LECCO – Ha governato la città negli ultimi cinque anni, portando il centro sinistra alla guida di Lecco dopo anni di amministrazione di centro destra, ed ora punta ad un secondo mandato.
Virginio Brivio, classe 1961, residente a Valmadrera, sposato e padre di tre figli, già presidente della Provincia di Lecco, si appresta ad una nuova battaglia elettorale. Lo abbiamo incontrato, per parlare con lui di quanto fatto dal 2010 ad oggi e quali saranno le azioni che vorrà mettere in campo per il futuro della città.
“Mi ripresento con l’obiettivo di mettere a buon frutto cinque anni, che sono stati difficili ma anche anni di conoscenza migliore degli aspetti più problematici di questa città. Venivo da un’esperienza precedente in Provincia meno legata alla gestione quotidiana di alcune dinamiche che si incontrano in maniera più concreta in un’amministrazione comunale. Ho ritenuto di impegnarmi a tempo pieno, mettendomi in aspettativa dal lavoro di dirigente del settore dei servizi sociali del Comune di Valmadrera. Non vivo di politica perché ho il mio lavoro, sono sposato felicemente e ho tre figli di 24, 20 e 13 anni”.
Cosa l’ha spinta a ricandidarsi?
“La prima intenzione è quella di non lasciare le cose a metà. Rispetto a quanto dicono i profeti di sventure che citano le opere incompiute di questa amministrazione, io credo che il giudizio non possa essere costruito solo riguardo alle opere pubbliche che, non solo a Lecco, vivono una situazione di difficoltà in termini di attuazione, ma su un assetto più complessivo che in questi anni è stato essenziale per tenere assieme una città nel mezzo di una crisi economica senza precedenti; mi riferisco al settore del sociale, della cultura, la scuola e delle aggregazioni in genere, così come la messa a regime della macchina amministrativa, un lavoro meno visibile delle opere pubbliche ma essenziale.
Abbiamo chiuso tante procedure che non avevano le fattibilità per andare avanti e con il Piano di Governo del Territorio abbiamo voluto dare un’idea di futuro della città; il PGT è arrivato tardi sicuramente però ricordo che l’ultima pianificazione risaliva a 15 anni fa. Abbiamo tentato di rendere più comunicativa e trasparente l’attività dell’amministrazione, con commissioni svolte in maniera più organizzata, aperta e documentata.
Mi sembrava doveroso non interrompere questo percorso sapendo che ci sarà anche la grande responsabilità di aggredire maggiormente alcuni temi, quello già citato del riuscire a sbloccare gli investimenti, far ripartire un territorio che sta vivendo una crisi ed ha bisogno di pensare a settori nuovi, come l’integrazione, il turismo, un terziario di qualità, l’innovazione nel manifatturiero”.
Qual è il suo giudizio su quanto fatto in questi anni? Quali scelte rifarebbe e quali no?
“Il dato a mio parere è complessivamente positivo, una sufficienza meritata e non regalata, tenendo conto del contesto di crisi che i cittadini conoscono bene e anche gli avversari politici. Sono stati anni di tagli agli enti locali, una riforma fatta con molta coerenza dai governi Berlusconi, poi Monti e confermata con Letta e Renzi. Sostanzialmente c’è stato un taglio da parte dello Stato di risorse sostituite con la tassazione locale. La difficoltà nel ritrovare la fiducia del cittadini è dovuta al fatto che hanno conosciuto una tassazione locale molto più netta rispetto al passato.
Siamo anche l’amministrazione che ha vissuto per prima la riforma delle province e degli enti locali che ci ha chiamato ad un impegno maggiore nei servizi sociali, nel trasporto pubblico e in alcune iniziative sovraccomunali”.
C’è chi la taccia di indecisionismo soprattutto riguardo alle opere pubbliche. Crede sia giustificato?
“In realtà sono state realizzate cose concrete. Il tribunale non è rimasto tale e quale al 2010: quando l’abbiamo presa in mano noi, la questione era letteralmente impantanata. Abbiamo fatto un primo lotto di lavoro, sbloccata una situazione delicatissima di contenziosi, abbiamo chiuso il primo appalto, tra poche settimane partirà il terzo appalto e siamo in fase di progettazione del quarto appalto. E’ vero che è trascorso un lasso di tempo lungo, due anni, ricordo però che questo tempo è stato necessario per collaudare e certificare le opere fatte sul primo lotto e su un sito già oggetto di contenziosi.
