Raccolti 301 mila euro di donazioni, già distribuiti 242 mila euro in buoni spesa e rimborsi per i profughi dell’Ucraina
L’accoglienza prosegue con Caritas e CSV. Alloggi anche al Lavello grazie a gestori e Rotary
LECCO – La macchina della solidarietà nel lecchese ancora una volta ha saputo dare una risposta importante ad una situazione di emergenza: dopo il Covid, con le raccolte fondi a sostegno prima degli ospedali poi della ripartenza delle attività sociali ed educative, è stata affrontata con grande sostegno della cittadinanza anche l’accoglienza dei profughi ucraini arrivati sul territorio lecchese.
Il Comitato di Indirizzo del Fondo “Lecco ospita l’Ucraina” ha raccolto complessivamente oltre 301 mila euro di donazioni e ha recentemente approvato la terza tranche di contributi. In tutto sono stati finora distribuiti 234 mila euro di cui 156 mila euro in buoni spesa destinati ai migranti ucraini e 85,5 mila euro frazionati in piccoli rimborsi spese (da 250 a 350 euro) per i privati che hanno messo a disposizione i 79 appartamenti dove oggi sono alloggiate 954 persone di cui 423 minorenni.
I buoni spesa ammontano a 240 euro per una persona fino ai 1000 euro per gruppi familiari fino a 7 persone.
“Il dato più importante – ha sottolineato Paolo Dell’Oro, direttore della Fondazione Comunitaria Lecchese – è il numero di persone che siamo riusciti a sostenere con queste risorse, ovvero 954 rifugiati su 1143 che è il numero di cui dispone la Prefettura. Questi oltre novecento riguardano situazioni con cui abbiamo potuto entrare in contatto e questo grazie ad un intervento molto capillare su tutto il territorio provinciale e grazie ad una compartecipazione di tanti soggetti istituzionali e associativi”.
Il numero maggiore di alloggi ricavati appartiene all’ambito distrettuale di Bellano, che comprende lago e Valsassina, “questo perché c’era molta più disponibilità di seconde case libere e messe a disposizione – ha sottolineato Manila Corti, responsabile dei Servizi alla Persona per l’ufficio d’Ambito – ma non c’è solo una questione numerica: questa attività ci ha permesso di entrare in contatto con tutte le 954 persone accolte, di conoscere i loro bisogni e dunque di organizzare una risposta”.
Bisogni tra cui la scuola per i minori: “Su questo ci siamo accorti che i numeri non tornavano, ovvero che frequentano le nostre scuole meno ragazzi di quanti in realtà ci siano oggi sul territorio e questo perché alcuni di loro stanno proseguendo le lezioni con i loro professori ucraini attraverso la didattica a distanza” ha spiegato il presidente del Distretto lecchese, Guido Agostoni, che ha ringraziato tutti gli enti e le associazioni che si sono impegnati sul fronte dell’accoglienza.
“Si è mosso un territorio – ha rimarcato Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione – la tempestività di questa azione ha permesso di mettere in campo un intervento emergenziale centrato e completo”. “Solo con la forza della rete abbiamo possiamo mettere assieme una proposta di aiuto concreta” ha aggiunto il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni.
Le risorse restanti sul fondo, circa 60 mila euro, restano a disposizione per altre attività come il rafforzamento dell’attività di traduzione dei documenti, necessaria ai rifugiati per avviare le pratiche, attraverso la mediazione di Les Cultures, e per il pagamento delle marche da bollo che devono essere affrancate. “Piccole cose ma che rischiano di pesare su chi oggi non ha più nulla” ha rimarcato il direttore Dell’Oro.
L’accoglienza prosegue, alloggi anche al Monastero
Conclusa la fase dell’emergenza, ora inizia la seconda fase dell’accoglienza, non meno difficile della prima: le famiglie arrivate sul nostro territorio ci resteranno ancora per diverso tempo ed è necessario che anche la struttura di accoglienza prolunghi la sua durata.
Un riferimento è il sistema SAI di accoglienza e integrazione, la cosiddetta accoglienza diffusa in piccoli alloggi, anche se resta sguarnito: “Ne era stato richiesto un ampliamento di 44 posti per l’arrivo di profughi afghani, alcuni dei quali oggi a disposizione e sono state inserite al momento 15 persone – ha spiegato Manila Corti – altri ampliamenti però non sono oggi previsti perché, nonostante le disponibilità sul territorio, manca la copertura economica statale”.
In aiuto è il bando della Protezione Civile rivolto al terzo settore al quale hanno partecipato due realtà che operano nel lecchese ovvero Caritas e il Centro Servizi Volontariato. La prima, come spiegato dal referente decanale Andrea Frigerio, prenderà in carico 77 rifugiati ucraini, la seconda sosterrà l’accoglienza di altre 49 persone.
Di queste ultime, 15 saranno alloggiate attraverso il CSV presso i locali del Monastero del Lavello di Calolziocorte ma non saranno le uniche: gli attuali gestori del monastero capitanati da Mario Sesana, conosciuto in città perché titolare de Il Mojto e il Barcaiolo oltre che per il suo impegno nel sociale, hanno deciso di rendere disponibili ulteriori alloggi dello storico complesso, garantendo ulteriori dieci posti.
Il vitto sarà sostenuto dal Rotary di Lecco: “Volevamo trovare un modo anche noi per aiutare, evitando iniziative autonome perché è molto più utile canalizzare la generosità all’interno di una proposta strutturata ed efficace come quella messa in campo dalla Fondazione” ha sottolineato la presidente Maria Venturini.
Un impegno a cui plaude l’amministrazione di Calolzio, rappresentata dal sindaco Marco Ghezzi che ha rimarcato la condivisione dell’iniziativa da parte del Comune