MESSAGGIO PROMOZIONALE – Cosa significa depurare? Perché è importante? Come possiamo aiutare l’ambiente?
La depurazione è l’ultimo passaggio del Ciclo Idrico Integrato, il meno evidente ma anche il più importante per tutelare il nostro territorio. Tramite il servizio di depurazione, infatti, le acque raccolte dalla fognatura vengono trattate in appositi impianti e rese compatibili con l’ambiente. Gli impianti di depurazione assicurano la rimozione degli inquinanti dalle acque, che, una volta depurate, sono nuovamente immesse nel corpo idrico naturale costituito dai fiumi e dai laghi. Per capire meglio i processi che stanno alle spalle di questa fase tanto sottovalutata abbiamo chiesto a Roberto Gnecchi, Responsabile dell’Ufficio Processo e Ambiente, di raccontarci il processo depurativo a cui sono sottoposte le acque reflue.
L’acqua sporca – detta reflua – proveniente da case, industrie e tombini arriva nei depuratori tramite le reti di fognatura. I reflui contengono rifiuti solidi anche come stracci, barattoli, bottiglie e sabbia che devono essere rimossi per non danneggiare i macchinari. Con i trattamenti preliminari di depurazione, le acque vengono fatte passare attraverso griglie di diverse dimensioni e i separatori delle sabbie.
Qual è la fase successiva?
Dopo i trattamenti primari, l’acqua finisce all’interno di vasche, in cui si svolge la “depurazione biologica”. Queste vasche sono il “cuore” dell’impianto: la loro funzione è quella di eliminare le sostanze inquinanti grazie al lavoro di batteri e protozoi, che vivono aggregati in “fiocchi di fango attivo”. Queste vasche per il trattamento dei liquami possono essere considerate come ecosistemi artificiali sottoposti a condizioni estreme. I batteri prendono energia per il loro sviluppo dalle sostanze organiche disciolte nel liquame, mentre i protozoi predano i batteri dispersi.
Per il loro metabolismo, i microrganismi hanno bisogno di ossigeno che viene fornito da un sistema di diffusione a microbolle. In questo comparto viene così accelerata, in maniera artificiale, la depurazione biologica che in natura avviene in tempi molto lunghi.
Cosa succede all’acqua mista ai fanghi?
L’acqua e i fanghi devono essere divisi ed è per questo che la terza fase della depurazione avviene all’interno delle vasche di sedimentazione. Queste vasche sono degli enormi coni interrati, in cui la velocità dell’acqua diminuisce e il “fiocco di fango”, più pesante, va sul fondo. Nelle vasche di sedimentazione si separa quindi l’acqua dai fanghi, che precipitati sul fondo vengono aspirati e separati dall’acqua.
Parlando di microrganismi, avviene un qualche tipo di disinfezione per eliminarli?
Prima di essere re-immessa in natura, l’acqua, ormai limpida, è sottoposta ad un trattamento di disinfezione con i raggi ultravioletti, per eliminare la carica batterica residua. In alcuni casi, prima della disinfezione finale, le acque sono sottoposte anche ad un trattamento di filtrazione molto fine tramite filtri a tela. Dopo quest’ultimo trattamento, il depuratore restituisce le acque pulite ai laghi e ai fiumi.
Cosa succede ai fanghi biologici?
I fanghi che sono stati separati nelle vasche di sedimentazione vengono accumulati e addensati in grandi serbatoi o vasche. Da qui sono inviati a un’apposita macchina per la disidratazione che effettua un’operazione di tipo fisico per ridurre il contenuto di acqua nei fanghi. Dopo la disidratazione, i fanghi sono avviati in centri autorizzati al recupero in agricoltura – per essere utilizzati come fertilizzanti – oppure al recupero energetico, evitando così lo smaltimento in discarica.
IL NOSTRO AIUTO ALL’AMBIENTE
Il processo depurativo, fondamentale per la difesa dell’ambiente, può essere facilitato dai comportamenti tenuti da ciascuno di noi. Molti gesti e abitudini quotidiane ci appaiono normali e sembrano senza conseguenze per noi e per l’ambiente. In realtà tanti comportamenti apparentemente innocui comportano un potenziale danno per l’ambiente o l’aumento della difficoltà del processo depurativo, con conseguenze dirette sull’operato di Lario Reti Holding.
Quante persone si spazzolano i capelli e li gettano nel wc? Tantissime. I capelli comportano un grosso rischio per gli impianti di depurazione, in quanto composti da fibre molto resistenti. I capelli finiscono per incastrarsi nelle griglie e nelle altre parti meccaniche del depuratore, costringendo Lario Reti Holding a manutenzioni straordinarie, conseguenza che comporta una spesa straordinaria che ricade sempre sulle bollette dei cittadini.
IL DECALOGO DI LARIO RETI HOLDING
Le reti fognarie e gli impianti di depurazione sono più delicati di quanto non si pensi. Lario Reti Holding ha elencato una serie di cattive abitudini da evitare per proteggere insieme l’ambiente
Gli olii di frittura e quelli esausti sono difficilmente gestibili dai depuratori.
Mettili in un contenitore e portali all’isola ecologica più vicina.
I capelli buttati nel water possono danneggiare gli impianti di depurazione.
Ricordati di buttarli nel cestino, dopo la doccia.
Non buttare i rifiuti per terra, finiranno nei tombini con la pioggia e da lì al depuratore.
Buttali nei cestini o tienili in tasca.
Gli avanzi del cibo non vanno versati nel water o nel lavandino.
Fai la raccolta differenziata: utilizza il secchiello dell’umido.
Carta da cucina, salviettine umidificate e dischetti struccanti non vanno gettati nel water.
Il cestino è la loro giusta destinazione.