Durante la Fiera di Montichiari, esperti e istituzioni si confrontano sulle strategie per salvaguardare il settore agroalimentare
Trezzi: “Fattoria Italia sotto attacco a causa di peste suina africana, Lingua Blu e aviaria”
LECCO – “Sono necessari almeno 50 milioni di euro per affrontare l’emergenza della Peste Suina Africana (Psa), che minaccia un settore strategico dell’agroalimentare italiano”. Questo è l’appello lanciato dal presidente Ettore Prandini durante l’incontro “Difendere la zootecnia per difendere l’agricoltura”, organizzato dalla Coldiretti in occasione dell’inaugurazione della Fiera di Montichiari, la manifestazione italiana di riferimento a livello internazionale per l’allevamento.
A Montichiari si è registrata una massiccia presenza di allevatori e agricoltori di Coldiretti Como Lecco, guidati dal presidente Fortunato Trezzi e dal direttore Rodolfo Mazzucotelli. Un’occasione per fare il punto sul difficile momento della cosiddetta Fattoria Italia, colpita da una serie di emergenze come la Peste Suina Africana, la malattia della lingua blu e l’aviaria.
Il bilancio attuale è preoccupante: si stima che siano stati abbattuti centomila maiali, quasi quarantamila pecore e oltre centottantamila tacchini, secondo un’analisi di Coldiretti basata sui dati del Bollettino epidemiologico.
“Si tratta di un impatto devastante sui bilanci degli allevamenti nazionali, che mette a rischio un settore del valore di oltre 55 miliardi di euro e rende indispensabili l’adozione di misure immediate” spiega Trezzi.
Fortunato Trezzi prosegue: “Non sorprende che all’incontro fossero presenti, insieme al segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo, il vicepremier e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani (in collegamento), il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il commissario straordinario per la peste suina africana Giovanni Filippini“.
“Le misure annunciate dal commissario straordinario Filippini, come l’installazione di barriere autostradali per fermare i cinghiali, principali vettori del virus, e il depopolamento, rispondono alle proposte di Coldiretti presentate due anni fa – prosegue Prandini – Tuttavia, è fondamentale accompagnare queste azioni con l’erogazione immediata degli indennizzi agli allevamenti colpiti, per prevenire gravi danni economici”.
“Siamo in una fase molto complessa, stiamo affrontando gravi emergenze sanitarie come la Peste Suina Africana, l’influenza aviaria e la malattia della lingua blu, che richiedono piani strategici chiari e condivisi, in conformità con le nuove disposizioni comunitarie” spiega Filippini.
Inoltre, aggiunge: “Stiamo lavorando per ridefinire le nostre azioni alla luce di scenari sanitari in continua evoluzione, spesso correlati ai cambiamenti climatici, come le malattie trasmesse da vettori. Le nostre iniziative sono focalizzate sulla tutela dell’intero settore zootecnico e delle sue produzioni, prestando sempre grande attenzione al benessere e alla salute degli animali, adottando un approccio ‘one health’ per salvaguardare anche la salute umana e dell’ambiente”.
Quest’anno, la Fiera si presenta per la prima volta senza la presenza di maiali, mucche e pecore, in un “lockdown” volontario adottato per senso di responsabilità da parte di Coldiretti. Di fronte all’attuale situazione di emergenza, l’organizzazione ha scelto di evitare che la partecipazione degli animali potesse costituire un’ulteriore fonte di diffusione della Peste Suina Africana e della malattia della lingua blu.
La peste suina africana assedia il Nord Italia. Le regioni più colpite da questa emergenza sono Liguria, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, con quasi centomila maiali abbattuti, a cui si sommano i problemi legati alla mancata movimentazione degli animali. I cinghiali rappresentano il principale veicolo di diffusione della malattia, facilitata dalla crescita incontrollata della loro popolazione nelle campagne, una situazione denunciata da anni da Coldiretti.
“Sebbene la Peste Suina Africana non si trasmetta all’uomo, sta infliggendo gravi danni a una filiera che, dal campo alla tavola, vale 20 miliardi di euro” affermano da Coldiretti. L’organizzazione chiede l’erogazione immediata dei risarcimenti agli allevatori, coprendo sia i danni diretti che indiretti, e richiede un monitoraggio costante sui prezzi dei suini per prevenire speculazioni.
A pesare sugli allevamenti di mucche e pecore è la Lingua Blu, con oltre quattromila focolai attivi, di cui circa tre quarti si trovano in Sardegna. Anche il Piemonte, la Lombardia e la Calabria stanno vivendo una situazione critica. Questa malattia è trasmessa agli animali da un insetto, il moscerino del genere Culicoides; non colpisce l’uomo e non infetta né la carne né il latte. Tuttavia, la Lingua Blu provoca un calo nella produzione di latte e blocca la movimentazione di greggi e mandrie, causando danni economici significativi per le aziende.
Coldiretti sollecita l’estensione della campagna vaccinale e controlli rigorosi sulle importazioni di animali vivi dall’estero, poiché la Lingua Blu è probabilmente arrivata nelle regioni settentrionali dall’Europa del Nord, dove la malattia si sta diffondendo rapidamente. In questo contesto, è fondamentale l’utilizzo di stalle di sosta e l’impiego di repellenti per gli insetti.
A destare preoccupazione è anche la recrudescenza dell’aviaria, che colpisce le regioni Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, con l’abbattimento di circa 180.000 tacchini.
Infine, all’incontro della Fazi hanno partecipato anche Paolo De Castro, presidente di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, Alessandro Beduschi, assessore all’agricoltura della Regione Lombardia, Gianluca Lelli, amministratore delegato di Consorzi Agrari d’Italia, Felice Adinolfi, direttore del Centro Studi Divulga e professore di economia e politica agraria all’Università di Bologna, e Piero Gattoni, del Consorzio Italiano Biogas.