Oltre 200 delegati nell’aula magna del Politecnico di Lecco
Cuore dei lavori di questa mattina la relazione del segretario generale Diego Riva
LECCO – Più di 200 delegati presenti questa mattina, 11 gennaio, nell’aula magna del Politecnico di Lecco, dove si è aperto il XIX Congresso provinciale Cgil Lecco in programma oggi e domani. Presenti anche tanti ospiti in rappresentanza di istituzioni, delle altre organizzazioni sindacali, delle associazioni di categoria e di tante altre realtà associative e non con cui la Cgil Lecco collabora e si confronta quotidianamente non soltanto per questioni prettamente sindacali.
La giornata è cominciata con la proiezione di un filmato, una carrellata veloce di immagini che hanno fotografato i volti delle tante persone che hanno camminato con il sindacato negli ultimi quattro anni e che hanno voluto rappresentare i diversi modi con cui la Cgil Lecco svolge il proprio ruolo di sindacato.
Prima della relazione del segretario generale Cgil Lecco Diego Riva, il cuore della mattinata di lavori, è stato lasciato spazio ad Antonio Peccati in rappresentanza della Camera di Commercio che ha augurato a tutti un buon lavoro: “La tutela dei diritti del lavoratori è un must del fare impresa e il nostro territorio è ricco di queste eccellenze – ha detto Peccati -. Voglio sottolineare che la Camera di Commercio, in modo diretto e indiretto, sostiene le imprese italiane e i territori”.
Una sottolineatura, in apertura di lavori, anche sul luogo scelto per il congresso: “Siamo in un luogo particolare e importante per la nostra città. Il Politecnico è un luogo di prospettiva nono solo perché qui vengono a studiare persone giovani e di tutte le nazionalità, ma anche per il valore e la qualità della ricerca che si realizza in questo luogo”.
I lavori sono entrati nel vivo con la relazione del segretario generale Diego Riva che nel suo discorso ha trattato diversi temi a partire da quello della crisi: “Stiamo svolgendo il nostro percorso congressuale in un contesto politico, sociale ed economico drammatico, mai vissuto da nessuno di noi. In aggiunta a tutto questo c’è anche una guerra, assurda, che rischia di farci raggiungere una escalation nucleare in Europa, proprio vicino a noi. Ecco, dentro a questo contesto la Cgil ha deciso di confrontarsi e discutere con tutte le sue iscritte e i suoi iscritti. Dobbiamo interrogarci su come migliorare il nostro ruolo di presidio democratico dentro il Paese e di controllo sociale del territorio. Possiamo continuare a esserlo solo se diamo risposte concrete al malessere collettivo rappresentato oggi da una crescente povertà, da una difficoltà lavorativa che mette a rischio anche i diritti acquisiti da tempo, da una disoccupazione crescente, da una diffusa difficoltà economica”.
“Il movimento sindacale è forte se democratico e rappresentativo e non semplicemente se legittimato dai governi e dalle controparti, ai quali va comunque garantita la nostra affidabile e autorevole presenza sui tavoli negoziali. La rappresentanza e la contrattazione vanno ripensate, se vogliamo accettare la sfida per migliorare le condizioni lavorative ed economiche di tutte e di tutti; in nome di un principio di inclusione che deve rispondere non solo ai dipendenti privati e pubblici, ma anche a quell’insieme di lavoratori parasubordinati, professionisti, atipici, precari e discontinui. Non possiamo chiedere avanzamenti agli altri se noi non proviamo a concentrarci sui problemi veri, su come migliorare la nostra organizzazione. La corrosione del significato sociale e politico del lavoro ci obbligano ad agire ridisegnando l’azione sindacale in un processo di trasformazione generale del Paese. So bene che nelle organizzazioni sindacali esistono delle differenze sostanziali dei modelli a cui si fa riferimento, ma se pensiamo che il mondo del lavoro debba riacquisire la sua dignità, questa discussione va aperta”.
La relazione di Riva ha trattato anche di diseguaglianze sociali, economiche e culturali e delle politiche per contrastarle; di giovani e lavoro, dei vari progetti che vedono la collaborazione del sindacato, di sostenibilità; e ancora natalità, invecchiamento e immigrazione (“tre temi importanti e intrecciati tra loro ai quali serve dare risposte concrete. La Cgil sarà sempre dalla parte dell’umanità e della giustizia sociale; perché, come diceva Gino Strada ‘I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi'”).
Un accenno finale, oltre alle molteplici attività del sindacato, anche alla Sezione Anpi “Pino Galbani”, costituita presso la stessa camera del lavoro ad aprile 2022: “Siamo orgogliosi di aver dedicato la nostra sezione a Pino Galbani, operaio internato nel campo di concentramento di Mauthausen durante la seconda guerra mondiale, fiero oppositore del regime fascista, delegato sindacale in prima linea nel grande sciopero cittadino del marzo 1944, autore di memorie sulla deportazione e attivo testimone degli orrori del nazifascismo. Ed è proprio con un passo tratto dalla sua autobiografia che voglio chiudere la mia relazione. Quando Pino, appena diciottenne, torna nella sua casa di Lecco all’indomani della liberazione, succede questo: Tutti venivano a congratularsi, ma molti anche a chiedere: “Dov’è mio padre? Dov’è mio marito? Dov’è mio figlio?” A queste domande dovevo rispondere: “Sono morti.” E allora chiedevano: “Come è morto? “Ha avuto sepoltura?” Ed io: “No, non hanno una tomba, sono stati bruciati nel forno crematorio.” Pino, compagno e amico, ha saputo lottare contro queste barbarie, pagando un prezzo altissimo, perché i valori che lo sostenevano erano più forti di qualsiasi ostacolo. E così la Cgil, la nostra Cgil, starà sempre in campo a lottare affinché quei periodi bui della storia non abbiamo più a ripetersi! Viva la Democrazia, viva la Costituzione, viva la Cgil”.