Lecco celebra i 100 anni della Croce del Resegone

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Sabato 30 agosto messa alle 12 sulla Punta Cermenati e altri eventi con la rassegna “Lecco – Ama la Montagna”

Alta 11 metri e pesante 100 quintali, la croce fu inaugurata dal cardinale Tosi nel 1925. Al suo interno un crocifisso in legno d’ulivo portato a Lecco dai giovani arabi guidati da don Mario Penco

LECCO – Il Resegone si sta preparando per una grande festa. Il 30 agosto sarà infatti l’occasione per celebrare il secolo dalla posa della croce che domina la vetta, simbolo indelebile per la comunità lecchese e per chi frequenta queste montagne.

Alta 11 metri e dal peso di circa cento quintali, la croce fu fortemente voluta dall’Opera Cardinal Ferrari e inaugurata il 29 agosto 1925 dal cardinale Eugenio Tosi, arcivescovo di Milano. Composta da sedici cubi di ferro di 80 centimetri di lato, tenuti insieme da 200 bulloni, custodisce al centro un crocifisso in legno d’ulivo proveniente dal Getsemani, portato a Lecco da una delegazione di giovani arabi guidati da don Mario Penco. I quattro lati della struttura ospitano altrettanti medaglioni commemorativi: l’Anno Santo, Papa Pio XI, il cardinal Andrea Carlo Ferrari e Antonio Stoppani per il centenario della nascita.

resegone croce

Prima della realizzazione della croce in ferro, la vetta era già stata ornata da una croce in legno. Come raccontava Remigio Tagliacorda nella cronaca della “due giorni” per la posa della nuova croce, la croce originaria era stata benedetta “il mattino nebbioso del 19 agosto 1900” e guardava dal Resegone le valli e le pianure lecchesi. Ma la sua esistenza fu segnata da eventi drammatici: “Meschinità di piccoli uomini e furia cieca di elementi terribili, schiantandola, l’han confusa con le profondità di un abisso: l’aurora lucente del 10 marzo 1902 ha illuminato due mozziconi contorti levantesi dalle bianche roccie ad invocare, quasi ferree braccia protese, il ritorno lassù del simbolo del Sacrificio d’amore”.

resegone croce
La croce del Resegone compie 100 anni

La cronaca dell’epoca, come riportato sulla rivista mensile della SEL, racconta di una vigilia illuminata da fiaccole, con centinaia di escursionisti saliti da ogni versante per assistere alla cerimonia dell’inaugurazione della nuova croce in ferro. Il cardinale Tosi raggiunse la vetta su una portantina, partendo da Morterone dopo un percorso di 12 chilometri di mulattiera. Alla giornata presero parte carabinieri, volontari del CAI, della SEL, dell’Alpina Stoppani e numerosi cittadini.

Resegone Rifugio Azzoni e Croce
Il rifugio Luigi Azzoni (precedentemente Daina) e dietro la croce di vetta sulla Punta Cermenati

I lavori di posa, iniziati il 5 giugno 1925 sotto la direzione del capomastro Maiocchi e dell’ingegner Terruggia, avevano richiesto una massicciata di 12 quintali di cemento per ancorare la struttura alla roccia. La rivista SEL dell’agosto 1925 descriveva con dovizia di particolari la costruzione: “La base larga, bene amalgamata alla roccia mediante getti di cemento, con zanche fisse nella montagna… La Capanna Daina (oggi rifugio Luigi Azzoni, ndr) ospita gli artefici ed è trasformata in cantiere, ed ivi sono depositati cemento, calce, ferramenta, ghiaia e tutto quanto i muli, fedelissimi compagni di fatica dei montanari di Morterone, trasportano fino alla vetta. Emergono già i tronconi della Croce e l’altare orientato verso est ha per sfondo il superbo scenario delle Alpi Orobiche e l’immacolato candore delle Retiche, appiccicate sul cobalto della volta celeste”.

(Foto tratta dalla locandina della mostra fotografica "Il Resegone e la sua Croce")
(Foto tratta dalla locandina della mostra fotografica “Il Resegone e la sua Croce”)

LA PUNTA CERMENATI

Un altro tassello storico legato alla vetta riguarda la denominazione stessa della Punta Cermenati. Sempre nel 1925, come riportava la SEL, “l’Assemblea Generale della S. E. L., tenutasi la sera del 2 Febbraio 1925, ha con voto unanime deciso di chiamare ‘PUNTA CERMENATI’ la cima maggiore del Resegone (la ‘Punta della Croce’ per tutte le pubblicazioni ed i cartografi), intendendo onorare Colui che seppe tra noi trasfondere l’amore ai monti”. La rivista ricordava come Mario Cermenati, prematuramente scomparso, si fosse adoperato “con scritti e con studi a propagare l’alpinismo, insinuando negli adolescenti la vivissima passione, che fece della nostra Città fulcro sempre crescente di alpinistica volontà”. La denominazione, suggeriva la SEL, doveva affiancarsi ai nomi già eternati dei grandi protagonisti locali come Pozzi e Stoppani, come attestazione che “i non immemori alpinisti ricordano il loro Capo”.

CENT’ANNI DOPO: SABATO 30 AGOSTO 2025

Per festeggiare il centenario, la mattina di sabato 30 agosto si terrà un momento commemorativo in vetta, aperto a tutti coloro che vorranno partecipare. Alle ore 12, sulla Punta Cermenati, verrà celebrata la messa con la posa di una statua della Madonna ai piedi della croce, un gesto simbolico che andrà ad arricchire ulteriormente il significato spirituale del luogo.

L’appuntamento sarà parte integrante di “Lecco – Ama la Montagna”, giornata di iniziative promossa nell’ambito del progetto regionale “Cuori Olimpici” di Regione Lombardia. Il programma, organizzato in collaborazione con il Comune di Lecco e LeccoTourism, prevede escursioni guidate, laboratori per famiglie, esperienze sensoriali, attività di trail running e momenti di forest bathing. Spazio anche alla musica dal vivo, con le performance di Liliac Will e Rachel Croft, e a degustazioni di prodotti locali. La funivia per i Piani d’Erna resterà aperta in orario serale per permettere a tutti di vivere la montagna fino a tarda ora.

Come ricordava già la SEL nel 1925, la croce non è soltanto un’opera di ingegneria: “Attende la Croce, l’emblema della pace, ed accanto ad essa punterà negli spazi aerei”, un simbolo che, cento anni dopo, continua a dominare il paesaggio e il cuore dei lecchesi.

rivista sel 1925
Una pagina della rivista della SEL (Società Escursionisti Lecchesi) del 1925