Problematica la mancanza di acqua potabile per cucinare e sopperire ai bisogni primari
Il gestore Valsecchi: “Abbiamo bloccato gli sciacquoni dei bagni interni e interdetto l’uso della doccia. Con queste misure possiamo durare fino a metà agosto”
LECCO – Appare per il momento “tamponato” il problema siccità al Rifugio Azzoni, che due settimane fa versava in una situazione abbastanza critica rispetto ad altri rifugi per via delle scarse precipitazioni cadute sulla provincia di Lecco. Da allora non si può certo dire che le condizioni siano migliorate: non si sono infatti registrati nuovi rovesci, e l’ipotesi di una chiusura è solo rimandata, come spiega il gestore Stefano Valsecchi:
“Abbiamo messo in atto alcune procedure di emergenza per cercare di durare ancora un mesetto, stiamo facendo di tutto per resistere come possiamo. Certo è che se entro metà agosto non dovesse piovere si rischierebbe seriamente di chiudere al pubblico”.
In realtà di acqua ce ne sarebbe anche, il problema è che il 90% di questa non è potabile, quindi non può essere sfruttata per cucinare o lavare i piatti: “Siamo intervenuti chiudendo gli sciacquoni dei bagni interni e vietando l’utilizzo della doccia – spiega Valsecchi – almeno finché non sopraggiungerà qualche piovasco. Lasceremo in servizio, sia per coloro che pernotteranno in rifugio che per chi è di passaggio, il bagno esterno alla struttura, perché per quello le risorse idriche sono pressoché infinite”.
Al di là delle piogge, che mai come quest’anno risultano imprevedibili e scarse, di una cosa il gestore dell’Azzoni è certo: “Sia il nostro rifugio che gli altri dovranno in futuro compiere delle rivoluzioni strutturali per affrontare periodi di siccità come quello che stiamo vivendo“.