Lettera. Scrive il titolare della pizzeria “The Village”

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In seguito all’articolo pubblicato sabato, a fronte della nota stampa diramata dalla Questura di Lecco, nella quale si segnalava la sospensione per 30 giorni della licenza di pubblico esercizio della pizzeria “The Village” di Germanedo proposta dalla Guardia di Finanza spiegandone i motivi, abbiamo ricevuto la seguente lettera:

“Gentile direttore, sono molto deluso e arrabbiato per come avete pubblicizzato il nostro locale fornendo notizie in parte false sia per quanto concerne il locale, che la persona che è stata arrestata. Ma è del mio locale che voglio parlare…. Avete scritto che dietro il forno della mia pizzeria è stato trovato dello stupefacente, ma in realtà è stato trovato nel borsello personale della persona indagata. Informazioni queste che sono state divulgate, a mio avviso dalla Guardia di Finanza, per peggiorare la situazione e arrivare al punto di sequestrare il locale. Ma allora una domanda mi viene spontanea: la persona in questione è stata arrestata per aver venduto droga ad un’altra persona la quale ha dichiarato di fare acquisti dallo stesso per 5/10 grammi al prezzo di 400 euro ogni cinque giorni e di farne un esclusivo uso personale. Ma come fa un operaio a guadagnare tale somma con un normale lavoro? Forse anche lui spacciava… però no! Lui, essendo parente di mafiosi e avendo buone conoscenze in alto l’ha scampata, sostenendo di farne un uso personale. Ma torniamo al mio locale, tutti sanno quanto siamo onesti, e dalla mattina alla sera siamo sempre lì a lavorare. Nella nostra pizzeria, e non pub, entra gente pulita e famiglie. Se l’arrestato incontrava qualcuno per fare affari illeciti l’unica nostra colpa è stata quella di non averlo capito. In questo momento di crisi e di sacrifici, questa pubblicità negativa nuoce a gente sana che come noi suda tutto il giorno con il rischio di dover lasciare a casa i nostri dipendenti con famiglie da mantenere. Uno sbaglia, ok, paga. Ma se qualcuno vuole la foto sul giornale, un articolo da film o un grado in più sulla spallina non deve rovinare della povera gente”

Daniele, il titolare