Il Comune boccia il testamento biologico e il Pd si divide

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Alberto Anghileri, Con la Sinistra Cambia Lecco

Comune Palazzo Bovara

 

LECCO – La tematica è tra le più discusse  a livello nazionale ed anche a Lecco le posizioni dei consiglieri comunali chiamati ad esprimere il proprio voto a riguardo non mostravano compattezza d’intenti. Alla fine, dopo tre commissioni, diversi mesi di lavoro e un’ora abbondante di discussione in sede di Consiglio Comunale, la proposta di istituire un registro per le Dichiarazioni Anticipate di Volontà (alias, il testamento biologico) ha incontrato ancora una volta il muro del no, archiviando ancora una volta un tema complesso e dibattuto.

Era stata la prima amministrazione Brivio, nel 2011, a bocciare la proposta sostenuta dalla firma di oltre mille cittadini, promossa dalle associazioni Qui Lecco Libera, Renzo e Lucio, Arci, Cgil e Cellula Coscioni. Contro quella decisione Alberto Anghileri (Con la Sinistra Cambia Lecco) aveva riportato a Palazzo Bovara l’argomento, depositando nel novembre scorso una proposta per l’istituzione di un registro comunale dove rilasciare le proprie dichiarazioni anticipate di volontà: uno strumento, un diritto, come sottolineato da Anghileri in apertura di dibattito lunedì sera, per avere la possibilità di scrivere le proprie volontà rispetto a una partita importante, quella della vita e, a detta del consigliere, richiesto a gran voce da sempre più cittadini.

Alberto Anghileri, candidato sindaco
Alberto Anghileri

Non un deposito di documenti contenenti le dichiarazioni su quali trattamenti sanitari si vogliano eventualmente evitare, come ricordato da Anghileri: “Le proprie volontà e la nomina di un fiduciario andranno redatte attraverso un atto notarile individuale – ha spiegato – in Comune attraverso il registro si potrà indicare dove si è depositata la dichiarazione. Possiamo parlare di un elenco di nomi, per semplificare, ma che attraverso l’iscrizione al registro diventerà un atto amministrativo a tutti gli effetti”.

La proposta di Anghileri aveva di fatto trovato il parere favorevole di altri consiglieri, tra cui Massimo Riva (5 stelle) e alcuni democratici, “faro” di una maggioranza molto divisa al suo interno sul tema testamento biologico. Al termine della discussione i votanti sono stati 31, di cui 15 contrari, 14 favorevoli e due astenuti.

Contraria buona parte della minoranza, in primis Ncd, Lega e Forza Italia, dubbiosa sull’effettiva validità della Dat allo stato attuale: qualcosa che non deve decidere il Comune, come asserito da Antonio Tallarita ad esempio, ma la legislazione nazionale, “senza contare le ampie questioni etiche, religiose e morali che girano intorno al testamento biologico”.

Concorde anche Lorenzo Bodega, così come la capogruppo del Carroccio, Cinzia Bettega, che 5 anni fa aveva suo malgrado – come ricordato – votato a favore della proposta: “Non so fino a che punto sia adeguato parlare della questione in Consiglio Comunale – ha dichiarato – sono stati fatti sforzi notevoli e ne do atto, ci abbiamo provato. Ma di fatto cosa stiamo facendo? Cerchiamo di mettere una pezza a qualcosa che andrebbe fatto in Parlamento, il quale nonostante recenti vicende, quella di Eluana Englaro su tutte per rimanere nel nostro territorio, continua a non affrontare il problema”.

Stefano Citterio
Stefano Citterio

Anche nella maggioranza non sono mancati pareri combattuti – e in definitiva contrari – sulla proposta d’istituzione di un registro. E’ stato tra gli altri Stefano Citterio, capogruppo del Pd, a prendere parola: “Cinque anni fa si era preso atto che, in mancanza di una normativa nazionale, si poteva fare ben poco a riguardo. La proposta che stiamo discutendo non andrebbe ad aggiungere nulla in più di quanto è stato già fatto, ovvero istituire un registro di amministratori di sostegno per i cittadini intenzionati a rilasciare un dichiarazione d’intenti. Molto serenamente sono contrario alla proposta, un’azione inefficace che non porterebbe a nessun’evoluzione, fino a che mancherà una legge nazionale sul tema”.

Tra i sì, quelli dei consiglieri Angelibusi e Gattari, che hanno invitato a non fare confusione sull’oggetto della proposta in discussione: “Non stiamo decidendo se istituire un registro che conterrà le dichiarazioni anticipate di volontà ma un registro dove tenere le indicazioni dei cittadini – hanno detto – è un documento pubblico, nessuno può negarlo, nemmeno il mio fiduciario, così come nessuno può smentirne il valore legale, perché ne ha”. “Non sarà il Comune a mettere l’asticella, ovvero a stabilire cosa è etico e cosa non lo è – ha aggiunto il consigliere Coti Zelati – ma a offrire un diritto in più al cittadino che voglia dichiarare cosa fare in caso di perdita di coscienza permanente o irreversibile”.

“Sono certo che serva una legge” ha commentato Anghileri “ma temo che questo Parlamento non arriverà mai a una decisione. Ritengo questa proposta un grande atto di civiltà nei confronti dei cittadini, che ha pienamente valore legale: poi ognuno è libero di fare o non fare la dichiarazione, di scegliere, finché cosciente, se vuole stare in una determinata condizione oppure no. 200 comuni italiani hanno istituito questo registro, dando ai loro cittadini un diritto formalizzato” ha concluso il consigliere.

Un numero dal quale Lecco, per ora, resta escluso.