LECCO – Riceviamo e pubblichiamo
“Ho letto con molto rammarico e profondo senso di disappunto l’attacco feroce con cui l’autore ha contestato il lavoro dell’Amministrazione di Lecco nell’articolo “Dito nell’Occhio meno favole più aritmetica“. Autore che ha un nome e un cognome (per altro noto e che quindi sarebbe bello e onesto, si firmasse) e che è appunto famoso per scrivere spesso contro tutto e contro tutti cose davvero fuorvianti e spesso lontane dalla verità ma ancor peggio diffamanti. E’ davvero un peccato però che venga dato spazio a chi scrive in questo modo. Il dovere della corretta informazione passa o almeno dovrebbe passare attraverso il capire se chi scrive lo fa dicendo il giusto oppure per il solo gusto di denigrare. E quì entra in ballo la redazione che ha appunto questo compito, morale e di correttezza verso tutti, sia chi scrive che chi legge. Io capisco che a Lecco, vista la dimensione cittadina e magari in questo periodo anche per le ferie, sia difficile trovare notizie che abbiano un senso e che valgano la pena di essere scritte. Non vado comunque oltre in queste mie osservazioni che ritengo sia giusto proseguano, se ritenute opportune, anche da parte di chi è stato direttamente chiamato in causa. Ritengo solo doveroso dire come assessore, che divide il proprio mandato con un onesto lavoro ospedaliero, che dentro la Giunta non vi è una massa di incoscienti e poco di buono, pronti solo a buttare danaro pubblico così come è stato descritto. Solo chi sta dentro, è spettatore quotidiano di quanto il Sindaco ci stia rimettendo anche in termini personali, nel cercare di fare le scelte più attente e oculate per la città. Magari avessimo avuto le possibilità economiche di chi ci ha preceduto e avessimo potuto “spendere” in modo diverso! Tra l’altro, mi fa anche abbastanza sorridere il fatto che tra gli spettatori a quegli spettacoli di cui ” l’Abate Faria” fa riferimento e che disapprova, vi erano dei suoi compari di comune contestazione al sistema, che però in quel frangente, erano attenti e compiaciuti della musica che si suonava. L’autore si è anche dimenticato di dire, e quì si evidenzia tutta l’acredine e la sola voglia di diffamazione, che la stragrande maggioranza dei soldi per quelle iniziative che sono state citate, sono provenienti da sponsor privati e quindi non a carico dei cittadini che anzi ne traggono solo dei vantaggi. Anche in questo caso, ovviamente, non vi sono problemi a dire e a dimostrare con trasparenza come sono state realizzate in termini economici, le varie iniziative. Insomma la bellezza della stampa libera (per altro merce rara in Italia) e democratica, sta proprio nella possibilità di dare la giusta informazione al lettore anche la più scomoda ma in ogni caso doverosamente la più vera.
L’assessore Ivano Donato