LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“Ho assistito a tutta la Commissione che ha trattato il tema Tariffe mensa. Siamo alla frutta.
L’idea, condivisibile, da parte della Giunta di modulate in maniera più personalizzata la tariffa si è rivelata, nell’applicazione pratica, un colossale disastro. Mancanza di dati, ipostesi alternative nemmeno tenute in considerazione o valutate, dubbi dei consiglieri non chiariti.
Un tema fondamentale trattato alla carlona.
Principi di equità e solidarietà, che dovevano essere la ragione del nuovo schema tariffario, nella concretezza si sono rivelanti di poco conto. Nei fatti non applicati. La Giunta, impreparata e consigliata, ha addirittura confuso proporzionalità con progressività.
Ha infatti proposto di aumentare quasi a tutti il costo della mensa, facendo ben 37 livelli/fasce, ma ognuna di queste, differenziate indistintamente, di 10 centesimi. Cioè a chi più ha paradossalmente meno l’aumento incide. E viceversa.
Potevano – con semplicità – raccogliere gli stessi soldi facendo progressivamente aumentare questi 10 centesimi (cioè man mano più incisivamente) per le fasce più alte riducendo quelle più basse. Hanno poi aumentato la tariffa minima (+10%!) lasciando invariata quella più alta. Che è un altro paradosso.
Paradosso aggravato ulteriore dal fatto che il reddito Isee massimo tenuto in considerazione è stato indicato in 30.000 euro. Chi ha 30.000 euro paga uguale a chi ne ha di più, anche centinaia di migliaia di euro di più. (qui nemmeno la proporzionalità è stata tenuta in considerazione). Di fatto un Robin Hood all’incontrario. Sembra più il governo Monti.
Per non parlare dei non residenti, figli di un dio minore. Se vanno alle scuole paritarie vengono considerati residenti, in quelle pubbliche dei pesi.
Da qui l’ennesimo invito a Giunta e consiglieri. Rivedere questo nuovo salasso per le famiglie, richiedete la compartecipazione ai costi della mensa maggiormente sulle famiglie veramente più benestanti, dove i 50/100 euro richiesti in più non solo pesano meno ma contribuiscono a ridurre ai meno ricchi il costo oggi a loro richiesto. Nonché, con tutta equità, ridurre il contributo alle scuole materne paritarie (sovvenzionate con oltre 1.300.000 euro), di almeno poche decine di migliaia di euro.
Se la nuova tariffa deve contenere principi di equità e solidarietà, che si palesino veramente. Se serve un aiuto, gratuito, per la composizione dello schema e per far risparmiare il Comune senza aggravare indistintamente le famiglie, come sempre sono a disposizione.
Infine, una nota a margine.
La sottovalutazione, evidente ed oggettiva, della Giunta nell’individuare per tempo, in questi anni, un percorso per un Centro cottura (sovra) Comunale così da permettere di risparmiare milioni di euro sull’Appalto mensa è una responsabilità grave che grida vendetta. E denota l’ennesima scarsa attenzione alla cittadinanza”.
Paolo Trezzi