Lettera. Una dura critica contro i commercianti lecchesi

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LECCO – Riceviamo e pubblichiamo una missiva in risposta alla posizione assunta dai commercianti lecchesi verso l’ultima iniziativa promossa dall’Amministrzione comunale (vedi articolo, ndr), missiva che molto probabilmente è destinata a scatenare un’aspra discussione.

Ancora una volta si legge sul suo webnews l’ insoddisfazione e il disappunto dei commercianti di Lecco per un nuovo evento in svolgimento nella nostra città in questi giorni, evento che ha, come altri, il pregio di rinvigorire Lecco e di attrarre gente sul nostro territorio. Mi chiedo da cittadino e da lecchese che cosa i nostri commercianti abbiano fatto o stiano facendo per far si che Lecco divenga quella città turistica che loro vorrebbero. Personalmente, che per lavoro sono spesso fuori Lecco e ho la fortuna di soggiornare in città veramente a vocazione turistica, denoto come i commercianti “nostrani” hanno dalla loro una sola e vera vocazione, quella di protestare e di dire che tutto non va bene. Gli spettacoli organizzati in piazza Garibaldi per esempio, sono contestati dicendo che c’è troppa gente e quindi caos, lo spettacolo pirotecnico della festa del lago realizzato per non penalizzare il turismo, ma con quali soldi? Certamente non i loro, perchè quando si tratta di investire improvvisamente nessuno di loro ha nulla, sicuramente però si possono usare quelli dei cittadini di Lecco. Ai commercianti invece i profitti dei turisti che assitono allo spettacolo pirotecnico! E come non menzionare ancora la diatriba sulla chiusura del lungo lago nei sabati e nelle domeniche, chiusura che a detta dei commercianti, è causa di un calo di profitti. Poi ci si accorge che il giorno di ferragosto tutto in centro è chiuso e se vuoi bere un caffè non è poi così facile. Insomma, ma di che cosa e soprattutto di quale turismo si sta parlando? Quali iniative hanno messo in campo i nostri commercianti invece di continuare a piangersi addosso, intendo dire iniziative vere e non le solite sbronze del sabato sera, quelle si che creano vero disturbo ai Lecchesi. Forse i nostri bottegai, farebbero bene ad avere una visione più imprenditoriale e turistica per una Lecco, città posta in un paesaggio naturale incantevole. Non possiamo sperare però sempre e solo che qualcuno faccia il lavoro per noi e magari che ci stenda pure un bel tappeto rosso ( poca spesa e tanta resa…..ovviamente per i commercianti). Ore mi chiedo che differenza c’è tra la mentalità dei nostri commercianti e la mentalità dell’ assistenzialismo statale italico tanto criticato? Cosa hanno fatto loro per attrarre il turismo se non protestare? Hanno dato luogo ad investimenti? Programmi? Attività? Cultura?…..nulla, zero al quoto. Forse si aspetterebbero che i cittadini senza troppi preamboli infarcissero le loro attività senza tanto discutere. Alla fine basta il lago e un bel tramento! Cose d’ altri tempi e che dimostrano che Lecco stà, rispetto ad altre realtà del nostro paese, affrontando la crisi come se tutto fosse scontato, ma senza idee e senza investimenti. Ci si renda conto invece che non siamo unici e che le cose non vanno male solo perchè dipendenti da strane congetture, ma dalla capacità di fare impresa e di mettersi in gioco. Da noi invece, non si vede intraprendenza e voglia di fare. Come ho già detto in altri tempi, continuo da Lecchese a preferire lidi turistici diversi dove è tangibile un impegno a modificare e a far crescere una imprenditorialità veramente turistica e non come nella nostra città, dove il commercio è alla continua ricerca di un capro espiatorio senza invece fare un attento esame di coscienza su quanto sta programmando e investendo. Il riempire la propria bottega senza guardare avanti e senza idee può solo soddisfare gli appetiti di una festa padana, fini a se stessi ma ben lontani da una sana cultura imprenditoriale riscontrabile nel resto di un Europa dinamica e in crescita“.

Alberto Panzeri