ERBA – Era la sera dell’11 dicembre di dieci anni fa quando i vigili del fuoco, chiamati a causa di un incendio in via Diaz, si ritrovarono di fronte all’orrore che tutta Italia conosce come “la strage di Erba”: nell’appartamento andato a fuoco e nel corridoio i pompieri trovano cinque corpi. Tre sono donne, uno è un uomo, fortunatamente ancora vivo. Poi c’è quello di un bambino molto piccolo.
Le vittime sono Raffaella Castagna, 30 anni, il figlioletto Youssef Marzouk, 2 anni. La mamma di Raffaella, Paola Galli, 57 anni e Valeria Cherubini, vicina di casa, 55 anni. Per loro questa mattina nella Chiesa prepositurale è stata detta una Messa.
Il superstite di quella notte, Mario Frigerio, pochi giorni dopo la strage parla e indica agli investigatori gli autori di quella terribile strage. Si tratta di Olindo Romano e Rosa Bazzi, la coppia di vicini, netturbino lui, donna delle pulizie lei, condannati all’ergastolo lo scorso 2008. Per i giudici il loro odio verso i vicini era sfociato in un’azione di follia, messa in pratica la notte dell’11 dicembre 2006.
Dieci anni dopo Rosa e Olindo, pur avendo confessato nel momento dell’arresto, ritrattano la loro posizione e si dicono innocenti. I legali vorrebbero riaprire il processo, troppe le contraddizioni, a partire dall’assenza di tracce dei coniugi nel palazzo della strage e nelle case delle vittime.
Dieci anni dopo resta lo sconcerto di una notte di follia in una cittadina fino ad allora tranquilla che, come l’Italia, non riesce a smettersi di chiedere perché.
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Strage di Erba 10 anno dopo, i legali: “Processo da riaprire”