Un’altra Via per la Valsassina: un cammino unirà le ex stazioni sciistiche, immaginando un futuro post-neve

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Piani di Artavaggio inverno 2023
Vecchi impianti da sci ai Piani di Artavaggio

Presentato il progetto vincitore del bando Cariplo Montagne in Transizione 2025: un nuovo modello di turismo lento, partecipato e destagionalizzato

Sarà creato un itinerario lungo sette giorni tra gli impianti dismessi. Il progetto partirà nel 2026

VALSASSINA – La Valsassina prova a guardare oltre il modello sciistico che per decenni ne ha definito l’economia e l’identità. Lo fa con Un’altra Via per la Valsassina, progetto vincitore del bando Cariplo Montagne in Transizione 2025, un bando giovane (solo due edizioni, e non ce ne saranno altre) concepito proprio per affrontare la sfida più urgente che riguarda molte località alpine: come riconvertire i territori basati sul turismo della neve, in un contesto dove la neve non arriva più.

Circa 70 mila euro per il progetto che entrerà nel vivo nel 2026, dando avvio a un percorso operativo lungo diciotto mesi. L’idea centrale consiste nel collegare tra loro tutte le ex stazioni sciistiche della Valsassina, oggi in disuso, attraverso un itinerario escursionistico di circa sette giorni. Le tappe toccheranno luoghi simbolici della trasformazione in atto, dai Piani dei Resinelli ad Artavaggio, dai Piani delle Betulle all’Alpe di Paglio, passando per il Cornello del Cignolo e i Piani d’Erna. Un mosaico di aree un tempo animate da impianti di risalita e oggi in cerca di una nuova identità.

Il percorso nasce a partire da ciò che già esiste: non verranno creati nuovi sentieri, ma verranno intrecciati tracciati preesistenti in un’unica grande narrazione territoriale. Per farlo si procederà con una mappatura ambientale, poi con si creerà una mappa di comunità generata dall’incontro con tutti i portatori di interesse situati lungo il cammino (rifugi, baite, ristoranti, associazioni culturali, aziende agricole). Sarà poi costruita una cabina di regia under30 aperta ai residenti in Valsassina composta da giovani che possano avere voce in capitolo proponendo attività ed eventi, con l’intento di elaborare una strategia di marketing territoriale in grado di raccontare il nuovo cammino e valorizzarne l’identità; e promuovere una fruizione più consapevole e distribuita, orientata al turismo lento e rispettoso.

Con i fondi del bando verrà realizzata anche la cartellonistica, però solo delle prime due tappe dell’itinerario (Ballabio, che sarà la partenza, e Bongio). Per le restanti non sarà possibile procedere: il budget disponibile non lo consente. I promotori sperano tuttavia che il successo dell’iniziativa e l’interesse dei comuni della valle possano permettere di reperire risorse ulteriori e completare così l’intero percorso.

Nel partenariato figurano, oltre al capofila — la cooperativa milanese Eliante, già attiva nella gestione del Parco del Monte Barro e di diverse realtà naturalistiche — il Comune di Ballabio, ente pubblico richiesto obbligatoriamente dal bando. Accanto a loro operano Resinelli Tourism Lab, NatLink e RIFAI, la Rete Italiana dei giovani Facilitatori delle Aree Interne.

I lavori partiranno a gennaio, con l’obiettivo di lanciare le prime attività già nell’estate prossima. Per la Valsassina si tratta di un’occasione unica: il bando assegna infatti un solo progetto per territorio provinciale e non ne verranno finanziati altri per l’area di Lecco. È una responsabilità, ma anche un’apertura concreta verso nuove forme di abitare e valorizzare la montagna, superando la logica dei picchi stagionali.

Un’altra Via per la Valsassina non è soltanto un progetto turistico: è una proposta culturale che racconta una montagna in cambiamento, capace di trasformare il proprio passato e di dare nuova vita ai luoghi abbandonati. È un esperimento che ha una visione chiara: ripensare la montagna non come parco tematico invernale, ma come spazio abitato, vissuto e condiviso tutto l’anno.

La strada è lunga, ma la via (un’altra via) sta finalmente prendendo forma.