Dai 44 ai 52 milioni per i lavori all’ex banca, oltre 30 milioni per demolire e ricostruire l’ex Poli
Il sindaco: “Nessuna delle alternative è oggi praticabile. Indebiteremmo i lecchesi”. L’opposizione: “Perso tempo e soldi per una retromarcia”
LECCO – Dopo diversi mesi di attesa, la relazione del Politecnico arriva e stronca definitivamente l’ipotesi ex Deutsche Bank per la nuova sede del municipio: tra i 44 e i 52 milioni di euro è il costo complessivo che il Comune dovrebbe sostenere per “trasferirsi” nello storico immobile di piazza Garibaldi.
Il costo della ristrutturazione è stimato in 19,6 milioni di euro a cui si aggiungerebbero gli 11,3 milioni per l’acquisto e altri 10 milioni circa per gli arredi. E’ quanto emerso giovedì sera nell’aula del Consiglio comunale dall’esposizione dagli esperti del Politecnico, coordinati dal project manager Francesco Vitola, chiamati a valutare le alternative, sottoposte dall’amministrazione comunale, per il futuro palazzo municipale.
Tra i 30 e i 34 milioni (di cui 14 milioni per i lavori) è quanto invece verrebbe a costare oggi demolire e ricostruire l’edificio dell’ex Politecnico di via Marco d’Oggiono, dove si era concentrata la progettualità della precedente amministrazione di Virginio Brivio che quello stabile lo avrebbe invece rimesso in sesto per 11 milioni di euro, più i 5,5 milioni di acquisto già versati a Regione Lombardia.
Un quadro economico più alto oggi quello preventivato dai tecnici del Politecnico riguardo all’ex ateneo, che tiene conto della revisione dei prezzi e del fatto che nel 2018 si sarebbero risparmiati costi di progettazione su scelta dell’allora dirigente comunale che aveva optato per realizzarla internamente, ma soprattutto l’allora amministrazione, è stato spiegato in aula, aveva deciso di realizzare un intervento ‘essenziale’ per minimizzare la spesa, scegliendo tra sette alternative possibili.
Una possibilità, quella del vecchio ateneo, che, pur avendo ottenuto 7 milioni di finanziamento dal Pnrr, era stata scartata dalla nuova amministrazione di Mauro Gattinoni perché ritenuta non adatta a soddisfare tutte le necessità della macchina comunale.
“Abbiamo affidato l’incarico al Politecnico perché era nostra intenzione avere una valutazione oggettiva e terza, dalla stessa mano che realizzò il quadro economico del 2018 – ha spiegato Gattinoni in aula – la prima considerazione è che dobbiamo guardare ai numeri, prendendo decisioni politiche partendo dai dati, non per partito preso o seguendo suggestioni. Questo metodo si deve incrociare oggi con un principio di realtà, con cognizione del momento storico che stiamo vivendo. Nessuna delle due alternative è praticabile per il Comune di Lecco”.
Davanti a cifre così impegnative e con l’attuale inflazione rappresenterebbero entrambi “investimenti fuori scala – secondo il primo cittadino – avremmo sicuramente degli effetti negativi su indebitamento del Comune. Se decidessimo di dare seguito ad una delle due ipotesi dovremmo sborsare una cifra che penalizzerebbe tutte le altre attività del Comune. Non ci penso nemmeno. Piuttosto abbiamo bisogno di riqualificare a valorizzare altri spazi pubblici”.
“L’alternativa – ha proseguito Gattinoni – è tornare ad indebitare i lecchesi per pagare il municipio, non per scuole o asili. Visti i tempi che stiamo vivendo, il tema della nuova sede, pur necessaria, ritengo non sia la priorità per la città”.
“Chi doveva farlo non è partito per tempo”
Scartate entrambe le ipotesi, il percorso per una nuova sede del Comune è ‘congelato’ ed oggi gli uffici comunali restano dislocati su cinque edifici diversi seppur, ha ricordato Gattinoni, sono stati eseguiti interventi di sicurezza a Palazzo Bovara e riorganizzato il front office per i cittadini.
“Sento già le critiche di chi dirà: se fossimo partiti per tempo oggi avremmo potuto.. ci sarebbe stato.. Ma chi doveva farlo non è partito per tempo – Gattinoni rimanda al mittente le inevitabili polemiche e lo fa additando la precedente amministrazione – ma si sarebbe dimostrata una sciagura. Di fronte ad un quadro da 14 milioni di euro, oggi avremmo dovuto pagarne dai 30 ai 34 milioni oppure fermare il cantiere come sta succedendo in molte parti d’Italia. Non ne abbiamo proprio bisogno. Bene abbiamo fatto a svolgere questi accertamenti”.
Parole che hanno provocato la risposta dell’ex assessore Corrado Valsecchi, oggi all’opposizione: “Come fa il sindaco a non provare vergogna? Attacca Brivio ma cosa avremmo dovuto fare in più di quanto vi abbiamo lasciato? Uno studio di fattibilità, 5 milioni di euro già pagati alla Regione, il parcheggio della Piccola acquisito e vicino il nuovo municipio. Avete rinunciato ai 7 milioni del Pnrr perché ritenevate questa operazione fallimentare. A questo progetto ho visto lavorare tante persone, che ci hanno creduto. Ed ora voi dite che la responsabilità è di chi vi ha preceduto. Qui c’è un danno erariale grande come una casa, che andrà assolutamente indagato. Mi dispiace per voi”.
Il centrodestra: “Soldi e tempo buttati”
Anche il centrodestra ha aspramente criticato Gattinoni per il tempo, le risorse perse e per le scelte fatte: “Un segretario comunale e due dirigenti se ne sono andati, anche il presidente del Consiglio comunale, persona stimata da tutti, si è dimessa – ha ricordato Emilio Minuzzo di Forza Italia – Ci sono voluti più di un anno e un sacco di soldi per una bella retromarcia. E’ necessaria un’autocritica e che valutiate se ci sono le condizioni per continuare ad amministrare la città”.
“Oggi ci raccontate che avete deciso grazie allo studio del Politecnico ma Via Marco d’Oggiono era già inserito un anno fa nel piano delle alienazioni per venderlo per cui avevate già in mente tutto – è intervento Filippo Boscagli – Ora rimaniamo con una sede inadeguata e senza altre opzioni. Non capisco come il PD possa tollerare continuamente le accuse di malagestione alla passata amministrazione Brivio.”
Per la Lega “la giunta ha fermato una ristrutturazione pronta a partire, buttato ore e ore di verifiche, analisi, progetti e preventivi e sulla strada che vuole intraprendere silenzio assoluto” mentre Giacomo Zamperini (FDI) è tornato a chiedere le dimissioni del sindaco.