La serata culturale organizzata da Amministrazione comunale di Barzio e Biblioteca, nasce dalla curiosità destata in Bruno Biagi di Punto Einaudi dalla scoperta di un volume che mette a nudo un confronto emblematico, analizzato con cura da un interprete di cambiamento come l’ex sindaco di Torino Valentino Castellani e da Cesare Damiano, già ministro del lavoro nel Governo Prodi, interlocutori del giornalista lecchese Angelo Faccinetto in Torino o Detroit?
Due città, Torino e Detroit, prepotentemente legate ad evoluzioni ed involuzioni dell’industria dell’auto, nonché due modelli di reazione ad una crisi economica globale completamente differenti per natura ed esiti. Da un lato Torino e il suo fruttuoso affrancamento dalla FIAT, con la quale continua a conservare un vincolo fondamentale, ma alla quale ha saputo affiancare una città reale fatta di beni artistici e architettonici e ambientali, coesione sociale e sicurezza, università e politecnico; dall’altro Detroit, la metropoli americana dell’automobile, la capitale di General Motors, Ford e Crysler, una città passata dai 2 milioni di abitanti della fine anni ’50 ai 748 mila di oggi e che ora si rifà alla prima come ad un modello da imitare.
Il libro si apre con una prefazione di Sergio Chiamparino si chiude con un intervista al sindaco di Detroit Dave Bing, spesso in visita in Italia, proprio alla città di Torino. Dopo l’introduzione di Biagi e la breve esposizione, a cura di Angelo Faccinetto, del succo di un volume illuminante, ad assistere la cui presentazione fra gli altri, il presidente del Consiglio Comunale di Lecco Alfredo Morelli, ecco che a prendere la parole è Valentino Castellani, che pone l’accento sull’interrogativo lasciato aperto circa il possibile trasferimento all’estero di FIAT e sulla dislocazione di produzione, ricerca e controllo dell’azienda, fresca sposa di Crysler; il professore mette in guardia dalla tendenza americanizzante che contraddistingue i modi di Marchionne e chiede dialogo con le parti sociali nonché maggiore chiarezza ad azienda e politica.
Per Castellani i fattori chiave della capacità di reagire della città sono legati al sistema locale, ad un capitale umano di tipo europeo, per il quale ritiene demenziale soppressione dei comuni, e al ruolo chiave di quella che ora è una silente, quando non latitante, Politica industriale, rea di aver lasciato le sorti del mondo economico industriale nelle mani della finanza.
In buona sostanza il percorso virtuoso di Torino e in generale la capacità di reagire positivamente a globalizzazione e crisi sono legate all’importanza di una cultura urbana di stampo europeo,una cultura in grado di creare una vera e propria comunità, una cultura che l’America fatica a fare propria e della quale dobbiamo essere oltremodo orgogliosi.