Riguardo ad altre opere abbiamo preferito la sicurezza: sono stati spesi oltre un milione e mezzo sul dissesto idrogeologico, abbiamo sistemato viale Dante che rischiava di implodere, il ponte Badoni, è stato eliminato l’amianto nelle scuole, un milione è stato speso per mettere in sicurezza alcuni uffici comunali non a norma, penso poi alla conclusione del sottopasso ferroviario e alla pista ciclabile verso Vercurago che non ha solo valore estetico ambientale ma punta a migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Complessivamente sono stati fatti interventi di manutenzione per 3 milioni di euro. Quindi, è un pò semplificatorio fare foto delle opere ferme e chiunque vincerà le elezioni non potrà promettere che all’indomani potranno riprendere i lavori, perché sono fermi per motivi seri e non per delle scuse.
Riguardo al centro sportivo del Bione è stata avanza l’ipotesi di collaborazione con il privato e lo stesso lo vorremmo fare con l’ostello della gioventù. Per vedere realizzate le altre opere bisognerà avere il coraggio di vendere alcuni beni acquisiti da passate amministrazioni, come quelle di Bodega, che si sono rivelate non solo non utili, come il cinema Lariano e il parcheggio di via Alimasco, ma anche un problema quasi di ordine pubblico e sicurezza, viste le condizioni nelle quali versano”.
Cosa ha bloccato la realizzazione delle opere incompiute?
“Da un lato le tematiche di tipo legale, quindi contenziosi, alcune finanze di progetto sono state chiuse perché improcedibili. La prova che è stato effettuato tutto per il meglio è che nessun privato ha fatto causa contro il Comune dopo lo stop a questi project.
La seconda causa è la capacità di spesa per investimenti assolutamente modesta con la quale abbiamo dovuto fare i conti, colpa della combinazione tra patto di stabilità e ingessatura del bilancio. Abbiamo ereditato pensati mutui e li abbiamo ridotti di 3 milioni.
La cessione di Linee lecco e la vendita di via Roma 51 , che avrebbero portato 7/8 milioni nelle casse dei comuni, sono andate entrambe deserte e se ci fosse stato almeno uno di questi introiti avremmo potuto invece realizzare una parte di queste opere”.
Quale valore aggiunto la vostra amministrazione pensa che sia riuscita a dare rispetto al passato governo leghista?
“Coesione sociale maggiore, il puntare sui valori positivi che uniscono questa città, un grande lavoro di ascolto e incontro con i cittadini. Certo, non abbiamo dato le risposte che si attendeva ma la casa comunale è stata più frequentata ed è diventata un punto di riferimento.
Poi l’aver tentato di aggregarsi e di valorizzare nostra partecipazione ad enti superiori, ai parchi, l’ingresso nel consorzio dei laghi. Un attenzione importante all’insediamento del Politecnico e del CNR che ha sicuramente trovato premesse da riconoscere nelle passate amministrazioni, nelle scelte di destinazione urbanistica, ma che ha visto in questi anni la partecipazione del Comune a progetti concreti; penso a Univerlecco e l’integrazione di progetti innovativi con il mondo sociale, a favore degli anziani e dei disabili.
Poi i progetti di coesione a partire dalla co-progettazione nella gestione dei servizi sociali, che ha voluto dire un bando plurale nelle partecipazioni, quindi con una contaminazione positiva di più gruppi e associazioni”.
Quale direzione prenderà ora un eventuale secondo mandato di Brivio? Cosa farà se verrà rieletto?
“Più che l’elenco della spesa, è importante sottolineare ci dovranno essere dei cambi di passo: certamente una riorganizzazione degli uffici e della struttura amministrativa che vorrei più legata alle funzioni che ai singoli settori. Penso sia necessario superare la settorialità, distinguere le manutenzioni dalle opere pubbliche, poi una politica della casa più incisiva, un grande piano con altri enti per utilizzare al meglio le proprietà pubbliche ed un maggiore coinvolgimento dei cittadini nell’utilizzo di questi beni.
Dovremo attuare il PGT e vorrà dire rendere ancora Lecco attrattiva per le imprese. Perché le aziende dovrebbero investire a Lecco? Perché ci sono delle aree ancora dedicate a loro e su queste aree quindi bisognerà fare delle politiche per incentivare il loro insediamento. Sappiamo di non poter dare grossi incentivi ma siamo anche consapevoli che non basta confermare ad uso industriale queste aree, come abbiamo già fatto nel PGT.
