Industria 4.0. Api: “Innovazione sì, ma anche formazione”

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Il presidente di Api Lecco Sondrio, Luigi Sabadini
Il presidente di Api Lecco Sondrio, Luigi Sabadini

 

LECCO – Non sono solo i grandi gruppi ad interrogarsi sullo futuro sviluppo industriale italiano, anche il mondo della piccola media azienda guarda ad Industria 4.0. L’innovazione, la ricerca di nuove tecnologie, di nuovi metodi di produzione sono alla base di un processo già in atto nel nostro Paese, ma non basta.

“Acquistare un impianto si può, usufruendo anche di detrazioni fiscali, ma, installato in azienda, rischia di diventare un monumento al futuro, già sorpassato se non sappiamo sfruttarne le potenzialità. Bisogna investire anche nella formazione del proprio personale”. Lo ha detto Luigi Sabadini, presidente dell’API Lecco Sondrio, intervenendo lunedì pomeriggio nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione nell’ateneo lecchese del Politecnico.

Industria 4.0 è un termine che “non ci piace – ha commentato Sabadini – suona malissimo, l’innovazione passa anche dal connubio tra lavoro e tecnologia, una rivoluzione culturale che deve essere preparata per tempo, con un’adeguata formazione della forza lavoro già presente in azienda, non sono con l’assunzione di giovani laureati”.

Il direttore di Api Lecco Sondrio, Mauro Gattinoni

 

Il rischio, come ha riferito il presidente dei piccoli medi imprenditori, è di possedere le tecnologie adeguate e non essere in grado di usufruirne nella maniera ottimale. “Il cambiamento è già avvenuto nelle nostre società” hanno ricordato la giornalista Annalisa Mangone e il prof. Gaetano Cascini, relatori alla tavola rotonda, che ha animato l’incontro di lunedì, insieme al consigliere regionale Mauro Piazza e all’on. Gian Mario Fragomeli.

“Le trasformazioni non avverranno solo nelle officine ma in tutti i settori dove si producono servizi, nei modelli business, nelle infrastrutture culturali – ha proseguito Mangone – Lo smartphone è diventato uno strumento irrinunciabile per gestire il nostro tempo, la nostra professione, questo mondo di dati è entrato nei fattori produttivi diventato volano del cambiamento radicale nelle imprese”.

La tavola rotonda: al centro la giornalista Annalisa Mangone, a sinistra Luigi Sabadini e l’on. Gian Mario Fragomeli, a destra il consigliere Mauro Piazza e il prof. Gaetano Cascini

 

Il Politecnico, sede dell’appuntamento di lunedì, è simbolo dell’opportunità per le imprese lecchesi di questa corsa all’innovazione. “Fin dalla sua nascita questa università è stata legata all’industria – ha sottolineato il prorettore Manuela Grecchi annunciano il nuovo progetto dell’ateneo – lanceremo a Lecco una didattica innovativa, i nostri studenti si applicheranno su temi reali, con tutor azienda e docenti, lavorando alle proposte che giungeranno dal territorio”.

Il pubblico di autorità e imprenditori riunito nell’aula magna del Poltecnico

 

Una collaborazione che, dalle imprese, non poteva che estendersi al mondo della ricerca rappresentato dal Politecnico, ma anche alle istituzioni locali: “L’assemblea – è intervenuto il sindaco Virginio Brivio – non è un momento solo interno ad un’associazione, ma un’occasione reciproca di conoscenza e di interlocuzione con quei soggetti che hanno a cuore il territorio. Occorre valorizzare queste opportunità di confronto, per affrontare insieme, in modo coerente e congiunto, i temi come quello dell’innovazione, delle infrastrutture, del welfare aziendale che ci consente di mettere in campo più ampie politiche sociali e connetterle con il modo delle imprese; può essere un’importante leva affinché il nostro territorio resti competitivo”.

Un dialogo che “va mantenuto vivo tra istituzioni e imprese, pubblico e privato” ha ribadito il presidente della Provincia, Flavio Polano, ricordando come la burocrazia, il muro contro cui spesso si scontrano processi innovativi e di collaborazione con le istituzioni, “non soffoca solo le imprese ma anche gli enti burocratici, Comuni e Province”.

Il sindaco Virginio Brivio

 

“Gli esperti ci dicono che siamo fuori dalla recessione e i segnali li abbiamo visti anche dal nostro osservatorio – ha sottolineato il prefetto Liliana Baccari – in questi anni difficili avete mantenuto alta la fiducia nei vostri associati con iniziative e supporto, riuscendo a non disperdere e ad esaltare lo spirito di questo settore. E’ un compito impegnativo quello che vi attende e lo affronteremo con voi, quello di formare una nuova cultura dell’impresa e stare al passo con i tempi in un mondo in continua evoluzione. Una cosa è certa, senza piccole e medie imprese l’Italia non potrebbe andare avanti”.