ITALIA – Quasi un italiano su dieci per una percentuale del 7,6% ha seguito una dieta vegetariana o vegana con un trend in aumento dovuto ai vegani che sono praticamente triplicati nell’ultimo anno per un totale di 1,8 milioni di persone.
E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Eurispes relativi al 2017 nel commentare il nuovo paniere dell’Istat che riconosce i cambiamenti intervenuti nei comportamenti di spesa degli italiani anche per effetto di allarmismi infondati, provocazioni e campagne diffamatorie che colpiscono un alimento come la carne determinante per la salute che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea, alla quale apporta l’indispensabile contributo proteico. Una tendenza spinta anche dal business secondo un’analisi Coldiretti su dati Nielsen-Coop dalla quale si evidenzia che nel 2016 il giro d’affari dei prodotti vegani e vegetariani ha toccato i 357 milioni di euro di fatturato nella sola grande distribuzione, con un incremento del 18% negli ultimi 12 mesi.
“Serve educazione e buon senso e soprattutto rispetto per tutti i diversi stili alimentari ai quali – sottolinea la Coldiretti – l’agricoltura italiana puo’ offrire grandi opportunità di scelta grazie ai primati conquistati nella qualità e nella biodiversità senza cadere nella tentazione dei cibi di gran moda in Italia come ad esempio la curcuma o le bacche di goji, i fagioli azuchi e lo zenzero che sono in gran parte provenienti da Paesi come India e Cina che si trovano al vertici mondiali per l’insicurezza alimentare”.
Accanto ai prodotti vegetariani entra nel paniere anche la birra artigianale per la quale si assiste in Italia al boom dei microbirrifici che dieci anni fa erano poco piu’ di una trentina ed ora sono circa un migliaio per una produzione stimata in 45 milioni di litri.
“La nuova produzione artigianale Made in Italy – precisa la Coldiretti – è molto diversificata con numerosi esempi di innovazione, dalla birra aromatizzata alla canapa a quella pugliese al carciofo di colore giallo paglierino ma c’è anche quella alle visciole, al radicchio rosso tardivo Igp o al riso. Una offerta che sta conquistando un numero crescente di consumatori in Italia e all’estero dove in dieci anni l’export di birra italiana è praticamente triplicato. Oltre a contribuire all’economia la birra artigianale rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i piu’ attivi nel settore con profonde innovazioni che – conclude la Coldiretti – vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i brewpub o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica”.