Carcano S.p.A., un anno di crisi: i sindacati chiedono intervento urgente in Regione

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Gli stabilimenti di Mandello della "Antonio Carcano Spa

Dopo l’incendio del 2024 e la trattativa di vendita bloccata “la situazione è ormai insostenibile”

Quasi 500 dipendenti diretti e oltre 700 con l’indotto attendono risposte sul futuro dell’azienda. I sindacati denunciano mancanza di trasparenza e chiedono un confronto immediato

MANDELLO – È una situazione che dura da oltre dodici mesi e che, giorno dopo giorno, diventa più critica. La Carcano Antonio S.p.A., storica realtà dell’alluminio con tre stabilimenti (Mandello, Andalo Valtellino e Delebio) sta attraversando una delle fasi più complesse della sua lunga storia industriale.

La preoccupazione dei lavoratori è arrivata al punto di rottura. Nella comunicazione sindacale diffusa ieri, venerdì, le RSU e le organizzazioni sindacali di FIM CISL, FIOM CGIL di Lecco e Sondrio annunciano di aver presentato una richiesta urgente di convocazione alla IV Commissione Attività Produttive di Regione Lombardia, con l’obiettivo di affrontare una crisi che sta mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro.

Il 31 ottobre 2024 segna il punto di svolta. Un incendio devastante colpisce la linea di laminazione monte dello stabilimento di Delebio, l’unica esistente, paralizzando la fase iniziale della produzione. La laminazione, infatti, parte dai bracci di alluminio fusi e li riduce progressivamente fino ad arrivare alla lamina: senza questo passaggio, tutta la filiera produttiva successiva – Mandello e Andalo – si blocca.

La ripartenza si rivela lunga e complicata. Per mesi si è proceduto con soluzioni-ponte, appoggiandosi a ditte esterne, con tempi dilatati e costi elevatissimi. Il fermo macchina si traduce in gravi problemi di liquidità, che nel corso del 2025 costringono l’azienda a ridurre i volumi trasformati negli stabilimenti a valle. Gli effetti arrivano subito: cassa integrazione, instabilità organizzativa e un clima di crescente incertezza.

La nuova linea di laminazione è entrata in funzione solo nell’ottobre 2025, ma il ritorno alla normalità è ancora lontanissimo.

Una vendita sospesa: golden power e futuro bloccato

A complicare ulteriormente il quadro c’è la delicata trattativa di vendita della maggioranza dell’azienda a un potenziale acquirente cinese. In quanto soggetto extraeuropeo e considerato il settore strategico, la procedura richiede la valutazione del Governo attraverso il meccanismo del golden power.

Secondo quanto riferito dai sindacati, il MIMIT non avrebbe dato via libera all’operazione, ritenendo non sussistenti le condizioni necessarie. Nessuna comunicazione ufficiale è stata resa pubblica, ma la trattativa risulta di fatto bloccata da mesi.

Una mancata chiarezza che, denunciano i sindacati, “accentua la precarietà e lascia i lavoratori nell’incertezza assoluta su una vicenda che avrebbe potuto rappresentare una soluzione”.

Volumi ancora bassi: il 2026 si preannuncia difficile

Nonostante il ripristino della macchina di laminazione, la produzione del 2026 non si avvicinerà neppure lontanamente ai livelli pre-incendio. C’è il timore che gli stabilimenti di trasformazione – Mandello e Andalo – possano restare su volumi molto ridotti, generando ulteriori periodi di ammortizzatori sociali. 

Per un anno, le relazioni industriali sono state improntate alla collaborazione. Ma oggi, di fronte ai continui rinvii, alla mancanza di risposte chiare e alla situazione “fumosa”, la fiducia è venuta meno. Da qui la decisione: rompere gli indugi e portare il caso in Regione Lombardia, sollecitando un confronto istituzionale che chiarisca responsabilità, piani industriali e garanzie occupazionali.

La lettera indirizzata alla IV Commissione chiede un incontro urgente per discutere: lo stato reale della trattativa di vendita; le prospettive produttive e occupazionali del 2026; la tutela dei circa 500 dipendenti diretti e dei 700 lavoratori dell’indotto; la salvaguardia di uno dei presidi industriali più importanti del territorio.

“È necessario capire gli sviluppi e difendere i livelli occupazionali”, si legge nella comunicazione indirizzata alla Regione.

La Carcano è una delle realtà industriali più storiche del Paese nel suo settore: produce fogli di alluminio destinati all’imballaggio alimentare e farmaceutico, al packaging tecnico e a una vasta gamma di applicazioni industriali.

Se la crisi dovesse aggravarsi, Mandello, Andalo e Delebio pagherebbero un prezzo elevatissimo non solo in termini occupazionali, ma anche economici e sociali. Il prossimo passo saranno le audizioni in Regione Lombardia. Ma resta un interrogativo pesante: l’azienda si presenterà? Secondo i sindacati, una sua eventuale assenza sarebbe un segnale gravissimo.

In coda alla mobilitazione sindacale, arriva anche la presa di posizione del consigliere regionale Gian Mario Fragomeli (PD): “Chiedo che vengano convocati i sindacati, la proprietà, la Direzione generale competente di Regione Lombardia, ma anche i sindaci di Mandello del Lario, Andalo Valtellino e Delebio e i presidenti delle Province di Lecco e Sondrio. Dobbiamo assolutamente capire quale sarà il futuro dei 500 lavoratrici e lavoratori del nostro territorio”.

Fragomeli sottolinea di aver accolto subito l’appello delle organizzazioni sindacali: “Dobbiamo capire rapidamente cosa sta accadendo e quale sarà il futuro di 500 famiglie delle nostre province. Serve un chiarimento immediato. Ogni giorno di incertezza aumenta la fragilità del tessuto produttivo e sociale”.