“Non solo badanti”. Questo il titolo del libro presentato nel tardo pomeriggio di venerdì nella sala periodici della biblioteca civica di Lecco Umberto Pozzoli, edito quest’anno da Ed. Sensibili alle Foglie. Parte della rassegna “Incontri con l’autore” promossa dal Comune di Lecco, l’appuntamento ha visto la presenza delle due autrici del volume – la curatrice Grazia Dell’Oro e la fotografa Sara Munari – di tre delle nove donne di cui il libro parla e di Brigida Haznedari, esperta di politiche migratorie che ha moderato la presentazione.
Un libro-intervista, in sintesi, all’interno del quale poter scorrere la testimonianza di nove migranti provenienti da diversi paesi, per svariati motivi approdate in Italia e accomunate dal fatto di fare parte di quell’esercito di lavoratrici definite “badanti” che, stando ai dati Censis, conta circa 1 milione e 500 donne, per l’80% di origine straniera.
«Il volume – afferma la Haznedari, consulente legale in materia di immigrazione – tratta in modo innovativo e stimolante un tema di attualità. La società odierna italiana è caratterizzata per circa il 20 % da persone di età superiore ai 65 anni ma, nonostante questo, il welfare non fornisce loro un adeguato supporto. Se prendiamo in considerazione la forte emancipazione femminile e le numerose mansioni di cui la donna moderna si fa carico – prosegue – è chiaro che c’è una carenza di soggetti in aiuto ai cittadini meno giovani ed è di questo che si occupano quelle persone che vengono comunemente identificate con il termine “badante”».
Ma una parola come questa spesso non svela le mille e più sfaccettature che, invece, caratterizzano una persona e il titolo del libro sembra alludere proprio a questo. «Troppo frequentemente – commenta Grazia Dell’Oro – ci si dimentica che le donne che hanno lasciato il loro paese per raggiungere tra mille difficoltà l’Italia portano con sé un bagaglio di esperienze, di vita, di emozioni e di speranze. Con il titolo “Non solo badanti” ho voluto sottolineare quanto il condensare tutta la loro identità in un singolo sostantivo fosse limitante. Dietro una parola ci sono le persone e, insieme a Sara Munari, ho provato ad andare alla scoperta del loro mondo, della loro quotidianità. La scelta, poi, di lasciare nelle loro battute alcune imperfezioni linguistiche è data dal desiderio di comunicare il più possibile la loro personalità».
A rendere ancora più coinvolgente le testimonianze ci pensano, poi, le fotografie scattate da Sara Munari, rigorosamente in bianco e nero perché «il colore – spiega la fotografa – tende a distogliere l’attenzione dal soggetto ripreso. Entrata nelle case di queste donne, accolta nella loro sfera intima, ho quindi provato a fermare alcuni momenti, alcuni dettagli di loro e della loro quotidianità».
Ma chi sono e da dove provengono, quindi, le nove protagoniste del libro?
C’è Aliona, di nazionalità moldava, laureata in Ingegneria Chimica; e poi Anta, una maestra proveniente dal Senegal; Barbara, dietologa polacca; l’ucraina Katarina; la peruviana Marlene; le marocchine Nadia e Hana; Patricia dalla Bolivia e Patricia, di nuovo, ma dal Brasile. Molte di loro «hanno studiato – spiega Dell’Oro – alcune sono laureate e, giunte nel nostro Paese, hanno dovuto accettare una posizione sociale inferiore, reinventandosi la loro vita e la loro professione. Parlare con loro mi ha permesso di conoscere meglio alcuni aspetti che prima ignoravo. Per raggiungere l’Italia molte hanno affrontato dei viaggi interminabili, addirittura lunghi dei mesi, spendendo delle cifre davvero elevate».
Ed è proprio della sua esperienza di viaggio che parla Marlene, presente durante l’incontro. «Prima di lasciare il Perù – racconta – non credevo fosse così difficile raggiungere l’Italia. Chi mi ha venduto il biglietto ne parlava con semplicità. In realtà ho dovuto spostarmi prima in Bolivia, poi in Argentina. Ho sostato per molti giorni in quei paesi, spendendo molto denaro. Finalmente, dopo ben due mesi, sono arrivata qui. Ci sono voluti circa 6 mila euro».
Ma la fatica e i problemi non finiscono con l’ingresso in Italia. «Riuscire ad avere il permesso di soggiorno è il primo e grande obiettivo da raggiungere – racconta la brasiliana Patricia – Il giorno che ho avuto tra le mani quel pezzo di carta mi sono finalmente sentita libera, sollevata. Ma accanto ai documenti, ciò che spesso è difficile in questo Paese è conquistare per davvero i suoi abitanti e riuscire a fare capire che siamo brave persone, affidabili, di cui si può diventare amici. Sono grata alle famiglie che mi hanno dato lavoro e in genere, a parte qualche caso raro, con loro mi sono trovata bene. Rimane, però, la nostalgia dei rapporti profondi, dell’amicizia, della fiducia».
Presente all’incontro anche l’assessore alla Cultura del Comune di Lecco, Michele Tavola. «È il secondo appuntamento della stagione con gli “Incontri con l’autore” – commenta – e devo dire che la buona partecipazione di pubblico ci fa pensare a un crescente successo dell’iniziativa. Continueremo – conclude – a proporre eventi di questo tipo, arricchendo il più possibile di novità i prossimi calendari».