La fine di una lunga e profonda amicizia, caduta anch’essa nel vortice del nazionalsocialismo. Questa la vicenda raccontata sul palcoscenico del Teatro della Società nel pomeriggio di domenica, in occasione del Giorno della Memoria (ricorrenza fissata per il 27 gennaio).
“Destinatario Sconosciuto”. Ecco il titolo dello spettacolo interpretato da Massimiliano Lotti e Marco Pagani e giunto in città grazie alla collaborazione tra Provincia e Comune, entrambi impegnati nel ricordare anche a Lecco la Shoah. Una storia, quella narrata, che ha messo al centro della scena due amici di vecchia data che progressivamente si allontanano, sino a diventare l’uno la causa della disperazione e della fine dell’altro. Motivo di questa tragica rottura? L’inaspettata adesione al partito nazista di uno dei due, cui si contrappone l’origine ebraica dell’altro.
Proprietari di una galleria d’arte negli Stati Uniti, Max e Martin si separano quando il secondo dei due decide di tornare a vivere in Germania. Sono gli anni Trenta e la “terra madre” (così viene chiamata nella pièce) sta attraversando quel periodo di forte depressione e incertezza che segue la Grande Guerra e che precede l’avvento di Hitler. La storia dei singoli protagonisti si intreccia, quindi, con quella con la “S” maiuscola: attraverso le lettere che i due si scrivono ecco che è possibile seguire gli eventi, dall’ascesa di Hitler alla sempre più accentuata discriminazione razziale. L’adesione al nazionalsocialismo da parte di Martin renderà sempre più evidenti le differenze ideologiche, sino a trascinare i due protagonisti in una spirale di discriminazione, odio e desiderio di vendetta.
Poco più di un’ora, quindi, per una rappresentazione che ha visto la partecipazione di un buon pubblico in sala. Presenti durante lo spettacolo il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, e l’assessore alla Cultura della Provincia, Marco Benedetti. «Si tratta di un evento condiviso con Villa Locatelli – ha spiegato il primo – e che vuole rendere il Teatro non tanto un momento di svago, quanto un’occasione per riflettere sul tema della discriminazione, ben raccontato attraverso la lacerazione di un’amicizia inizialmente genuina».
«La collaborazione con molti comuni del territorio – ha aggiunto Benedetti – ci permette di dare vita a iniziative così importanti e sono contento che si possa lavorare insieme, a prescindere dal colore politico. Concludo dicendo che chi non ha memoria del passato non ha neppure un futuro. Per questo è fondamentale mantenere vivo il ricordo di fatti tanto tragici».