Lettera. Anche per Siani arriverà la scopa padana?

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LECCO – Riceviamo e pubblichiamo una missiva realtiva al caso che ha coinvolto il consigliere della Lega Giorgio Siani.

Ho letto la notizia con la quale Il Consiglio regionale della Lombardia ha votato all’unanimità una mozione che “impegna il Presidente a farsi portavoce del disagio del Consiglio stesso e auspica che il signor Felice Tavola possa rivedere la sua posizione” e quindi dimettersi da presidente del Collegio dei revisori di Arpa e dal collegio sindacale dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano dove è membro designato dalla Regione. Ieri sera, il Consigliere Venturini dell’Italia dei Valori, ha richiesto al presidente Marelli, quale fosse l’atteggiamento che la presidenza del consiglio comunale e il consiglio comunale stesso intendesse adottare nei confronti del Consigliere Siani della Lega Nord, condannato e attenzione…. non indagato, a 10 mesi di reclusione e al versamento di 67350 euro in relazione al crollo di Luzzeno, crollo per il quale famiglie e giovani coppie che avevano da poco acquistato la loro casa, hanno dovuto lasciarla e vivere in albergo. Una fortuna perchè il tutto avrebbe potuto avere anche conseguenze ben peggiori per la gente che abitava in quelle case. L’articolo precisa, inoltre, che “la Presidenza del Consiglio regionale ha più volte ribadito il ruolo di garanzia cui è chiamato il Consiglio regionale e l’opportunità che non vi siano ombre su soggetti rivestenti cariche pubbliche, nominati dallo stesso organo legislativo lombardo”. Nel caso Siani invece siamo di fronte ad un eletto condannato. Ora, mentre il Consigliere Spreafico dell’ufficio di Presidenza ha assunto l’onere e immagino la convinzione, di sollevare il caso Tavola, il Presidente del consiglio Comunale di Lecco, Marelli ha invece glissato sul problema Siani. Vien da chiedersi inoltre che nesso abbia la risposta data da Marelli quando ha detto che il caso di Siani è accaduto fuori dal Comune di Lecco? E ancora, che il fatto è avvenuto quando Siani non era consigliere a Lecco? Siamo alle solite non si sente ragione in questo paese quando si tratta di dimettersi se condannati. Anche a Lecco il parlamentino cittadino ha il suo condannato tra gli eletti, vice presidente per altro, del consiglio comunale. Visto la volontà di Marelli di guardare dall’altra parte, speriamo almeno che funzioni la scopa padana che non ammette condannati nel suo enturage. I cittadini ci contano. Grillo Docet“.

Alberto Panzeri