Ance Lecco Sondrio. Un evento dedicato al confronto sulle strategie aziendali

Tempo di lettura: 6 minuti

“Trovare l’ordine del disordine. Strategie per l’impresa”

Il presidente Luca Fabi: “È essenziale comprendere gli eventi che si verificano a livello globale e le loro ripercussioni sui contesti locali”

LECCO – Quali sfide e opportunità si presentano per il mondo imprenditoriale di fronte alle rapide e complesse evoluzioni del panorama macroeconomico, che hanno subito una notevole accelerazione dopo il Covid? Questo interrogativo ha guidato il convegno “Trovare l’ordine nel disordine. Strategie per l’impresa”, dove esperti e imprenditori hanno esplorato le strategie necessarie per navigare in un contesto così dinamico e incerto.

L’evento è stato organizzato da Ance Lecco Sondrio in collaborazione con Banca Generali Private. Questa stimolante riflessione, che ha suscitato grande interesse, ha visto la partecipazione di circa ottanta persone ed è stata inaugurata dal saluto del Sottosegretario all’Autonomia e ai Rapporti con il Consiglio di Regione Lombardia, Mauro Piazza.

Il presidente di Ance Lecco Sondrio, Luca Fabi, ha aperto la serata, seguita dal messaggio di saluto di Augusto Cazzaniga, Area Manager Lombardia di Banca Generali, dichiarando: “Oggi, chiunque operi nel mondo delle imprese, indipendentemente dal settore, deve necessariamente adottare una visione più ampia. È fondamentale comprendere gli eventi che stanno accadendo a livello globale e i loro impatti sui contesti locali, che possono essere nazionali, regionali o provinciali. Il grande si riflette nel piccolo e il globale influisce sul locale. Ciò che accade all’interno dei confini locali è inevitabilmente influenzato dalle dinamiche e dagli eventi che caratterizzano il contesto globale.”

“È ormai chiaro che i trend economici non possono essere confinati in orizzonti ristretti. Viviamo in un’economia globalizzata, in cui gli effetti di un fenomeno che si verifica a migliaia di chilometri di distanza si propagano, proprio come le onde concentriche generate da un sasso lanciato in uno stagno” spiega Luca Fabi.

Il presidente dei Giovani Imprenditori di Ance Lecco Sondrio, Mattia Elia, afferma: “È fondamentale alzare lo sguardo dalla quotidianità, in cui spesso ci troviamo immersi, per affrontare i grandi temi che interrogano la nostra società contemporanea. È evidente che questa sfida deve essere assunta in prima persona da noi giovani imprenditori, che viviamo il mondo dell’impresa con un bagaglio di esperienza sul campo certamente meno ampio rispetto a chi opera in questo settore da più tempo e ricopre ruoli decisionali più consolidati.”

Mattia Elia sottolinea: “Essere giovani implica proprio queste prerogative. Da un lato, la volontà di apprendere e formarsi, ampliando la propria esperienza e le proprie competenze; dall’altro, il coraggio di affrontare le sfide e confrontarsi con il nuovo.”

Sfide e opportunità: su questo tema si è concentrato Gabriele Pinosa, Founder e CEO di Go-Spa Consulting Srl, esperto di macroeconomia e mercati finanziari, con un intervento particolarmente chiaro, ben strutturato e di ampio respiro.

“Il Covid ha segnato un autentico punto di svolta nella storia, accelerando una serie di fenomeni macroeconomici, geopolitici e tecnologici. In primo luogo, abbiamo assistito alla fine dell’iper-globalizzazione: si è frantumata l’illusione di un mondo senza confini, in cui il commercio di merci e servizi avveniva senza ostacoli. Si sono così create linee di faglia significative, dalla guerra in Ucraina alle tensioni geopolitiche nel Mar Cinese Meridionale, dall’implosione del Medio Oriente alle sommosse in Africa. Tutto ciò ha avuto e continua ad avere ripercussioni inevitabili sulle catene di approvvigionamento.”

