Successo di pubblico per l’incontro con Riccardo Bonacina e don Walter Magnoni
Al centro della serata il libro “Io avrò cura di te” che raccoglie i discorsi di Papa Francesco sul tema
LECCO – Dal 2015 al 2021 il volontariato ha perso circa 1 milione di iscritti. Eppure resta ancora oggi una delle realtà più belle e vive del nostro Paese. Al punto da affascinare e conquistare Papa Francesco. Tuttavia, oggi, per fare un’esperienza di volontariato e stare realmente accanto alle fragilità delle persone non basta più la buona volontà o una capacità professionale. Serve andare oltre per comprendere davvero il contributo che una scelta libera come il volontariato può determinare nella costruzione di una società attenta al bene comune.
È la riflessione che, a partire dalle parole e dai discorsi di Papa Francesco su questo tema, viene proposto nel volume “Io avrò cura di te”, scritto e curato dal giornalista lecchese Riccardo Bonacina, presente in città nell’incontro di mercoledì sera promosso dall’Associazione Volontari e Amici degli Istituti Airoldi e Muzzi di Lecco in collaborazione con AVO Lecco, Cooperativa Sineresi e Fondazione comunitaria del Lecchese e svoltosi in un’aula magna dell’ospedale di Lecco particolarmente affollata.
Riccardo Bonacina ha dialogato nell’occasione con don Walter Magnoni, parroco di Acquate, Olate e Bonacina e docente di Etica Sociale all’Università Cattolica di Milano: un dialogo intenso e al tempo stesso ricco di semplicità ed essenzialità, durante il quale sono state richiamate le quattro grandi sottolineature che Papa Francesco ha fatto nel corso del suo pontificato sul volontariato e che Riccardo Bonacina ha saputo cogliere e cucire in modo davvero sapiente.
A cominciare dalla scelta di essere volontari: una scelta che rende liberi, la stessa scelta fatta da Maria nell’andare a trovare sua cugina Elisabetta. “Ognuno con la propria libertà sceglie di fare questo cammino – dice il Papa – che è un cammino di uscita verso l’altro, uscita con la mano tesa, un cammino di uscita per preoccuparsi degli altri. Si deve fare un’azione. Io posso rimanere a casa seduto, tranquillo, guardando la tv o facendo altre cose… No, io mi prendo questa fatica di uscire. Il volontariato è la fatica di uscire per aiutare altri, è così. Non c’è un volontariato da scrivania e non c’è un volontariato da televisione, no. Il volontariato è sempre in uscita, il cuore aperto, la mano tesa, le gambe pronte per andare. Uscire per incontrare e uscire per dare”.
Ascolto, decisione e azione: un trittico di valori che, per Papa Francesco, è connaturato nella identità stessa di chi sceglie di fare volontariato: e lo fa con assoluta gratuità, con una “fretta buona”, ha fatto notare don Walter, “la stessa fretta che noi Lecchesi spesso abbiamo, quella di non perdere tempo su cose inutili”.
![Don Walter Magnoni](https://lecconotizie.com/wp-content/uploads/2023/11/Don-Walter-Magnoni.jpg)
Una seconda sottolineatura è l’impegno per il bene comune che il volontario compie. “Oggi – ha ricordato don Walter Magnoni – abbiamo perso il significato di cosa significa bene comune. Eppure nella parabola del paralitico che i suoi amici riescono a portare davanti a Gesù per farsi guarire, arrivando ad alzarlo e a scoperchiare il tetto della casa in cui Gesù si trovava, c’è il miracolo del farsi prossimo di queste persone, per impedire che l’altro, chi soffre, resti preda dell’inferno della solitudine”. A sottolineare come il dono di sé diventi un modo per superare l’individualismo contemporaneo: “È proprio questo atteggiamento che porta Papa Francesco a valorizzare il ruolo dell’imprenditore che si impegna per rendere accessibile a tutti un bene, per creare del bene anche per gli altri”.
Vi è poi la gratuità, intesa come chiave della gioia: “La vera gratuità è dare se stessi”, ha ricordato don Walter, mentre Riccardo Bonacina ha sottolineato: “Gratuità non significa fare qualcosa gratis, ma fare qualcosa che non ha prezzo”.
Infine la moltiplicazione della speranza: “Il volontariato ha il compito di seminare speranza generando esperienza di bene” ha ricordato don Walter. E Riccardo Bonacina: “La speranza è un’esperienza vissuta, è concretezza”.