Lettera. La risposta di Alberto Pirovano alla missiva di Aldo Anghileri

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Alberto Pirovano, presidente del Cai Lecco

LECCO – Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di Alberto Pirovano (Ragno di Lecco e già presidente del sodalizio dei Maglioni Rossi, nonchè portavoce del Comitato Organizzatore del Premio Grignetta d’Oro), in risposta alla missiva inviata al nostro quotidiano da Aldo Anghileri e pubblicata ieri (vedi articolo), martedì. Una lettera in linea con quello che è ed è stato il nostro auspicio: ovvero l’inizio di un confronto costruttivo per la nostra città, il mondo della montagna e di tutti coloro che la amano e la frequentano.  

Alberto Pirovano
Alberto Pirovano

“Caro Aldo,
ti ringrazio per la tua lettera, perché , come sempre nel tuo spirito, non c’è vena polemica, ma la voglia di contribuire fattivamente. Il dialogo, anche acceso, anche figlio di una sana competizione, non è mai sterile, bensì è segno di passione e porta sempre a buoni frutti. Soprattutto contributi come il tuo, così come quelli di Danilo, con cui ho già avuto modo di confrontarmi, e di Corrado sono preziosi.

Nel merito osservo come il Grignetta d’Oro degli albori, per intenderci quello organizzato dal 1970 alla metà degli anni ottanta, guardasse ai giovani, ma anche al territorio, limitando la competizione agli alpinisti lombardi. Il meccanismo di valutazione assegnava alle diverse salite un punteggio numerico, tentando di rendere oggettiva la classifica creando un ranking stile tennis. Il medesimo metodo sarebbe stato poi la base per la valutazione di ammissione al gruppo Gamma, perlomeno nei primi anni. Che già all’epoca ci fosse la volontà di uscire dai confini locali è testimoniata dalla scheda compilata da Messner, recuperata dal prezioso archivio di Renato Frigerio, e da un articolo dello stesso Reinhold, il quale invocava un premio nazionale organizzato sulla base del Grignetta d’Oro Lombardo.

Come ben sai il Grignetta d’Oro 2.0, organizzato dal 1997 al 2006, l’ultimo tra l’altro tenutosi nel tuo ristorante ai Piani dei Resinelli, assunse fin da subito le caratteristiche di premio nazionale, ma non perse quello spirito che tu invochi; il Grignetta era, ed è, un momento di riflessione sul percorso dell’alpinismo, come ha sintetizzato bene Cristophe Heinz, “il Grignetta d’Oro dà agli alpinisti la direzione giusta e chi lo vince ha la responsabilità di indicare la strada”.

Il problema di incentivare, e far riconoscere i giovani, facendoli emergere, si è posto già allora. Nel 2001, dopo la scomparsa di Miro Ferrari pochi giorni dopo il rientro da una spedizione di giovani in Pakistan, venne istituito il Premio Casimiro Ferrari. Premio riservato ai giovani del territorio lombardo, esattamente come il Grignetta degli albori, lo vinsero personaggi come Adriano Selva, lo stesso Matteo Della Bordella e Manuela Valsecchi. Poi si fermò nel 2007, proprio per la difficoltà a trovare giovani protagonisti e per lo scarso interesse, forse anche dovuto alla scarsa comunicazione.

Concordo pienamente sulla necessità di supportare i più giovani, ma bisogna partire dai numeri, che oggi non sono esaltanti se parliamo di giovani alpinisti, e sarebbe sbagliato pensare di rilanciare questa disciplina solo con un premio. Quello che serve è un progetto di più ampio respiro rivolto ai giovani, magari quello che riesce a fare la BMC inglese, con basi logistiche e supporto ai giovani alpinisti nelle mete più importanti dell’alpinismo (Chamonix, Bariloche…) è ambizioso, ma è un valido punto di riferimento, e si potrebbe partire proprio da Lecco (magari terminando l’ostello in chiave alpinistica-arrampicatoria). Proprio qualche settimana fa Rolando Garibotti, sempre attento a tutto quanto accade in giro per il mondo, mi chiedeva perché non fosse possibile organizzare qualcosa di simile in Italia, ed in particolare a Lecco, capitale dell’alpinismo italiano. Bisogna poi capire cosa s’intende per giovani, visto che tra i finalisti del Grignetta di quest’anno c’erano personaggi di 24 e 25 anni!

Ecco, io sono convinto che questo osare, oggetto di tante discussioni notturne con Butch, possa oggi diventare qualcosa di concreto, ma solo a precise condizioni. Solo se remiamo tutti dalla stessa parte, CAI, Gamma, Uoei, Ragni, istituzioni, ma soprattutto le persone che hai indicato tu. Quei personaggi incredibili, che solo Lecco ha saputo e sa esprimere, capaci di fare sognare, di essere d’esempio, ma che devono anche assumersi la responsabilità di indicare la strada mettendoci la faccia.

Su questo noi ci siamo, possiamo partire anche subito; magari qualcuno all’inizio remerà contro, (perché a Lecco chi va contro per partito preso non manca mai), ma siamo convinti che le condizioni ci siano per fare qualcosa di grande. Se lavoriamo insieme, con te, con Danilo e Corrado, ma anche con Sergio, Floriano, Mariolino, Dario, Mariotto e tutti quelli con qualcosa da dare ai giovani, beh… non si tratterebbe più di osare, ma di costruire qualcosa di concreto. Qualcosa capace di garantire il futuro all’alpinismo, non solo lecchese, e di far tornare Lecco a quel ruolo a cui la portarono prima gli alpinisti della generazione di Riccardo Cassin e poi la vostra.

Spero si possa dar seguito a queste righe con un incontro, per poi partire iniseme”.

Per l’organizzazione del Premio Grignetta d’Oro – Alberto Pirovano

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