I.P. – L’adenomectomia prostatica è la più tradizionale e ancor valida procedura interventistica per il trattamento dell’Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB): patologia che, seppur benigna, nei secoli scorsi era causa di numerosi decessi nella popolazione maschile per via delle sue complicanze.
Fino agli Anni Settanta ha rappresentato la prima scelta chirurgica, momento in cui la resezione transuretrale è divenuta una valida alternativa. A tutt’oggi permane un utilizzo della chirurgia a cielo aperto che si attesta, nei diversi Paesi, tra il 5 e il 40% (il primo caso è stato affrontato nel 1848, ma si deve a Eugene Fuler e Petere Freyer, 40 anni più tardi, l’inversione percentuale della mortalità: dal 18 al 5,2%).
La soluzione “gold standard” dell ’adenoma prostatico è oggi data dall’intervento endoscopico: la resezione transuretrale (Turp). I progressi medico-scientifici hanno permesso di affrontare la patologia riducendo nel tempo il rischio di complicazioni; l’ultimo apporto in tal senso è dato dalla tecnologia bipolare – sia per quanto riguarda i bisturi elettrici che le anse dei resettori – che offre maggiori vantaggi e sicurezza rispetto alla tecnica monopolare.
Nell’ultimo decennio, con l’obiettivo di ridurre la morbilità associata e garantire altrettanta efficacia clinica, sono state introdotte metodiche mininvasive che utilizzano come strumento principale il laser (all’olmio, al potassio titanil
fosfato, al tullio) che permette approcci mirati alla vaporizzazione, enucleazione o coagulazione del tessuto prostatico. Mediante le nuove tecnologie si è via via affermato un percorso che riunisce in sé la pratica “open” (adenomectomia o taglio) all’accesso transuretrale (con sonda interna).
La presenza di patologie concomitanti ne limita però l’impiego nei pazienti ad alto rischio anestesiologico e cardiologico: da qui lo studio, lo sviluppo e l’ottimizzazione di modelli alternativi che puntano ad ottenere un miglioramento sintomatologico e funzionale.
Tra questi, vanno segnalati la termoterapia con microonde (Tumt), l’ablazione con aghi a radiofrequenza (Tuna) e non ultima la sclero-embolizzazione (tramite accesso percutaneo senza anestesia) ottenendo, dietro l’iniezione di farmaci ad hoc, l’ischemia del tessuto prostatico malato.
G.B.Mangioni Hospital, pertanto, offre soluzioni che si allineano agli ultimi principi terapeutici, comprendendo tutto l’iter diagnostico e di cura: dalla visita ambulatoriale al ricovero preoperatorio.
Dott. Roberto Galdini
Responsabile U.O. di Urologia
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