Taglio fondi disabilità, Gandolfi (UPper): “Vi siete chiesti a cosa servivano quei soldi?”

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Angelo Gandolfi (foto UPper)
Angelo Gandolfi (foto UPper)

L’ex sindaco di Monte Marenzo, da sempre in prima linea per i diritti dei disabili, scrive a Regione Lombardia

“Se pensate che bastano 400 euro al mese avete preoccupanti limiti di calcolo, altrimenti non avreste tagliato 250 euro ma aumentato i 650 euro”

MONTE MARENZO – Dopo l’intervento nei giorni scorsi di Gerolamo Fontana (presidente di Uildm Lecco), è ora Angelo Gandolfi (socio fondatore dell’Associazione Culturale UPper di Monte Marenzo e primo presidente dell’Associazione Lo Specchio di Calolziocorte) a esprimersi sui tagli della Regione Lombardia agli aiuti alle famiglie con disabili. Angelo Gandolfi, ex sindaco di Monte Marenzo per due mandati e Cavaliere della Repubblica, è sempre stato in prima linea per difendere i diritti dei disabili.

“Egregi signori consiglieri che siete la maggioranza del Consiglio della Regione Lombardia, alla fine avete gettato la maschera e mostrato quello che siete: dei cuori di pietra.
Avete respinto la proposta delle minoranze di trovare un accordo per non cancellare i tagli ai sussidi diretti ad aiutare le famiglie con disabili gravi e gravissimi.
Il vostro cuore di pietra vi ha suggerito che dare a queste famiglie, a partire dal 1° luglio, 400 euro al mese piuttosto delle attuali 650 non è poi così grave. Probabilmente voi non riuscite proprio a capire. Da privilegiati quali siete, che avete deciso di darvi una indennità di 10.000 euro al mese, cosa sono 250 euro? Bruscolini, una cena in un buon ristorante.
Vi siete mai chiesti cosa ne fa di 650 euro al mese la famiglia di una persona con una grave disabilità?
Paga una persona (caregiver) che assiste il figlio speciale perché il genitore:
esce a fare la spesa;
necessita di due ore di riposo durante il giorno perché il figlio speciale non ha dormito tutta la notte;
ha preso l’influenza ed ha la febbre;
deve sbrigare un sacco di incombenze burocratiche e di vita quotidiana;
gli si sono gonfiati i piedi e fatica a spostare da solo il figlio speciale dal letto, al bagno, alla carrozzina, nonostante abbia l’elevatore;
è a colloquio con gli insegnanti degli altri figli;
deve acquistare prodotti per l’igiene personale costosi, non forniti dal Servizio sanitario nazionale, per prevenire piaghe da decubito e altre patologie del figlio speciale;
santiddio, ha tanta voglia di andare al cinema almeno una volta ogni tanto;
eccetera.
Ebbene, egregi signori di maggioranza della Regione Lombardia, se poi pensate che ora bastano 400 euro al mese per sostenere questa famiglia, non solo avete un cuore di pietra, ma pure dei preoccupanti limiti di calcolo (discalculia), altrimenti non avreste tagliato 250 euro ma aumentato di molto i 650 euro dati sino ad oggi.
Avete provato a difendervi dicendo: noi questi soldi li tratteniamo per organizzare dei servizi sul territorio che aiutino le famiglie.
Trattenete 250 euro a famiglia e con questi riuscite a fare un servizio flessibile, competente, capillare in grado di intervenire in ogni famiglia sulle 24 ore? Ma fateci il piacere!
Le famiglie con una persona con grave disabilità sono disponibili a non percepire più un solo euro quando questi servizi territoriali saranno operativi, nel frattempo trovate le risorse per non procedere con questi tagli, anzi, trovate la possibilità di aumentare questo sussidio.
Il consigliere di minoranza Davide Casati, commentando questo voto contrario, dichiara: ‘La battaglia va avanti: lavoreremo dentro e fuori dall’aula per trovare un’intesa e convincere la Giunta a reperire quei 10 milioni di euro necessari ad azzerare il taglio dei sussidi, si tratta dello 0,03% del bilancio regionale. Un intervento minimo, non certo una missione impossibile. Basta volerlo'”.