Un altro aspetto macroeconomico cruciale da analizzare è il ritorno dell’inflazione. Gabriele Pinosa afferma: “Per vent’anni abbiamo creduto che l’inflazione fosse ormai morta e sepolta, in particolare dopo l’ingresso della Cina nel WTO nel 2001. Ci eravamo illusi di poterci affidare a una parte del mondo, lontana, dove la manodopera a basso costo ci consentiva di delocalizzare la produzione, trasferendo anche le problematiche ambientali. Tuttavia, l’inflazione è viva e vegeta, alimentata da una serie di fattori strutturali, tra cui la già menzionata fine dell’iper-globalizzazione e le politiche monetarie.”

Gabriele Pinosa prosegue nella sua analisi sull’inflazione, sottolineando che non è necessariamente un elemento negativo, come spesso sostenuto dagli esperti: “L‘inflazione rappresenta una possibile soluzione al grave problema del debito mondiale. Attualmente, il mondo intero è in una situazione di indebitamento, e nessuno sembra sapere o voler affrontare il modo per uscirne. Per fare un esempio, negli Stati Uniti il debito ha superato i 35 trilioni di dollari, a fronte di un PIL di 28 trilioni, e gli interessi sul debito hanno ormai superato le spese militari. Anche la Cina è alle prese con il debito. In questo scenario, l’unica strada praticabile è l’inflazione, che deve rimanere al di sopra dei tassi nominali del costo del denaro per favorire un processo di repressione finanziaria”.

“Gli Stati possono ripagare il debito a medio e lungo termine agli investitori sapendo che, quando sarà il momento di restituirlo, il valore nominale rimarrà invariato, ma il suo valore reale potrebbe diminuire” commenta Gabriele Pinosa.

“Certo, c’è il rischio di un’iperinflazione, con conseguenze sociali e politiche significative. Tuttavia, questa è l’unica via d’uscita verso cui devono orientarsi le politiche monetarie e fiscali. Mentre gli Stati Uniti e la Cina cercano di gestire la situazione, l’Europa sembra assente. La crisi dell’automotive che ha colpito la Germania ne è un chiaro esempio, con ripercussioni su tutti i Paesi dell’UE e sugli stessi tedeschi. Le percentuali ottenute dal partito filo-nazista Alternative für Deutschland ne sono una testimonianza evidente. Se l’aumento dell’inflazione rischia di amplificare le disuguaglianze, le istituzioni devono prestare attenzione alla voce della popolazione” sottolinea Gabriele Pinosa.

Se questo è lo scenario delineato, quali sono le opportunità per le imprese? Gabriele Pinosa ne ha indicate quattro, ciascuna derivante da specifiche criticità. “In primo luogo, di fronte al problema della frammentazione dell’UE, possiamo sfruttare la fine dell’iper globalizzazione per rilocalizzare gli investimenti in produzione e infrastrutture in Europa, Africa o Medio Oriente. In secondo luogo, con gli Stati Uniti che stanno vivendo un declino strutturale e hanno perso il ruolo di ‘poliziotto’ del mondo, è possibile accorciare le catene di subfornitura riscoprendo la centralità del Mediterraneo, anche attraverso investimenti in porti e interporti. Anche se l’inflazione potrebbe causare un aumento dei costi delle materie prime, possiamo contare su una riduzione del debito a tasso fisso.

“Infine, in risposta alla volatilità dei cambi, è opportuno considerare la diversificazione degli investimenti verso nuove valute, azioni di commodities, oro e bitcoin – prosegue Pinosa – È essenziale tornare al messaggio del Piano Draghi, unendo nuovamente istituzioni e settore privato per rafforzare la credibilità e la fiducia nell’Europa”.

Raffaele Denardo, Vice Presidente di Morgan Stanley Investment Management Italy, una delle quattro principali banche d’investimento al mondo, si è soffermato sul tema degli investimenti. Ha iniziato la sua riflessione analizzando la preoccupante situazione del sistema previdenziale, previsto in forte difficoltà nei prossimi anni a causa della riduzione di 8 milioni di persone in età lavorativa e dell’aumento esponenziale della spesa pubblica per la sanità.

“L’Italia vanta una risorsa preziosa: la ricchezza privata, con il 50% degli investimenti destinati al settore immobiliare e il 27,8% ai servizi finanziari. È essenziale superare lo scetticismo verso questo settore di investimento e adottare un approccio più diversificato” ha concluso il Vice Presidente di Morgan Stanley Investment Management Italy.