VARENNA – Una serata letteraria in cui a dominare la scena saranno tre libri ambientati tra il Lecchese e il Comasco, con le vicende storiche del 1945 a fare da sfondo. L’appuntamento è per domenica 4 maggio, con inizio alle 20.30, nella sala Fermi di Villa Monastero a Varenna e a promuoverlo è la Provincia di Lecco, per l’occasione affiancata dal Comune di Alserio.
Nel corso della serata ci sarà spazio anche per la musica, con un gradevole intermezzo a cura di Massimiliano Maria Riva, allievo della Scuola civica di musica “Giuseppe Zelioli” di Lecco, che eseguirà una serie di brani alla chitarra classica.
A dominare la scena sarà però, come detto, la letteratura con la presentazione dei libri Onore alla memoria di Mariagrazia Cordone Mambretti, Parole di neve di Giuseppe Arnaboldi Riva e Bellagio – “Il villaggio dei diplomatici” di Pierfranco Negri.
Il commento sarà affidato a Elena Ornaghi, mentre la voce narrante sarà quella di Sabrina Rigamonti. L’ingresso a Villa Monastero sarà libero a tutti, fino a esaurimento dei posti.
“Questa interessante iniziativa – sottolinea Marco Benedetti, assessore alla Cultura, beni culturali, identità e tradizioni della Provincia di Lecco – è l’occasione per presentare tre pubblicazioni di rilevante valore storico e letterario che descrivono vicende inedite legate al nostro territorio nell’ultimo periodo della seconda guerra mondiale”. “Siamo certi pertanto – aggiunge – che l’evento incontrerà il favore del pubblico, che potrà assistere a una serata letteraria piacevole e stimolante nella sempre suggestiva cornice di Villa Monastero”.
Significativo, parlando in particolare del libro di Pierfranco Negri, lecchese di Oliveto Lario, è sapere che a Bellagio, oggi annoverato tra le più famose località di villeggiatura anche oltre i confini nazionali, tra il 1942 e il 1943 si stabilirono le sedi diplomatiche delle ambasciate delle nazioni che riconoscevano la neonata Repubblica di Salò e attorno ad esse uffici e strutture quali il comando tedesco, l’Organizzazione “Todt” e una base dell’Aviazione militare, e che vi gravitarono personaggi quali il fondatore del futurismo Filippo Tommaso Marinetti (morto proprio a Bellagio nel dicembre del ’44) e il suo grande ammiratore e mecenate barone Shinrokuro Hidaka, ambasciatore giapponese.
“Partendo proprio da queste due singolari presenze – si legge nella presentazione – Negri porta il lettore alla scoperta di un passato certamente ai più sconosciuto. Quei giorni furono dolorosi e terribili per tutti, da qualunque lato e schieramento ci si trovasse, e fu naturale chiudere e dimenticare in fretta: meglio pensare al futuro, alla ricostruzione. Oggi, a settant’anni dall’inizio della breve storia della Rsi, ecco che finalmente davanti ai nostri occhi, grazie a indagini come questa, una parte delle nebbie si sta dipanando e noi, che non abbiamo vissuto direttamente quegli anni ma che abbiamo tanta curiosità in proposito, attingiamo con piacere a queste pagine così interessanti e coinvolgenti”.
Sempre nelle pagine introduttive del libro Lucia Sala scrive: “La ricerca sui testi Pierfranco Negri l’ha integrata poco a poco, come in un grande mosaico, con i tasselli delle testimonianze dirette: persone che hanno vissuto l’epoca, gente comune che ricorda e vide particolari che assemblati nell’insieme del racconto e del quadro storico fanno poi rivivere a noi posteri uno spiraglio di ciò che realmente successe in quei mesi sul lago di Como e in particolare a Bellagio, eletto a ‘‘villaggio dei diplomatici ’’ della Repubblica Sociale Italiana. Nel leggerle ho trovato tante piccole curiosità, tra cui l’origine dell’espressione dialettale ‘‘palumbar ciclista’’ che più volte ho sentito a Lezzeno ma che mai avevo pienamente compreso”.
E ancora: “I racconti che tante volte ho ascoltato dai miei nonni e dagli anziani li ho ritrovati in parte qui, in un contesto ora più chiaro e completo, inquadrati nella ricerca storica portata avanti con serietà e metodo dall’autore”.
Nell’introduzione lo stesso Pierfranco Negri scrive invece: “Bellagio fu una sorta di ‘‘villaggio dei diplomatici’’. L’Italia era divisa in due nazioni in lotta tra loro, eravamo in piena guerra civile ed era quello il vento che spirava fra il lago e le valli. Se il 25 luglio 1943 portò a una ‘‘ubriacatura’’ di libertà e speranze, poco tempo dopo, l’8 settembre, l’Italia si trovò a vivere con la dura e sanguinosa realtà di una guerra civile. Sul palcoscenico bellagino va in scena tutta una serie di vicende interessanti e intriganti, dove si mischiano aspetti del quotidiano con vicende di guerra, fatti e tribolazioni nazionali e locali”.