Lettera. Tremonti andrebbe invitato per chiedergli conto, non ricette

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LECCO – Riceviamo e pubblichiamo una lettara giunta in redazione poche ore prima dell’arrivo dell’ex ministro Giulio Tremont che, alle 17.45, terrà una conferenza alla Casa dell’Economia di Lecco imperniata sul suo ultimo libro: “Uscita di sicurezza”, nel quale l’ex ministro spiega come poter appunto “uscire” dalla situazione economico-finanziaria attuale che lui stesso definisce un caos senza alcun tipo di organizzazione.

“Tanti imprenditori… non riescono più a capire le prospettive dei mercati. Il sentimento prevalente è l’incertezza che… trascolora in pessimismo. Nel tentativo di rischiarare il buio della congiuntura… del quadro italiano l’Api ha invitato a parlarne l’onorevole Giulio Tremonti.”
E’ ciò che si legge in un comunicato della stessa Api. C’è da trasecolare.
Se tanti imprenditori oggi, stanno – da soli – difendendosi con i denti da questa crisi è perché, a differenza dei loro competitor europei sono stati abbandonati dai Governi. E soprattutto dal Governo che aveva nel Ministero principe, proprio quel Giulio Tremonti che oggi invitano per farsi chiarire “le prospettive dei mercati, l’incertezza della congiuntura”!!! La concretezza dei nostri imprenditori arriverà a prenderlo a calci nel sedere uno come lui. Il Debito pubblico/PIL in 4anni è salito da 105 a 120%. Il Pil è precipitato del 3,8%. Tutto questo con 16 manovre di correzione dei conti per 200 miliardi fatte a vanvera. Impoverendo Paese e tessuto produttivo. Se ci aggiungiamo che le imprese non vengono pagate dallo Stato per colpa del Patto di Stabilità inventato proprio da quel Tremonti c’è da star allegri. Lo stesso Tremonti, da cui gli imprenditori dovrebbero pendere dalle labbra, è tra i principali artefici di questa crisi italiana oggi incancrenita ben peggio di troppi altri Paesi.
Tremonti continua a raccogliere consensi. Eppure il debito cresciuto senza portare benessere, le tasse mai così alte, il tasso di disoccupazione mai così critico, un rapporto Deficit/Pil che più terribile non si può etc. sono sotto gli occhi di tutti. Riguardare tabelle, dati, rapporti di Banca d’Italia, Istat, Eurostat, Ocse fa si che la politica del “rigore” di Tremonti sia stata un falso percettivo. Tremonti non ha gestito i conti pubblici ma ha solo spostato poste di bilancio su finestre temporali “comode”. Ha ereditato un ottimo avanzo primario sopra il 5% da Prodi ed è riuscito a portarlo in negativo. Nel modo peggiore, aumentando la spesa corrente quella che produce voti ma non pil. Figuriamoci risultati. Basterebbe infine citare un rapporto Ocse dove si leggeva che l’Italia di Tremonti “non riesce a sfruttare i benefici della ripresa del commercio globale”.
Andrebbe invitato (perciò) solo per chiedergli conto, non per chiedergli ricette”.

Paolo Trezzi

(Foto Credit: www.genova.erasuperba.it)