LECCO – Riceviamo e pubblichiamo
“Difficile commentare parole come quelle dell’ex segretario CGIL (Alberto Anghjileri, ndr – vedi Articolo) che del Meeting di Rimini e della sua gente non solo nulla conosce ma non interessa in alcun modo conoscere la realtà di uno dei più grandi eventi del contesto sociale nazionale con le sue oltre 700.000 presenze annuali.
Ho lavorato per 10 anni come volontario, da barista e cameriere, al Meeting fino a pochi anni fà e la cosa che mi ha sempre impressionato è l’assoluta apertura al mondo di questa manifestazione.
Incontri con i più grandi personaggi della storia contemporanea (da Giovanni Paolo II a Lech Walesa, da Tony Blair fino a diversi premi Nobel), eventi culturali inarrivabili (scrittori, architetti, artisti, professori e magistrati da ogni angolo del globo), momenti di dialogo tra religioni (ormai è classico l’incontro con monaci buddisti giapponesi), decine di mostre di giudizio su mille aspetti della realtà contemporanea (dal rock, alla vita in carcere, dalla vita di San Carlo ai 150 anni dell’Unità d’Italia), approfondimenti con i testimoni delle più grandi tragedie di oggi (si veda quest’anno la testimonianza del Vescovo Nigeriano cui il martirio dei propri fedeli è all’ordine del giorno), fino ai racconti della vita quotidiana di cooperative e associazioni che si occupano di disabili, carcerati, tossicodipendenti e non ultimo con diversi esponenti politici di governo e non, di centrodestra e centrosinistra (Napolitano, Monti, Formigoni, Bersani, Lupi…).
Ogni anno le mostre e gli incontri permettono di rilanciare eventi, personaggi e culture messi inspiegabilmente in secondo piano, come quest’anno quella dedicata a Jerome Lejeune uno dei più grandi genetisti di sempre, o scoprire visitando in settimana la mostra con il Sindaco (scandalo!!) che il Duomo è stato fortemente voluto dagli “ultimi” con donazioni dei poveri di Milano (perfino prostitute e mercenari).
Si potrebbe continuare moltissimo sulla bellezza di questa ultratrentennale opera.
Il meeting è ogni anno un luogo che rinnova la voglia di un confronto basato sul rispetto delle diversità senza censurare l’esperienza da cui questa meravigliosa opera nasce, l’incontro della fede nel movimento di Comunione e Liberazione. Un movimento cattolico il cui unico compito è l’educazione alla fede, al contrario di quanto ai vari detrattori dalla visione esclusivamente politica della vita piaccia pensare.
Come ogni esperienza cristiana dal movimento sono nate opere come cooperative di lavoro, associazioni per disabili, scuole, e c’è chi con tutti i limiti delle responsabilità e capacità personali come il sottoscritto capisce che è importante che qualcuno si impegni in politica con la coscienza che le opere di libera iniziativa delle persone (di tutti non solo della propria parte) siano assolutamente da difendere. Ed in questa modalità si cerca un confronto con tutti, sapendo che con dialogo e confronto (vera arte della Politica) si risponde ai bisogni della gente ben più che con l’affermazione a testa bassa delle proprie idee, cosa che anche in città ci viene ampiamente riconosciuta. Altro che la creativa clericocementificazione denunciata da chi ora lancia sentenze ma in città non ha saputo difendere un solo posto di lavoro….
Proprio di fronte a questa oggettiva esperienza stridono le parole di Anghileri, il cui evidente disprezzo ideologico (“pasdaran della fede”…), nascosto da una falsa ironia, prevale in modo emblematico su fatti ben più importanti degli errori, veri o falsi che siano, che lui vorrebbe sottolineare in chiave esclusivamente politica. È come giudicare male un’opera d’arte in base all’antipatia ai limiti o gli errori dell’artista, un’assurdità…
Sull’onda del “finchè non vedo non credo”, qualcuno dei moralisti anticiellini che ovunque vedono lobby e potentati, potrebbe fare un salto al meeting e vedere che cos’è, che gente è quella del popolo del meeting, quali mostre stupende ci siano, parlare con i 3000 volontari e capire perchè giovani e meno giovani danno gratuitamente una settimana della propria estate per lavorare a proprie spese, ascoltare le miriadi di ospiti, associazioni e ordini che partecipano entusiasti.
Un salto al Meeting risolverebbe molto del pregiudizio presente nelle affermazioni lette, anche se è proprio vero che quando si è faziosi uno vede solo quello che vuole vedere…”
Filippo Boscagli
(Consigliere comunale)