Referendum, le opinioni del sì e del no. Valsecchi vs Magni

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LECCO – Riceviamo e pubblichiamo le opinioni di Corrado Valsecchi, Appello per il sì, e Sandro Magni del Comitato per il no, in merito al Referendum Costituzionale per cui si voterà il prossimo 4 dicembre.

L'assessore Corrado Valsecchi
 Corrado Valsecchi

Corrado Valsecchi, Appello per il sì al Referendum: “In tanti, come avviene di solito prima di una elezione, mi chiamano per chiedermi informazioni sul voto e interrogarmi su quale sarà il mio voto in questo referendum.  Mi sono speso, pubblicamente, per un Si convinto e credo ancora che l’opinione pubblica veda questa riforma positivamente; un adeguamento Costituzionale si impone dopo quasi 70 anni, dove i mutamenti della società e del sistema politico sono sotto gli occhi di tutti. Purtroppo temo che possa prevalere un voto esclusivamente politico: con o contro Renzi, ignorando i contenuti e le dinamiche messe in campo dalla riforma. Il Premier ha sbagliato nel personalizzare sull’esito del referendum, tuttavia, non si va a votare per le elezioni amministrative e politiche, si va a votare per modernizzare la nostra Costituzione, per ridurre il peso dei parlamentari, per distribuire, in maniera più equilibrata, il ruolo delle Camere, per regolamentare, in maniera diversa e più rappresentativa, l’attivazione di eventuali referendum, per chiudere enti e istituzioni ormai superate e che hanno fatto il loro tempo. Mandare a casa il Governo Renzi può rappresentare un bel esercizio per i suoi avversari, ma questi stessi temi se li ritroveranno sul tavolo il giorno dopo il referendum e probabilmente in una situazione politicamente ingovernabile.  In questo momento mi voglio appellare al senso di responsabilità dei cittadini chiedendo di andare a votare non già su Renzi, ma sui contenuti referendari. Lasciate stare le strumentalizzazioni finalizzate ad infierire su un avversario politico o le vocazioni di un revanscismo miope e inadeguato, guardate allo scenario italiano ed europeo e chiedetevi se non è arrivata l’ora di mettere mano alla Carta più importante che abbiamo: La Costituzione. Per quel che mi riguarda rispetterò coloro che voteranno anche diversamente da me se lo faranno nel merito del quesito posto dal referendum, difficilmente mi troverò, viceversa, in accordo con quelle persone che sono animate solo di far cadere Matteo Renzi. Il giorno dopo, nel caso di vittoria del No, si accorgeranno di aver fatto un enorme errore e che sarà molto complicato trovare risposte giuste e adeguate sia per un nuovo Governo che per una nuova Costituzione”.

 

Sandro Magni
Sandro Magni

Sandro Magni, Comitato per il no al Referendum: “Teniamoci la Costituzione più bella del mondo. Capita in tutti i numerosi confronti cui ho partecipato, che gli esponenti del SI aprano e concludano le loro tesi di riforma costituzionale, affermando che la loro riforma non è il massimo del possibile ma che non si poteva fare altro. Insomma una teoria del male minore, che è in sé inconfutabile, giacché non c’è mai fine al peggio, e anche il peggio è un bene. “Seppur relativo”. Come a lor signori (i rappresentanti del SI) sembra di dover aggiungere di nuovo. Non c’è chi non veda che questa tesi è in sé insostenibile e sia un vestito adatto ad ogni stagione secondo convenienza opportunistica e propagandistica. Una seconda tesi che i sostenitori del SI sistematicamente avvalorano, ed è un corollario di merito della tesi maggiore è che questa “deforma” serve a dare più poteri al governo, mettendo contro “governabilità” e sistema parlamentare. Una tesi si potrebbe dire che viene da lontano, passa da Craxi a Licio Gelli, ma che aveva trovato nel ventennio fascista la sua più piena attuazione. Certo un qualche equilibrio tra esecutivo e parlamento ci deve pur essere, ma non è detto, che più stabilità, sia sinonimo di maggior governabilità. Perché in primis si possono avere Governi stabili, che non Governano, o come sembra più normale Governi stabili che si palesano come Esecutivi che Governano contro il popolo. Come dall’82, anno della cancellazione della scala mobile è avvenuto. E come gli ultimi tre anni di Governo Renzi, attestano, con lo smantellamento di tutti i diritti sociali e la loro sostituzione con clientelari bonus. Non che prima fosse tutto meglio. Anzi, ma… Infine e non da ultimo perché come accade con questa deforma la maggior governabilità è un modo di cedere sovranità effettiva e popolare (art. 1 della Costituzione) ai poteri forti delle tecnocrazie europee e in ultima analisi alle multinazionali della finanza (J.P. Morgan) e dell’economia. Cessione di sovranità che fa seguito ai loro diktat. C’è un ultimo argomento da prendere in considerazione. L’escalation della Governabilità cominciò illusoriamente con l’introduzione del “maggioritario”. Ma si è andati di male in peggio. Ciò nonostante non si deve parlare di reintroduzione di un sistema elettorale proporzionale. Deducibile dall’attuale Costituzione. Il “proporzionale” è un male in sé. Questo sì, il male “assoluto”. Forse perché ammaliati dagli obsoleti sistemi a doppio turno (Francia) o uninominali (Gran Bretagna). Dimenticandosi che ci possono essere diverse applicazioni del sistema proporzionale (vedi Spagna) e soprattutto che c’è un paese per molti versi simile al nostro (la Germania), (per altri versi deprecabile) che ha da sempre ha unito un sistema quasi proporzionale puro con la stabilità dei suoi Governi, collegando il suo sistema elettorale con l’istituto della sfiducia costruttiva. Sono queste alcune delle sintetiche ragioni per non soccombere alla recente moda relativistica del fronte del SI e tenerci con un NO la Costituzione più bella del mondo”.