L’altro valore di Lecco è il capitale umano, una comunità fatta di persone che hanno sempre avuto grandi capacità. Con l’avvento del Politecnico e del CNR dobbiamo dare il messaggio che la città è pronta a rimettersi in gioco, vendere il prodotto Lecco, qualcosa che non siamo abituati a fare perché una volta erano gli altri che ci venivano a cercare.
Ci sono anche aiuti economi erogati da Regione Lombardia su progetti specifici, serve quindi che gli imprenditori si facciano avanti”.
Cosa manca oggi a Lecco per essere attrattiva?
“La città dovrebbe essere un po’ più consapevole della sua bellezza, seve una Lecco più intraprendente e che vada quindi a cercare e costruire nuove opportunità di lavoro, con maggiore imprenditorialità.
Serve il manifatturiero perché, a differenza delle poche imprese che non hanno sentito la crisi, tante aziende si sono spente ed è necessario investire in questo settore, guardando anche all’innovazione e alla qualità.
Bisogna però anche aprire al terziario dei servizi e del turismo, non possiamo più essere figli dell’occasionalità. Spero che i prossimi mesi, con Expo, siano un volano di prova. Nel PGT ci sono le opportunità per la creazione di nuovi alberghi, quindi per incrementare i posti letto, già in questi anni aumentati. Si dovranno costruire dei pacchetti turistici, con Expo abbiamo già creato le premesse ovvero gli itinerari per i visitatori che abbiamo presentato nelle scorse settimane, da qui bisogna passare al pacchetto che dovrà essere venduto dagli operatori”.
Serve altro per essere più forti sul turismo?
“Già ora abbiamo tante cose belle. C’è un patrimonio di conoscenze, magari all’interno di nicchie, penso al mondo dell’alpinismo e dei tanti che per le nostre montagne raggiungono Lecco senza tanti proclami anche dall’estero. Come trasformare questa cosa in meno occasionale? Serve le iniziative vengano lasciate meno alla pur importante buona volontà e che vengano inserite di più in una logica di pacchetto turistico.
Poi servono senz’altro novità: sul tema della mobilità sperimentiamo un aumento di 150 corse il battello e se la cosa funziona allora punteremo all’implementazione, c’è la riqualificazione della Malpensata e il porticciolo, la valorizzazione dei piani d’Erna e poi ci sono beni comunali che possono essere inseriti in circuiti turistici come Villa Manzoni, la Torre Viscontea. Nel settore turistico penso che non possiamo non inserirci nella promozione mondiale che è quella della logica del sistema del lago di Como, un brand riconosciuto a livello internazionale”.
Metastasi, l’operazione condotta dall’antimafia di Milano, che ha portato all’arresto del consigliere comunale Ernesto Palermo e del sindaco di Valmadrera, Marco Rusconi, ha rappresentato uno dei fatti più gravi avvenuti durante il mandato che sta per concludersi. Lei non risulta indagato ma il suo nome è stato menzionato nelle carte dell’inchiesta. Crede di aver agito bene all’epoca dei fatti? Agirebbe in modo diverso oggi se potesse tornare indietro? Crede che questa vicenda possa crearle complicazioni per la corsa elettorale?
“Certamente qualche complicazione per chi vorrà strumentalmente usarla ci sarà, però chi lo fa si dovrà assumere le proprie responsabilità se verranno usati questi argomenti in maniera non corretta. In una fase iniziale era stata segnalata un’ipotesi nei miei confronti che non si è mai concretizzata e nei prossimi giorni sarò convocato come testimone, quindi un ruolo decisamente differente. Attendo la fine del processo per capire la fonte di tutto quel materiale uscito nelle prime settimane, un interesse non solo personale ma anche istituzionale. Per quanto riguarda il Comune, il fatto specifico era l’ ipotesi di perturbazione del processo del PGT ma ricordo che la magistratura ci ha consentito di arrivare all’approvazione, abbiamo fornito tutti i materiali e, se non per il fatto isolato della tangente di cui alcuni sono già stati individuati i responsabili, oltretutto su un’operazione già definita del piano, non sono emersi altri problemi.
