SEVESO – Scoperta e sottoposta a sequestro un’autofficina a Seveso, operante in nero senza autorizzazione e che ha occultato ricavi per oltre 500 mila euro in sei anni. A venire a conoscenza dell’illecito la Guardia di Finanza di Monza, dopo un mirato e intensificato controllo sul territorio iniziato nel 2016, in particolare a seguito di un’ispezione avviata nei confronti di un rivenditore di autoveicoli.
Gli accertamenti hanno consentito di rilevare nell’adiacente proprietà privata al gestore, non destinata a uso commerciale, la presenza di macchinari, attrezzature meccaniche strumentali all’attività di autoriparazione e carrozzeria, nonché ricambi e parti di veicoli smontati utilizzati dal titolare per effettuare un primo restyling e rendere più appetibili gli automezzi usati commercializzati.
Requisito tutto il materiale, il proprietario dell’immobile è stato segnalato alla Camera di Commercio di Milano-Monza-Lodi per le dovute di sanzioni amministrative. Intervenuta anche la Polizia Provinciale di Monza e della Brianza per confermare o meno la presenza di reati ambientali, visti i rifiuti speciali collocati nel sito abusivo.
Dall’attività ispettiva sono emersi poi i mancati assolvimenti degli obblighi fiscali da parte del titolare dell’autofficina. Ulteriori verifiche da parte della autorità hanno permesso di scoprire inoltre che la coniuge percepiva senza averne diritto il reddito di cittadinanza. Sottoposta la questione alla Procura di Monza, sia per la mancata comunicazione dello stato di reddito sia per le innumerevoli autovetture intestate al titolare della concessionaria, con conseguente segnalazione all’INPS per sospendere l’erogazione della somma e avviare le operazioni di recupero degli importi già incassati in maniera indebita per una cifra pari a 23.000 euro.
L’azione messa in atto dalle Fiamme Gialle rientra in un più ampio piano per contrastare l’abusivismo commerciale e il lavoro sommerso nelle aziende, programmato dal Comando Provinciale di Monza. L’intento è di contribuire alla ripresa e al rilancio economico del Paese, evitando che chi non ne ha diritto acceda a prestazioni assistenziali e a misure di sostegno, creando squilibri e facendo venir meno la coesione sociale.