laura e a Yaya che un angelo veglia su di loro e che quell’angelo si chiama Nathan. E’ il nostro cuore di bambini puri e innocenti, anche se siamo grandi, a renderci grandi davanti a Dio, non la potenza”. “Non dovete avere paura – ha aggiunto Don Roberto – sono sicuro che sarete splendidi genitori, e questo perché Nathan, vostro figlio, sarà sempre al vostro fianco e vegliando su di voi vi aiuterà nel vostro compito di uomini e genitori”.

 

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Il funerale si è concluso con la lettura di una lettera che mamma Laura e papà Yaya hanno scritto al piccolo Nathan, volato in cielo troppo presto: “Ciao Nathan, figlio mio, ti scrivo la mia prima lettera anche se avrei voluto farlo in un’altra ricorrenza e non di certo per la tua scomparsa.

Scrivo perché voglio gridare al mondo intero che nonostante ne abbia passate di cotte e di crude in nove mesi di gravidanza e in due mesi e quattro giorni hai saputo stravolgermi la vita”. Ancora, il saluto del papà: “Ciao principe mio, in due mesi e quattro giorni ce l’hai fatta a spodestarmi dal trono di casa (…) Non mi hai dato la possibilità di fare molte cose, venirti a prendere a scuola, accompagnarti a calcio e tutto quello che avresti voluto fare (…) Il dolore è grande, il vuoto è grande, l’unica cosa che mi da pace è che tu sei lì con altri angioletti e vegli su di noi. Ti amiamo in maniera infinita, la tua mamma e il tuo papà”.

Al termine della Messa un numeroso corteo ha accompagnato la bara di Nathan al cimitero di Vercurago, dove il piccolo è stato sepolto.