LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di un lettore: “Vorrei portare la redazione di LeccoNotizie a conoscenza di quanto accadutomi nei giorni scorsi.
Il 5 aprile durante la mattina ho ricevuto la telefonata di una signorina che, molto gentilmente e presentandosi come portavoce di una ditta di Milano, mi chiedeva di rispondere ad un breve questionario. Per non essere scortese ho risposto a tre o quattro domande riguardanti l’utilità della pubblicità al fine dell’acquisto di un prodotto e il gradimento dei buoni sconto nei miei acquisti .
A quel punto la gentile signorina mi ha offerto, come ringraziamento per aver partecipato al sondaggio, dei buoni sconto che sarebbero stato consegnati il giorno seguente da un loro addetto, fissando l’ora dell’appuntamento e specificando che sarebbe stata una veloce consegna di tali buoni e che, solo se lo avessi desiderato, avrei potuto fare delle domande all’addetto.
Presa da altre cose ho dimenticato l’episodio fino al giorno seguente, quando l’addetto mi ha contattato telefonicamente poiché non trovava il numero civico del mio condominio. L’ho guidato telefonicamente fino al parcheggio più vicino e poi l’ho atteso al portone, dove l’ho accolto senza invitarlo a salire, convinta che si trattasse solamente di una consegna. Invece l’addetto si è presentato con tablet ed una serie di cataloghi, sui quali mi ha rapidamente illustrato il tipo di prodotti da loro selezionati e sui quali io avrei potuto effettuare l’acquisto con il fatidico buono sconto, che però non è apparso in nessun formato. Tra mille chiacchiere da esperto venditore e risposte decisamente poco veritiere alle mie domande l’addetto ha compilato un modulo spiegando che andava apportata una firma per poter ricevere tra quindici giorni il suddetto catalogo. Ho cercato di leggere cosa stavo firmando, ma la scrittura minuscola e l’assenza degli occhiali mi hanno tradito e scioccamente ho firmato quello che poi si è rivelato essere un vero e proprio contratto di acquisto per l’ammontare di 2.950 € più I.V.A. da effettuarsi entro 36 mesi sui prodotti del famoso catalogo.
Ovviamente mi sono avvalsa del diritto di recesso garantito dal decreto legislativo 206/2006, che permette di annullare il contratto.
A seguito di questo episodio ho effettuato una ricerca su internet e ho trovato numerosi articoli riguardanti casi analoghi in parecchie province italiane. In tutti i casi si spiega che trascorsi i 14 giorni, entro i quali si può applicare il diritto di recesso, si presenta a casa un nuovo incaricato, sicuramente meno gentile e disponibile del primo, pretendendo che si realizzi l’acquisto. In tutti i casi il valore della merce è risultato decisamente inferiore al prezzo pagato.
Scrivo alla Vostra redazione perché mi sembra doveroso informare la popolazione lecchese di questo episodio (se ho capito bene come è strutturata la cosa, sembra che rivolgano le loro attenzioni ad una provincia per volta e adesso è il turno di Lecco) e ricordare che il diritto di recesso è valido solo entro 14 giorni dalla firma del contratto, dopo i quali avendo firmato un contratto di acquisto, si è tenuti ad effettuare l’acquisto. Quindi chi come me ha ricevuto ieri la visita di questo “simpatico” addetto, dovrà provvedere in fretta a disdire il contratto, a meno che non abbia davvero desiderio di acquistare”.