Sul PGT non ho quindi nulla da rimproverarmi. Se avessi saputo, conosciuto meglio e prima alcune frequentazioni del consigliere Palermo certamente sarei stato più avveduto quando il sindaco di Valmadrera, così come già accaduto con altri primi cittadini di tutti i colori politici, mi ha chiesto una mano in una situazione delicata nella quale l’amministrazione si stava infilando. Però sono quelle cose che scopri dopo nella loro interezza”.
Come ha vissuto quel periodo?
“Molto male. Essere a capo di un’amministrazione in cui un consigliere viene arrestato, dopo aver investito sul tema della legalità in maniera significativa, è stato un colpo duro. Ricordo quanto fatto a seguito delle informazioni atipiche della Prefettura e la battaglia riguardante i limiti orari delle slot machine che noi abbiamo sempre vinto, avendo ragione anche dai tribunali amministrativi”.
Tornando alle elezioni, come è stato rinnovare i rapporti di alleanza con Appello per Lecco e poi con Ezio Venturini e la lista da lui fondata, Vivere Lecco?
“C’è stata una giusta e doverosa dialettica nei mesi scorsi poi ci si è concentrati sui contenuti e sul metodo di lavoro. Sono contento della coalizione che è stata fatta. Non è rituale questa grande apertura riguardante la composizione delle liste, positiva non solo per un rinnovamento numerico importante che ci sarà nelle candidature ma perché, viste le problematiche degli ultimi anni, non è così facile trovare persone che riescano a guardare oltre la critica e capire il perché dei problemi, diventano risorse importante da coinvolgere”.
Se vincerete, come sarà composta la squadra di governo?
“Sulla giunta considero prematuro fare delle anticipazioni, certamente i profili saranno di persone che intendano continuare un lavoro di squadra più incisivo. Credo nel lavoro inter-assessorile tra i settori, ovvero la giunta deve dare un contributo decisivo affinché il Comune appaia come un’entità unitaria. Quando ci sono diverse competenze, cittadini e imprese non devono diventare matti per capire a chi rivolgersi e cosa fare. Su questo anche la politica deve fare la sua parte”.
Cosa pensa degli altri candidati sindaci, suoi avversari nella corsa alla rielezione?
“Lorenzo Bodega conosce molto bene le cose però non può semplificare i temi dicendo “ai miei tempi” perché quei tempi non ci sono più. Inoltre se fossi stato in lui alcune scelte non le rifarei, certe operazioni non hanno portato un valore aggiunto al Comune. Non basta acquisire bene, bisogna poi mettere a posto questi beni, c’è la loro gestione e altri investimenti. Situazioni che a crearle basta poco, per sistemarle ci vogliono anni. Credo che certe scelte non siano state condivise con la città, saranno state condivise con il consiglio comunale. Sarò contento se ci sarà il contributo di Bodega perché è una persona competente e appassionata di questa città, ma il suo apporto sarà da misurare su uno scenario e su un modo più sussidiario, partecipato di vivere la città.
Alberto Anghileri penso potrà portare un contributo notevole in consiglio, meglio una sinistra chiara e che sposa alcune idee portandole nella sede giusta, anziché i massimalismi e le fatiche che abbiamo accusato in questi anni. Rispetto molto il lavoro che sta facendo e mi aspetto un contributo decisivo sui temi del lavoro.
I Cinque Stelle potranno offrire uno sguardo innovativo sull’organizzazione della macchina comunale, insistendo maggiore comunicazione e trasparenza.
Con Alberto Negrini ho vissuto un confronto in occasione di momenti problematici emersi col mondo del commercio e lui è sempre stato uno che sapeva alzare lo sguardo e guardare oltre queste situazioni. Mi auguro che continui a farlo perché la città si salva solo se alza lo sguardo, non se pensa di risolvere tutto secondo schemi vecchi”.
Appello per Lecco è convinta che passerete al primo turno, è anche il suo pronostico?
“No, mi sembra un po’ difficile. Penso che conterà un elemento: c’è frammentazione delle liste dei candidati che fanno però riferimento a dati identitari tutto sommato di partito. Quello che mi chiedo, e che sarà determinante, è quanto conterà il simbolo partitico, quanto il dato di civismo che ognuno ci mette nel proprio progetto, quanto invece la persona candidata”.
Con chi si aspetta il ballottaggio?
“Se guardo ai numeri e allo schema dei partiti penso con Alberto Negrini, se invece prevarrà la dimensione del civismo immagino con Lorenzo Bodega”.