Manifestazione dei sindacati lombardi del settore edile al Ponte di Annone
Luogo simbolo della necessità di manutenzione alle infrastrutture viarie che possono far ripartire l’edilizia
ANNONE – Mobilitazione unitaria per sindacati e lavoratori della filiera edile che venerdì mattina hanno manifestato in cento città italiane: in Lombardia è stata scelta Annone Brianza e il suo ponte, recentemente ricostruito, come sede di un simbolico presidio che ha riunito i lavoratori e i referenti sindacali di tutte le altre province lombarde.
“Questo ponte è l’icona di un Paese che ha bisogno di manutenzione, un Paese che ha bisogno dell’edilizia e della necessità che l’edilizia riparta – spiega Enrico Vizza, segretario regionale di Feneal Uil– Anche in Lombardia è necessario accendere l’attenzione affinché si investa nelle infrastrutture, si completino quelle che sono già in opera e si avvii un piano di manutenzioni che duri almeno cinque anni, contemplando anche interventi minori che però sono necessari”.
I sindacati chiedono lo sblocco dei finanziamenti già approvati, (“ne sono stati stanziati solo il 6% per realizzare opere”) , puntano il dito sui cantieri incompiuti, sul nostro territorio quello della Lecco-Bergamo, e suggeriscono ampi spazi per lo sviluppo di opere necessarie come l’implemento della rete ferroviaria e il raddoppio di alcuni dei suoi tratti (Milano-Mantova, Bergamo-Monza), i collegamenti con gli aeroporti, la Pedemontana da terminare.
Sbloccare i cantieri
Il tema delle manutenzioni, è stato ribadito, è fondamentale per garantire la sicurezza dei cittadini: lavoratori e sindacati hanno ricordato, con un minuto di silenzio, Claudio Bertini, vittima del drammatico crollo del ponte di Annone.
“Chiediamo che ci sia un’opera straordinaria di manutenzione di viadotti e ponti, perché tragedie come queste, ad Annone come a Genova, non si ripetano – sottolinea Ivan Comotti della Fillea Cgil Lombardia– va fatta una ricognizione su 11 mila opere, per una valutazione preventiva degli interventi da realizzare. Non chiediamo l’incremento del consumo di suolo, chiediamo la riqualificazione del patrimonio esistente, interventi di efficientamento energetico e antisismicità”.
“Chiediamo – prosegue Comotti – che venga messa mano al codice degli appalti, che oggi scarica sui lavoratori la concorrenza sleale tra imprese, e che venga istituito un codice di congruità cioè una proporzione tra la manodopera occupata e l’opera da realizzare. Infine che vi sia il settimanale di cantiere, ovvero che ogni impresa dichiari, con codice fiscale, i lavoratori che saranno presenti sul lavoro. Questo per contrastare caporalato, personale sottosalariato, evasione contributiva ed evasione fiscale”
Occupazione dimezzata nel lecchese
“La situazione del settore oggi è praticamente la stessa di quattro anni fa – spiega Angelo Ribelli della Filca Cisl Lombardia – nella nostra regione, tranne un pò di lavoro che si è mosso su Milano, Brescia e Bergamo, per il resto non vi sono investimenti da parte del pubblico. ll privato oggi ha poco da spendere, sono in parte ripartite le ristrutturazioni e le messa a norma. Servirebbe una legislazione che aiuti di più dal punto di vista degli incentivi”.
I provvedimenti al vaglio del Governo, come il ‘Bonus Facciate’, sono ben visti dai sindacati, “ma non vorremmo, con un gioco di parole, che siano solo interventi di ‘facciata’ – prosegue Ribelli – c’è tanto da fare, non solo le facciate. Basterebbe riprendere quei cantieri già iniziati e sbloccare le risorse oggi ferme per colpa della burocrazia”
Nel lecchese la situazione occupazionale è stabile, ma sofferente delle perdite di posti di lavoro registrate negli ultimi anni:
“Siamo oggi a 2 mila lavoratori, erano 4 mila cinque anni fa. Sono di dati della cassa edile – spiega Ivan Altomare di Feneal Uil Lario- Nell’ultimo anno il loro numero si è stabilizzato, non c’è perdita ma neppure crescita. Le imprese che oggi stanno in piedi lo fanno con difficoltà, soffrono da sempre della dinamica del massimo ribasso che inficia, non solo il lavoro, anche la qualità delle opere realizzate”.
“Abbiamo perso sia il 50% degli addetti che delle imprese. Oggi c’è una stabilizzazione ma in perdita – aggiunge Veronica Versace, segretario provinciale di Fillea Cgil – Dopo la tragedia di Annone si è rimesso in discussione il territorio sul fronte della manutenzioni, quindi con i lavori al Ponte di Isella e il Ponte San Michele a Paderno. C’è ancora il problema della Lecco Bergamo e sullo sfondo ci sono le Olimpiadi del 2026. Abbiamo sette anni importanti per realizzare di riqualificazioni”