Raccontata la storia di Malala Yousafzai e della sua lotta per la libertà e l’istruzione femminile
La rappresentazione, vincitrice del concorso nazionale di monologhi ‘Essenza di Prodigi’, venerdì 5 maggio al Teatro San Lorenzo
MANDELLO – Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore dodici. Giornata d’esami, scuola è finita. Malala e le sue compagne sono sul vecchio autobus che le riporterà a casa ma all’improvviso un uomo sale a bordo e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita. Malala ha appena quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo sin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. Per questo deve morire. Ma Malala non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l’inizio di un viaggio straordinario dalla remota valle in cui è nata fino all’assemblea generale delle Nazioni Unite.
Sarà questa storia, la storia di Malala Yousafzai e della sua lotta per la libertà e l’istruzione femminile, a essere raccontata sotto forma di monologo di narrazione venerdì 5 maggio al Teatro San Lorenzo di Mandello. Attivista pakistana, oggi è il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla cultura e al sapere. Nel 2014 è diventata la più giovane vincitrice di sempre del Nobel per la Pace.
Lo spettacolo, inserito nella rassegna Festival della Letteratura e programmato alle ore 17.30, vuole ripercorrere alcuni eventi salienti della sua vita per accompagnare il pubblico, tenendolo quasi per mano, alla consapevolezza di quanto ognuno di noi possa essere artefice di un cambiamento importante per rendere il mondo migliore. “La storia di questa ragazzina di quindici anni spiazza. Per il suo coraggio. La sua caparbietà. La sua sicurezza nell’affermare l’importanza della cultura come strumento potente di cittadinanza attiva e al tempo stesso come diritto inviolabile per ogni essere umano”, commenta Doriana Pachera, assessore alla Cultura e all’Istruzione.
Per interpretarla, scelta la giovanissima Annalisa Cervellera, appena sedicenne, per restituire al pubblico quella semplicità e freschezza con cui Malala ha sfidato tabù e convinzioni sbagliate diffuse e radicate nel proprio paese in nome della libertà. La scenografia, semplice ed essenziale, riporta a un luogo indefinito, marcato spazialmente dalla presenza di cubi neri, proprio a dire che una storia come questa potrebbe ripetersi in qualsiasi momento e in qualsiasi altra parte del mondo. Così come l’attrice nello spazio scenico si muove idealmente da Birmingham alla valle dello Swat con un continuo flusso spazio-temporale sulla scia dei ricordi.
Altro elemento protagonista della scena sono i libri: simbolo di istruzione, di cultura, di saggezza, di crescita. Il testo anche si muove su un doppio binario: quello della narrazione e del racconto dei fatti e quello della reviviscenza in cui l’attrice vive e respira dando anima e voce a una delle vicende più emblematiche e significative della storia delle donne. Uno spunto di riflessione continuo che scorre rapidamente, come le pagine di un libro che non riesci a smettere di leggere e che ti lascia una morale chiara ed essenziale che senti il dovere di continuare a portare con te: ‘Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo’.
Lo spettacolo è vincitore del primo premio al concorso nazionale di monologhi Essenza di Prodigi – città di Forlì e al momento è nella terna finalista del festival Avis in Corto di Ascoli Piceno. È stato scelto dal CIAI (Centro Italiano di Aiuto all’Infanzia) come testimonial di progetti umanitari ed è stato tra gli eventi di punta del cartellone del Festival Tempeste.