L’Aerosol non riparte: lavoratori delusi, i sindacati lasciano l’incontro

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VALMADRERA / LECCO – “Ancora una volta abbiamo ascoltato dichiarazioni fumose da parte di chi amministra l’azienda, fantomatici aumenti di capitale che ufficialmente non ci risultano, mentre gli stipendi dei lavoratori non sono ancora stati pagati”.

Nello sfogo di Celeste Sacchi, sindacalista della Uil, si raccoglie tutta la delusione dei lavoratori e dei loro rappresentanti a margine dell’ultimo incontro sulla crisi dell’Aerosol Service ospitato giovedì pomeriggio in Provincia.

Sindacati e azienda si erano lasciati nell’ultimo tavolo di confronto con le rassicurazioni di Giovanni Bartoli, sulla ricapitalizzazione e l’immissione di nuova liquidità, la riapertura della fabbrica, che sarebbe dovuta avvenire lo scorso 26 febbraio, un primo pagamento di parte delle spettanze dovute ai lavoratori e un successivo versamento in favore dei dipendenti a quindici giorni dalla ripresa dell’attività e di nuovo a fine marzo.

Invece, denunciano i sindacati, una sola mensilità sarebbe stata pagata ai lavoratori, la fabbrica non ha mai riaperto e nessun altro pagamento è stato effettuato dall’azienda nei confronti dei dipendenti.

“I lavoratori devono ancora percepire cinque retribuzioni, c’è chi ha affitti e mutui da pagare, le persone non vivono d’aria” ha proseguito Sacchi. Ancora una volta Bartoli, che avrebbe recentemente preso il posto di Tiziano Saggiomo alla guida del consiglio di amministrazione, avrebbe precisato che gli stipendi verranno pagati appena l’azienda ripartirà, “ma non potrà riaprire se nessuno ci metterà risorse – prosegue Sacchi – e a complicare le cose c’è anche una diffida dell’Arpa”

La richiesta dei sindacati era quella di immettere nuova liquidità, “ci è stato riferito che i soldi sono stati messi su un conto corrente alternativo, visto che gli altri conti sono stati pignorati, ma formalmente non ci risulta alcun atto notarile che certifichi la ricapitalizzazione – spiega Massimo Ferni della Cisl – ci è stato anche detto che le trattative per vendere l’azienda proseguono, auspichiamo che questa cessione avvenga il prima possibile e ad un soggetto industriale, perché l’attuale proprietà non lo è”.

Aerosol era stata infatti acquisita (con la cessione delle quote della famiglia Fiocchi per soli 14 euro) da Seconda Investimenti a sua volta posseduta totalmente dalla Karmainvest S.a., con sede in Lussemburgo. “Serve una realtà che sappia gestire l’azienda, che è ancora capace di fare utili e dare lavoro” ha sottolineato Ferni che, con colleghi Sacchi e Nicola Cesana della Cgil, non ottenendo le risposte auspicate da parte di Aerosol, hanno lasciato anzitempo l’incontro in Provincia.

“È andata come ci aspettavamo – afferma Nicola Cesana (Filctem) – Bartoli non ha saputo dirci quando potrà ripartire la produzione, ma soprattutto quando saranno pagati gli stipendi”.

Mercoledì prossimo i lavoratori si ritroveranno in assemblea. “La discriminante per noi oggi – ha concluso il sindacalista della Cisl – è che paghino gli stipendi e che mettano l’azienda in condizioni di ripartire o la cedano”.